dottori; ma inutilmente. Più intrugli prendeva e più grasso diventava. Un giorno si presentò una vecchia e disse al Re: — Maestà, voi avete addosso una
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una Principessa. Se lo meritavano. — Ah, Maestà, eran le mie sorelle! Ma voi potete risuscitarle; non mi negate questa grazia! — Vedremo! — rispose Re
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morto: è già passato un anno e non si sa nuova di lui. Il meglio che possiamo fare è lo sposarci noialtri. — Maestà, come voi volete. - Il Re fece i
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conosco neppur di vista! — No, Maestà. Vi rammentate d' una vecchina che vi domandò l' elemosina il giorno che voi andavate la prima volta dal ciaba
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gli diè una tirata alle gambine, e queste, di bòtto, gli si raddrizzarono. — Maestà, afferratemi bene, la Regina per le braccia e voi pei piedi, e
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, avanti l' alba: — Chicchirichì! Maestà, vo' mezzo regno; ho corona al par di voi! - Al Re scappò la pazienza: — Levatemelo di torno, questo gallaccio
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bocconi; poi ne riempiva il grembiule e scendeva giù, nel canile. — Mamma cagna, mangiate; la mia vera mamma siete voi! - La notte dormiva lì, con
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. — Reuccio, entrate voi solo ; c'è posto soltanto per uno. — Il Reuccio entrò, e Testa-di-rospo chiuse lo sportello. Mamma cagna si accovacciò lì dietro
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uccisi, traeva un respiro dal profondo del petto. — Voi siete barone! — Che mi vale, Maestà, l'esser barone, se non ho da mangiare? — disse una volta un
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, dovreste farmi un favore! — Parla, che cosa vuoi? — Vorrei delle fiabe nuove. Voi, che ne avete dei magazzini, dovreste darmene qualcuna. — Fiabe nuove non
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, aiutatelo voi! — Fiabe nuove non ce n' è più; se n' è perduto il seme. — Bella Fata Fantasia, aiutatemi voi! - Sentendosi pregare colle lagrime agli
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acconsentì. — Buona donna, quanto volete di quel Ranocchino? — Maestà, lo vendo a peso d' oro. È quel che vale. — Voi canzonate, vecchia mia. — Dico davvero
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— Maestà, ho il rimedio per guarir la regina. Ma prima facciamo i patti. — Oh, bravo! facciamo i patti. — Se nascerà un maschio, lo terrete per voi
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loro disse: — Maestà, è mai possibile che un topolino voglia sposare la Reginotta? Io credo che quella donna si sia beffata di voi. — Ma gli altri non
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disse — non vi arrischiate più a dire così, o guai a voi! - La povera donna, dalla paura, non disse più nulla. Però quel figliolino, ora che la sua mamma
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avrà lì la sposa, guai a voi! — Il Re non sapeva che cosa fare, e radunò di bel nuovo il Consiglio di corona: — L' Uomo selvaggio sa che la Reginotta
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saluto! — La vecchia le fece un inchino e sparì. Tornati a casa, la sorella maggiore, pavoneggiandosi disse alle altre due: — Diventerò Regina! E voi mi
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mostrassero addolorati. — Ah, compare, compare! Se voi aveste venduto quei quattro sassi, ora questa disgrazia non vi sarebbe accaduta. — Ma quegli zitto
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il seme. — E tre! Vedendolo rimasto male, quella fata gli disse: — Sapete, quell' uomo, che dovreste voi fare? Dovreste andare dal mago Tre-Pi che n
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di avvelenamento, si è cominciato ad attribuire la colpa al sublimato o ad altri disinfettanti pericolosi, e voi sentite spesso persone serie
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teste, le code e le parti più spinose dei pesci, i quali cascami voi potete mettere in un recipiente con un po’ d’acqua e farli bollire, servendovi
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economia perchè se voi scarseggiate d’olio, trovandosi questo in poca quantità si farà talmente nero e sudicio, che sarete costretti a gettarlo via, mentre
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L’operazione della bagnatura del pesce va fatta con grande sollecitudine, altrimenti accadrebbe che allorquando voi metterete gli ultimi pesci i
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Acquistandolo morto, oltre ad avere un cibo scadente, voi potete anche trovarlo immangiabile perchè non sapete da quanto tempo sia morto.
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E la vendono per tale ed a caro prezzo ai gonzi. E se un giorno a costoro voi domandate: Vi piace la trota? - Oh Dio non me ne parlate! vi
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Ma sento che, nel riprendere i nostri lavori, voi sarete con me concordi nel volgere un'altra volta il pensiero e il cuore alla Francia amica
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A voi, miei colleghi, allo spirito del caro amico, chiedo venia pertanto se mi limiterò a pochi cenni fugaci di una vita, che, nella sua brevità
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era sensibile a tutte le cose buone e belle, comunque si chiamassero; aveva (voi certo lo ricordate) nella faccia, come nella parola, un'espressione
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E con ciò io credo, o signori, di essere più utile a voi che a noi, perchè della questione sociale avete assai più voi a temere che noi!»
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codesti rumori della mia domanda di interpellanza, si credesse di poter seppellire in questa Camera la questione sociale, che, se non la sentite voi
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Ecco, onorevoli colleghi, come e perchè voi, come i suoi generosi romagnoli, avete sentito palpitare il vostro cuore dinanzi alla disparizione di un
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Ma, se da me era più davvicino sentito, era però noto a tutti voi, quanto efficace, diligente fosse l'opera politica di Carlo De Michetti, per la
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E voi, attribuendo questa gloria alla vita del perduto collega, se non riuscirete col vostro lutto, col vostro omaggio, a confortar dolori, che non
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