vita a buon mercato in quel suolo ferace, dalla fitta popolazione, dal numero stragrande di schiavi, alimentate soprattutto dal lusso traboccante e
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moltitudine degli schiavi, di cui faceasi conquista, deportazione e traffico; mentre la proprietà in gran parte collettiva della famiglia o della tribù
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babilonese, probabilmente del 2250 a. Cr., ove trattasi degli ufficiali di Stato, degli schiavi e dei lavoratori, di rapporti familiari, di diritto
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alle classi di liberi artigiani e mercanti (intermedie fra l'aristocrazia terriera e gli schiavi lavoratori del suolo) una copiosa ricchezza mobile
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indebitati e di mercanti importatori, ricade sempre più in mano a schiavi stranieri (Fustel de Coulanges, Messedaglia, Mommsen).
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, propugnando in uno Stato retto da filosofi una forma di comunismo di beni e di famiglie per le classi dirigenti, mantenute dal lavoro degli schiavi (per
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schiavi sul rogo del marito e del padre defunto, per l'uccisione dei vecchi nei momenti di carestia, soprattutto per lotte incessanti, feroci, distruttive
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pauperismo abbrutito e universale degli schiavi e dei volghi. E di qui (avvertasi bene) una nuova causa insidiosa e permanente: la mortalità per inedia
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, egizi, babilonesi, romani, componenti i primi nuclei demografici potenti, accresciuti dalle conglomerazioni di schiavi. Nei paesi di colonizzazione
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di una sconfinata natura cui mancavano sul luogo le braccia, ad importare coattivamente dall'Africa gli schiavi neri ed arruolare a lungo termine i
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trionfo del terzo stato (1789) in Francia, dell'emancipazione degli schiavi bianchi nelle campagne e nelle città industriali in Inghilterra nei primi del
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, appaltatori, prestatori usurai, clienti politici (l'ordine dei cavalieri), nonché grandi masse di plebe e schiavi (forse ⅔ del totale), per fruire delle
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della pienezza dei diritti («Hermann», arimanni esercitales)si elevano sopra di questi (donne, fanciulli, schiavi, servi di lavoro) che rimangono privi
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, sicché i primi schiavi sono la moglie e i figli nella mano ferrea (in manu)del marito e del padre; — la coscienza della utilità sociale racchiusa in
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cresce e dilaga: e sui latifondi dell'impero morente gli schiavi erano moltiplicati all'infinito.
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i rapporti della ricchezza da comporre il sistema caratteristico di una economia a schiavi,propria di tutto l'evo antico.
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accresciuta la resistenza dei padroni offesi nei loro interessi, e peggiorata la sorte degli schiavi impreparati a fruire della piena libertà
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libertà più o meno limitata; così in India nei vari gradi della casta servile dei sudra (connazionali) a differenza dei veri schiavi o paria (stranieri
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l'antichità greco-romana, supplendo alla scarsa produttività degli schiavi col loro numero,progressivamente li moltiplicò; sicché nell'Attica come in Roma essi
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liberarsi dal peso di grandi masse di schiavi, riuscendo però a questo risultato: — non già all'abolizione generale della schiavitù ma ad un restringimento
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orientali (slavi, schiavi) fatti prigionieri in guerra o comperati sulle coste mediterranee, ed usata nelle città mercantili e doviziose nei servigi
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religiosi dinanzi a Dio e dell'obbligo dei padroni di rispettarla negli schiavi, sebbene nei rapporti esteriori rimanga l'obbedienza e si condanni la
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popolarizza la forma colla manumissione agli schiavi «in Ecclesia»;si obbligano i chierici a liberarli; si vendono beni e arredi di chiesa, si raccolgono
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, Suárez contro Sepulveda) intorno al tempo del concilio di Trento, e dall'apostolo degli schiavi, il vescovo Las Casas in America, trasfuso più tardi
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i progressi agrari del levante, il latifondo a schiavi, deplorato dagli storici dell'impero morente, respinse anzi le terre latine ad un grado più
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tecnica — e una economia servile o a schiavi durante l'antichità orientale e classica, — una economia manuale artigiana nel medio evo fino a tutto il
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libero da ben 300 atti e decreti ecclesiastici nel medio evo in favore degli schiavi; e per esso rivendicato il diritto alla mercede; e tutta una
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obbedire a Dio prima che agli uomini. E per conseguirli occorre padroneggiare sé stessi; e all'uopo non farsi vilmente servi degli altri, né schiavi delle
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Giuliano e Domiziano; si raccolsero i primi adepti della nascente società cristiana fra le plebi e gli schiavi, cioè fra gli oppressi del regime
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consanguinei) per i servigi manuali della casa, di due specie, mercenari contrattati a tempo e servi o schiavi,questi ultimi soggettati in guerra o
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(homines novi) colle famiglie gentilizie e con centinaia di schiavi ed ancelle. Ma allora come ora, per i mediocri e per il popolo, le abitazioni
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Grecia e a Roma, sotto di cui la coattiva e organica fatica degli schiavi; né una società di produttori come tentò il moderno industrialismo o di
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mercanteggianti fino ad oggi ogni specie locale di oggetti di lusso, avori, penne di struzzo, cammelli, animali vari e carne umana (schiavi negri). La industria
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esercitate ora da questo direttamente, ora per mezzo di pubblicani appaltatori e del lavoro di schiavi. Oggi, prototipo di queste cave risalenti all'antichità
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pochi lavoratori liberi, gemevano gli schiavi ed i condannati ad metalla.
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subitanee fortune o di mine, non già di meritoria produzione economica e la sfruttavano per lo più per mano di schiavi, con processi di rapina sotto impulsi
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affrancazione della servitù nei sec. XIII e XIV? E i dissodatori delle terre americane furono ben meno gli schiavi neri dell'Africa, quanto gli
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convivere accostati in un luogo stesso, donde si irradiano mane e sera per la coltivazione. Agglomerazioni di schiavi si coadiuvano al centro di esso, o a
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da moltitudini di schiavi e soldati. Ma invece in tutta l'età intermedia lo Stato esiguo e debole concorre solo accidentalmente e scarsamente a vaste
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imposto per lo più agli schiavi come pena di conquista e prova di soggezione. E così (come dicemmo altrove) la civiltà classica si spense nell'ozio
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antica reggevano le loro immense tenute nelle province per mezzo di un villicus (intendente), aggravarono l'economia rurale a schiavi (Brants). Invece la
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(Bücher) o in Grecia e Roma nella produzione mista di lavoro libero e a schiavi (Lampertico); e più tardi in alcune imprese subordinate (membra
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conquistate o di due classi possidenti e nullatenenti in ogni Stato, donde il lavoro coattivo in massa degli schiavi nell'antichità, ciò che segna, al
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Accademia della crusca
