segni della rovina, della distruzione e della morte. Di fronte è il palazzo Suzzese, chiuso e pericolante, con le vetrate infrante; il frontone è
all'infinito,quanto vale la sua vita che è così sottratta alla morte, ma solamente giusta quella intensità e durata di fatica, che tale persona deve
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(apprezza) l'acqua che lo salva da morte, non già l'infinito, ma quanto a lui costa di fatica per ricercarla e attingerla alla fonte dell'oasi lontana
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delle malattie, della vita longeva o della morte precoce. Per quanta parte le leggi della mortalità di un popolo non dipendono dai suoi costumi corretti
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paese. Detrimento immenso, se si avverta che tuttodì in Europa dal 18 al 39% di tutti i nati sono mietuti dalla morte, prima di raggiungere il
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contrario possiamo ritardare la morte colla onestà del costume, la sobrietà del cibo, l'osservanza dell'igiene, le cure terapeutiche, la regolata
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cacciatrici) a tutte le età sembrano dì per dì votate alla morte; e ciò per il cannibalismo, per i sacrifizi in massa delle vedove, dei figli, degli
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Immolazioni alla morte che si proseguono in massa presso quasi tutti i popoli dell'antichità, anche quelli per altri rispetti civili, i quali
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schermo le vittime; caratteristiche codeste di tutte le genti decadenti o decadute. Così l'impero della morte, che contrassegna il tramonto del dominio
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singoli alla morte, dall'altro moltiplica i generatori e quindi i viventi in società; e infine, per ragioni estrinseche, sospinge le accresciute popolazioni
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acquisti, e spesso rovesciando la bilancia della vita e dando alla morte un triste e inesorato sopravvento. Fatto patologico decisivo, che porge lume
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giorno la morte. Invece la vita media relativamente elevata, caratteristica e vanto di tempi recenti, che nella varia sua misura rispecchia il grado di
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civili, è necessità indeclinabile ed immenso beneficio. Alle grandi marce dell'umanità non bastano i pochi soldati resistenti alla fatica ed alla morte
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spente che non hanno storia, in cui la morte sopraffece la vita. È il pericolo sovrastante a tutte le popolazioni selvagge («Naturvölker») in condizioni
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popoli più vigorosi. Tale anzi il destino di tutte le genti dell'antica cultura pagana asiatico-europea; quasi celassero il seme della morte, che
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languori; e non a torto i millenari sognavano l'apocalisse della morte trionfatrice. Poi, dopo Gregorio VII, fra i sec. XI e XII per l'Italia, e dal sec
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vescovo; e così abitua alla gestione degli interessi della città il popolo stesso, il quale alla morte del pastore ne continua, sede vacante
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(figli, donne), al ratto o alla compravendita di persone estranee, alle genti vinte in guerra e risparmiate alla morte o alla immolazione agli dei; e
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E così i fanciulli, che l'antichità spesso metteva a morte, gettava dal Tappeto e, come oggi i cinesi, abitualmente esponeva o faceva oggetto di
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sempre arbitro della vita, della morte, della attività e delle ricchezze dei sudditi. Anzi (questo è decisivo), quando parlasi di assolutismo dello
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l'individuo e che si disgrega con la morte di esso, risolvendosi negli elementi chimici da cui riceveva funzionamento di vita e di pensiero. Disgregati
rupie, depositati nella banca di Bombay, m'imponeva di vendicare la morte della Tigre dell'India. Esitai a lungo, credetelo, ma alfine il grido del
quale morte preferite? Volevo farlo saltare in aria con una tonnellata di polvere, nondimeno se desiderate lo squarceremo invece con una palla dei
sono calmi a bordo perchè tutti, da lungo tempo, hanno fatto il sacrificio della loro vita. Nessuno ha paura della morte che li minaccia e guardano
indiani! - esclamò finalmente. - E molto abile e molto risoluto e deciso a vendicare la morte di suo padre, - aggiunse Yanez. - Noi abbiamo perduta già la
sia quell'uomo. - Non sarà già uno spirito. - Si mostrerà una volta o l'altra, - disse Yanez. - Se vuole farci la guerra e vendicare la morte di suo
fanciulla. - Non dimenticate che quell'uomo vi ha strappato alla morte e che vi ha trattato non come un nemico, bensì come ospite. Il capitano continuava
la morte invece sta per piombare su di loro. - Non parlare così, amico. - E non pensi tu, Yanez, che quegli uomini m'hanno cacciato dall'isola, dopo
mandato sei mesi fa. - Quell'uomo allora, se è sfuggito alla morte, potrebbe condurre qui i superstiti. - E passare attraverso le file dei dayaki! Ecco
, ridendo. - Sicchè avevano deciso la nostra morte? - Sì, signore. Pare che il pellegrino abbia avuto qualche motivo di dolersi delle tigri di Mompracem
vi abbiano strappato alla morte. Il giovane capitano la guardò sorridendo, poi disse: - Grazie miss, ma ... - Che cosa volete dire, sir Moreland? - Che
del mastro, come se la morte lo avesse colto. - L'hai ucciso! - esclamò Yanez. - No, signore, - rispose Sambigliong. - L'ho addormentato e prima di
, con gli ultimi tiri delle sue artiglierie, di colpire a morte il suo formidabile avversario che lo aveva vinto. Quella splendida nave che
. - Quanta ostinazione in quei furfanti, - disse Yanez. - È proprio una guerra a morte che ci hanno dichiarata. - Eh, signor mio, - rispose Padada, - sanno
Sandokan e che forse toccherà a me colarla a fondo e dare anche a voi la morte, io che darei invece tutto il mio sangue per voi. Che cosa rispondete, miss
ponte del giong. Quei sette demoni che preferivano la morte alla resa, avevano scaricate le loro carabine ed impugnate le pesanti sciabole, quando una
! - disse il portoghese. - Hai del buon sangue fanciulla mia! Ridi mentre la morte ci minaccia tutti! - Con voi e coi vostri Tigrotti non ho paura dei
scoppi accadevano sulla nave investita e colpita a morte da quella terribile speronata. Le caldaie scoppiavano. - Macchina indietro! - gridò
giovarci. Cerchiamo innanzi a tutto di farcelo amico. Ci deve bene un po' di riconoscenza per averlo strappato alla morte. - Indovino il tuo pensiero
miei amici. - Ti ripeto che Allah ed il Profeta hanno decretato la morte di quell'uomo e di quella fanciulla. - Io me ne infischio di loro e di
di orrore, di terrore, di pietà, per il flagello che l'attraversava, seminando il morbo e la morte: e il dolore, l'ansia, l'affanno che dominano, in
far fuoco, spingendosi avanti, le donne sotto i piedi dei cavalli dei soldati, così, ebbre di morte! Se più tragica, se infinitamente più tragica non
vincere la malattia e la morte, nel popolo napoletano. E allora, per chi abbia anima sensibile questa strada assume un simbolo elettissimo, è
, fremente, pieno di vita o pieno di morte, vi ha lasciato una traccia viva e ogni dramma, ogni tragedia, ogni commedia che vi si è svolta, vi ha messo il
democratici: vi sono dei democratici che sono imperialisti: vi sono dei liberali che restaurerebbero la pena di morte: vi sono dei repubblicani
vergogna, preferisce la morte alla viltà, ogni volta che una creatura umana in lotta con la fortuna altrui, con la potenza altrui, con la tirannia altrui
Cristo, che non le squartassero il marito. L'idea della morte la sopportava, ma l'autopsia la esasperava. Nessuna donna che mangi, nella strada, vede
buttate fuori alla strada, alla miseria e alla morte, non si fa una spesa, una santa spesa per pulire, per restaurare, questi numerosi monasteri e
, dal delitto e dalla morte, è stata, è quella di dare a questo popolo, delle abitazioni fatte per esso. E, difatti, nessuna compassione e nessun
dalla morte. Questo lato è il meno orribile, quando lo si percorre, passo passo, dalle spalle di via Guglielmo Sanfelice, dalle spalle dello