Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il letto vuoto

344633
Pecora, Elio 1 occorrenze

Allora, contenendo la paura, mentre quei due le ripetono a voce alta di star attenta, decide di arrampicarsi.

Menhir

344646
Prete, Antonio 1 occorrenze

Quell'abbaglio nell'aria, il treno era fermo nella piana di Cerignola, il maggio rotolava di là dai finestrini, mia madre era morta all'alba, ed era accanto a me nel corridoio, era nell'angolo delle sue rose, sulla strada tra i rovi sotto il sole, il foulard nero con i fiori rossi, vedi laggiù, diceva, in fondo agli ulivi, vedi il colombaio bianco, la gazza saliva dal cespuglio gracchiando, accanto a noi sulla strada passi d'ombra ascoltavano i suoi racconti, mia madre era morta all'alba, la sua voce dalle sere d'inverno era venuta lì nel corridoio, era la musica dell'attesa con tutti quei toni che salivano scendevano quasi cantassero, ora ammansivano l'ansia dell'indugio, e il treno riprendeva affarmato il cammino, schiacciavo sotto i piedi la lontananza, non ti preoccupare, diceva, sapevo che stavi venendo, sapevo che stavi per arrivare, il maggio era un lenzuolo immenso di azzurro e di caligine, mia madre era morta all'alba, e la Puglia era il paese più lungo del mondo.

Il letto vuoto

344669
Pecora, Elio 1 occorrenze

Anziane e vedove, tornano a vivere insieme nella casa in cui trascorsero una giovinezza allegra e accordata.

Il letto vuoto

344695
Pecora, Elio 2 occorrenze

Gli altri, una moltitudine, in tanti lo abitano, a loro volta testimoni, residui di una storia residua, compagni di un viaggio inarrestabile. Finanche i morti, gli usciti, parlano muti dal punto in cui partono le arterie, dove inizia il respiro. Traversamenti veloci. Voci alte e fioche.

L'angelo sterminatore non manca un solo giorno di scendere da qualche parte a fare il suo. E poi tutto il resto che incombe, confonde. Mutamenti dell'aria, terremoti, alluvioni, il poco o niente che siamo e questo restare, questo seguitare. E la grazia di un gesto, la credulità nella promessa. E il vuoto in cui tutto pencola, e in esso l'andare e il venire, l'attendere e il fidare. E nell'orrore del vuoto un'allegria sempre riaffiorante, la corda che lega, lo spiraglio nel pozzo. Il bisogno di definirlo, quel vuoto, fino al terrore e allo spasimo: nella negazione affermarsi. E i nomi: il leccio, la nuvola, lo storno, il motore che ronfa, il grido oltre il muro. Interminabile elenco.

Il letto vuoto

344706
Pecora, Elio 1 occorrenze

Il fratello della sposa va per duecento chilometri di autostrada a prendere le valige dimenticate. Tornerà a festa conclusa.

Il letto vuoto

344713
Pecora, Elio 1 occorrenze

Di lì a poco il bambino parte con la madre, che lascia casa e marito. Con l°uomo rimane la vecchia madre, che si cura degli uccelletti. Alcuni mesi dopo uno dei due pappagallini muore, nessuno in casa appura se il maschio o la femmina. La vecchia donna teme che, presto, il sopravvissuto, lui o lei, morirà per quell'assenza. Invece l'uccelletto vive a lungo, sano e allegro. Quanto alla donna, spesso cerca nella memoria il momento in cui trovò nella gabbia il piccolo corpo inerte.

Il letto vuoto

344781
Pecora, Elio 2 occorrenze

A quet'ultimo i compagni portano sigarette e cioccolato, ma continua a disperarsi, pretende di vedere l'amico.

Poi un tenente assicura all`infermo che, l'indomani, il compagno trasferito verrà a visitarlo. Solo allora il ragazzo s'acquieta.

Il letto vuoto

344786
Pecora, Elio 1 occorrenze

Non esita a colpire nei punti deboli.

Il letto vuoto

344817
Pecora, Elio 2 occorrenze

A metà settembre torna a Capalbio, per la sagra del cinghiale, carne fra le più fragranti.

Difende uccelli strani, bestie prossime a sparire, belve raramente acquattate. Partecipa a congressi dove si decidono soccorsi per pesci di lago e di fiume. Dice che in Calabria ha visto trote enormi in una vasca di cento metri per lato. Gli occorre una vasca uguale per allearci trote e cavarne mucchi di soldi.

Dal balcone del corpo

344818
Anedda, Antonella 1 occorrenze

Forse li inghiotte forsedorme con i ragni a corona tra i capelli. In realtà li fotografa:una mosca ingigantita contro il muro. Una blatta che strisciama sembra rotolare dal cielo del soffitto. Non ha bambini ègià vecchia: 47 anni. Il mio numero di casa è 47. Sommatodà 11, uno più uno. Solo io sola lei. Mi potrebbe prendere senon come figlio come ranocchio. Uno di quei rospi che cigolano sui pentoloni delle streghe, quello che sicuramente leimescola nelle notti di luna con ragnatele e code.

Il letto vuoto

344832
Pecora, Elio 1 occorrenze

Sosterà in molte capitali, incontrerà presidenti e monarchi persuadendoli a firmare in un grande album bianco.

Il letto vuoto

344839
Pecora, Elio 1 occorrenze

Dice che è tardi, deve tomarsene a casa. Domani le tocca alzarsi presto per andare al lavoro.

Il letto vuoto

344847
Pecora, Elio 2 occorrenze

Muore a ottant'anni. Guarda i mobili della sua stanza, il passero di porcellana, la scatola d'argento sul piano di marmo del comò. Il figlio la sente dire ansimando: «Potessi portarli con me!».

A vestire la morta è la più vecchia delle cugine, che la chiama e lei erutta e si rilassa. Così possono infilarle l'abito nero e le scarpe, secondo l'uso del Sud da cui proviene.

Dal balcone del corpo

344856
Anedda, Antonella 2 occorrenze

A) l`uomo? B) la donna? C) il bambino? D) una vicina senza volto? E) io che scrivo?

A muore. B l'assiste. C va al funerale. B si ammala. C muore all'improvviso. La linea tracciata da queste vite si spezza. Chi sono, chi erano? Alla deriva: voi foglie sbriciolate dall'inverno.

Il letto vuoto

344875
Pecora, Elio 3 occorrenze

Questi racconta di essere venuto a Roma da un tale, conosciuto durante una festa in casa di amici, che si era offerto di ospitarlo per qualche giorno. Quel tale lo ha lasciato sulla porta d'ingresso, sostenendo di non averlo mai visto prima. Perciò lui s'è messo a cantare a squarciagola sotto le finestre del vigliacco, fino a notte tarda. E quello ha chiamato la polizia.

Telefona alla sorella del ragazzo, che rifiuta di assumersi la responsabilità.Da un parente, che torna spesso in paese, M. viene a sapere un poco della storia del ragazzo. A nove anni, lavorando con un muratore, cadde da un'impalcatura. Dopo un intervento al cranio cominciò a imparare prodigiosamente. Conosce otto lingue, ha superato con i voti più alti gli esami di maturità. Ha un fratello maggiore nato in manicomio. Anche la sorella della madre è stata per anni in manicomio. Gli zii materni sono sani. Di notte la nonna cantava e rideva da sola.

Una donna telefona a M. dal suo paese d'origine. Dice di essere stata sua compagna di banco alle elementari. Gli chiede, prima con timidezza, poi con insistenza, di interessarsi di un suo fratello di vent'anni finito nel reparto psichiatrico del Policlinico.

Menhir

344880
Prete, Antonio 1 occorrenze

C'erano nel bianco riverberi di bianco, che spumeggiando rotolavano su una distesa bianca, il cielo, sopra, era bianco, un cielo perso nella luce che lo abbagliava di bianco, è assenza, mi dicevo, è vuoto d'assenza, ma era un bianco che innevava i pensieri, un abisso di bianco che cancellava ogni cosa, a guardare bene anche il fondo del bianco, il suo incavo, il suo riflesso erano bianchi, è il silenzio, mi dicevo, il silenzio dell'origine, o della fine, ma era solo un immenso lenzuolo bianco sotto cui dormivano bianche moltitudini, qua e là s'affacciavano parvenze vestite di bianco, disfatte subito nel bianco, s'affacciavano simulacri imbiancati, smarriti nei loro bianchi pensieri, è il nulla, mi dicevo, il bianco del nulla, ma era soltanto un sogno di bianco che generava bianco, così quando lui sveglio guardai a lungo, di là dalla finestra, la luna, che quella notte era bellissima e bianca.

Il letto vuoto

344883
Pecora, Elio 3 occorrenze

Il marito s'addormenta, a tavola, dopo il pranzo. Se russa lo sveglia e lo manda in terrazza a spandere i panni o al supermercato per il fabbisogno di domani. Il vecchio obbedisce ansimante, a volte bofonchia bestemmie. Lo sveglia anche di notte, per ricordargli che bisogna far sistemare le tegole prima delle piogge d'ottobre.

A settant'anni respinge le carezze del marito. Dopo che il figlio s è trasferito a Milano, sente di essere tornata libera. Finalmente puo abbandonarsi all'immaginazione, come da ragazza. Di nuovo può riempirsi di attesa.

Ricorda la strada lungo il fiume e la ripercorre: per un incontro che può ripetere a suo piacimento.

Menhir

344890
Prete, Antonio 1 occorrenze

La furia improvvisa delle campane nel sabato lontano di resurrezione e il sole ancora dolce nella strada, le strisce d'ombra sui marciapiedi e le biciclette che svoltano col freno stridente e un aquilone di carta oleata blu sopra le logge e il pallone che rimbalza sulla saracinesca, da quale aprile viene questo istante a visitarmi nella notte di una citta che ha torri e altane e ha piazze la cui luce è bella e lontana come quella di un paese straniero e gli uccelli che rigano il cielo sopra le mura sono un disegno di china, e i miei passi che battono le lastre in pendio sono una marcia tra presenze rese invisibili ma bisbiglianti la litania del tempo dissipato in fili di nulla, del tempo fatto pulviscolo dell irreversibile, ma ora tornano con quella loro furia improvvisa le campane del Cristo risorto, ecco anche il suono della trenula che ruota nell'aria sospinta dalle mani di un ragazzo, e la donna nerovelata che cammina nel sole zoppicando, tornano le voci che mi gridano di prendere il pallone finito nella bottega del falegname, mentre qui nella notte s'avvicina il rombo di moto che taglia il silenzio poi si perde fuori porta...

Dal balcone del corpo

344891
Anedda, Antonella 1 occorrenze

Scopri che nella cantina addetta a dormitorio c'erano giocattoli, rnaterassi, taniche d'acqua, riserve di cibo. Da occidente guardi la distanza tra noi macerie e le nozze, tra la polvere e il rame, tra la tela che copre i piedi dei morti e il ruscello di seta sulla schiena della sposa. Allora scrivi per terra un'ultima volta, trasformando il sangue in vino e poi di nuovo in acqua. Chiedi che tutto si sciolga. Chiami la pioggia. Scagli il bastone.

Il letto vuoto

344904
Pecora, Elio 3 occorrenze

A ottant'anni, racconta un sogno già sognato altre volte.

A questo punto si sveglia, si calma. Ora sa che il fidanzato, poi suo marito, è morto da dieci anni. E ricorda quando si risvegliava angosciata da quello stesso sogno e ritrovava lui, vecchio, addormentato al suo fianco.

Va dalla madre di lui e la trova in cucina a lustrare pentole di rame. Parla con la vecchia, le chiede del figlio, non le riesce di trattenere le lacrime. L' altra risponde evasiva, la conforta, giura che non ha notizie, non sa.

Il letto vuoto

344908
Pecora, Elio 1 occorrenze

Oppure andrà in Sicilia, a Catania, dove fece il marinaio e conobbe decine di marittimi di diverse nazioni, tutti gentili e appassionati.

Il letto vuoto

344927
Pecora, Elio 3 occorrenze

Torna a discorrere sullo zen, è lì che intravede la salute, certa dell'illuminazione finale. E ripete che la verità è nell'andare, nell'accettare i contrari, nell'indifferenza a morire.

Dopo i grandi entusiasmi per lo sbarco sulla luna, sono in pochissimi a interessarsi alle astronavi che toccano pianeti remoti e roteano per anni e decenni nel vuoto siderale. Eppure, ripete, le capita ancora di rneravigliarsi delle voci nella radio, delle facce nel televisore.

E i già morti, richiamati a esistere, si sono tutti adirati e intristiti. Finalmente avevano raggiunto la felicità. Se quella era la morte, perché riportarli in questo mondo di inquieti?

Il letto vuoto

344952
Pecora, Elio 2 occorrenze

Quando spariscono le chiavi o l'accendino, prima se ne lagna a voce alta, poi esce dalla stanza e conta fino a dieci. Quindi rientra e rivede gli oggetti perduti.

Il coperchio della scatola del ghiaccio, scomparso a maggio, lo ritrova in dicembre nello scomparto in alto del guardaroba, in mezzo alle coperte e alle candeline per l'albero di Natale. Non trova più in cucina il detersivo appena comprato. Lo ricompra due volte e due volte sparisce. La donna delle pulizie minaccia di abbandonare la casa abitata dai fantasmi. I tre fusti di detersivo riappaiono d'improvviso, nel bagno, al suo ritorno da una vacanza a Praga.

Il letto vuoto

344972
Pecora, Elio 2 occorrenze

Vengono certo da umori segreti, da attenzioni a minimi segni: passi brevi, desideri inseguiti, attese bestemmiate, rabberciate bellezze. Lacerti di un mondo spiato, intravisto da un occhio corto.

A volte, in pochi righi, appare l'allegria, passa velata la morte. Una folla, in cammino verso il giorno o la notte, verso il ricordo o la dimenticanza, sosta dentro il presente. Che vale di queste storie mentre il pianeta ruzzola e ruota, avanzano ghiacciai, si consumano stelle, il tempo cambia di numero, si perpetrano orrori, si assolvono speranze?

Il letto vuoto

345035
Pecora, Elio 2 occorrenze

Lui la respinge, lei gli si accuccia a fianco sul divano.

Lei va nel bagno a lavarsi gli occhi, ad azzurrarsi le palpebre, come per una festa.

Il letto vuoto

345046
Pecora, Elio 2 occorrenze

La madre manda la bambina a riprenderla.

La piccola fugge via e di lì a poco l'uomo viene a restituire la pollastra bianca e ha la faccia livida. Passano giorni. Un mattino Anna ode un pianto convulso. Pensa alla moglie del vicino, che tradisce il marito e che spesso questi bastona. Il pianto continua, cresce. La madre va alla finestra e si rivolge all'uomo che dice, ancora piangendo: «Aspetta! ti faccio vedere che ho fatto». Un attimo e torna, getta in strada un involto, la madre getta un grido, ammutisce tre giorni. Anna salta dal letto, vede la testa mozza della moglie del pazzo, con le trecce sciolte e gli occhi spalancati. Nella casa dell'uomo vengono trovati quattro biglietti e su tutti sta scritto: “Se vuoi salvare il mondo devi uccidere Anna”. La morta si chiamava Anna, come la bambina.

Il letto vuoto

345051
Pecora, Elio 1 occorrenze

Con gli occhi velati, le guance smunte, le labbra livide, all'alba e di notte, va a spezzare nelle aiuole dei vicini i boccioli della rosa tea, calpesta anemoni e ortensie. Quindi ritorna ai suoi difficili sonni.

Il letto vuoto

345052
Pecora, Elio 1 occorrenze

Laureato in Cirenaica, ne faceva fede il diploma in mostra nello studio, una volta gli sfuggì di quando girava le fiere a cavare denti.»

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