Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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I bollettini della guerra 1915-1918

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AA. VV. 1 occorrenze

giorni sul nostro fronte i presidi delle trincee. L’insolita attività che l’avversario va ora manifestando con fuochi di artiglieria, fucileria e

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USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA

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Zanazzo, Giggi 49 occorrenze

rimbalzo, va a cadere in terra. Il secondo batte a sua volta; e se il soldo suo va a cadere a una spanna da quello del compagno, vince e se lo prende. Se

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Va in giro nelle ore della notte fino ai primi albori. Egli con voce sommessa, dice: — Acquavitaa, acquavitaroo!

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È un giuoco che va eseguito da tre fanciulli. I due più grandicelli formano con le loro mani, dandosele a croce, una specie di seggiola, molto comoda

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Va anch’esso per le strade, con la sua merce affastellata sopra un carrettino, e l’offre al grido: — Er pilaro donnee!

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compare o la commare, se ’va a’ ppranzo fôr de porta, e ppoi se va a ffa’ una scarozzata. In tutto er tempo che sse va in carozza, le crature accresimate

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Va attorno nelle ore stesse del suo collega l’acquavitaio, e su per giù, con lo stesso tono di voce, dice: — Caffè, per un soldo!

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Lo si vedeva in giro, e ci va tutt’ora, sebbene raramente, in primavera, e nelle prime ore della notte: — Ova toste, ova, ohé!

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Quanno se va a bbacià’ er piede a Ssan Pietro, bbisogna annacce co’ rispetto e ddivuzzione nun sortanto; ma adacio adacio; perchè si nnó, a le vorte

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È abruzzese. Va curvo per il peso di una canestra nella quale porta una quantità di utensili da cucina, e grida: — Peparóle e cucchiaaà! — Schifiètte

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Va spingendo un carrettino tutto adorno di specchi, di carta fiorata, di immagini di sovrani, ecc. Egli grida con voce nasale: — Nocciuoline

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Dal giorno dell’Ascensione in poi questo venditore, quasi sempre un contadino marchigiano, va la mattina, vendendo la gioncata che tiene in un

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: Due soldi e mezzo. Dall’ebraico Va-chezî: mezzo. Ghìmene: Tre. Dall’ebraico Ghimel: tre. Ghìmeme-vaghézzi: Tre e mezzo. Dal vernacolo ebraico: Va

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I ragazzi mettono un asse in bilico su di una trave o altro corpo elevato, e si siedono alle due estremità; cosicchè quando l’uno va in terra, l

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Va attorno nei mesi caldi con un cappello di paglia a larghe tese, una secchia d’acqua, una canestra con l’occorrente per bere, e grida: — Acqua

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una persona, e nun se vô mmette a ssede, è ssegno che quela persona l’ha cco’ vvoi. Quanno se va a ffa’ vvisita a quarchiduno, nun bisogna mai

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Si fa la conta; quello cui va il punto del conto va sotto. Si fa una riga in terra, per indicare il punto dal quale si deve spiccare il salto

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Va in giro per la città, appena è l’alba, e guidando un somarello o un magro ronzino che si trascina dietro un carretto con alcune ceste piene di

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Roma aùseno d’annacce la prima domenica de maggio, in carozza o ssu li carretti, a facce una scampagnata. Prima se va a vvisità’ la cchiesola, doppo

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magnasse li capélli, schiatta e assieme a llui se ne va a ll’antri carzoni l’affatturato.

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’ dde tempo ve sentirete arifiatato. Va con sé, che avete d’avè’ ccura de coprivve li réni co’ ’na pezza de lana ariscallata.

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Quanno a ccasa avete messa una o ppiù ccoppie de piccióni, nun bisogna che li levate ppiù; si nnó cco’ l’annà’ vvia de li piccióni, vve se ne va dda

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Va attorno con un gran canestro appeso al braccio, o con un carrettino a mano, e urla come un dannato: — Le pataaate! Le cucuzzee! — A 20 a ppavolo

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Quanno uno va ar Camposanto, si vvô suffregà’ ppe’ ddavero l’anime de li poveri morti, ortre a ddije li deprofúnnise e li requiameterni, ecco si cche

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Il capo della brigata de’ giuocatori fa da mamma e siede. Si fa la conta, ed il sorteggiato va a nascondere la faccia tra le gambe della mamma. I

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pignatta (pilaccia); e, giunta ove la pignatta si trova, percuotere questa con un bastone. Quando la Gatta-céca, smarrita la traccia, va a percuotere in

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corsa, si cambiano l’un l’altro il posto che, chi è nel mezzo, corre ad occupare. Se egli vi riesce, il giocatore rimasto privo di asilo va nel mezzo, ed

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macellaio per non far capire a’ suoi avventori che il tal pezzo di carne va in malora o puzza dirà col suo garzone di bottega, per esempio: Quel lòmbo va

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A chi va la conta, prende il mazzaròcco o la mazzaròcca (vedila al gioco Morè- morè); poi invita il compagno a tirare a pari e caffo; se questo nel

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Fatta la conta come nei precedenti giuochi, colui che è sorteggiato, va a nascondere la faccia in grembo alla mamma, la quale gli benda gli occhi con

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Madònna va in giro, in der passà’ ddavanti a ccasa vostra, vve la bbenedirà. Quell’acqua bbenedetta è bbôna, ortre che pp’er male de le ggengive (abbasta a

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quanno hanno bbevuto. I’mmodo che si uno è sverto, mentre stanno a bbeve, a sversaje per tera er veleno, quer serpe nun sarebbe ppiù vvelenoso. Va

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ne va in porvere. La saétta, invece, è una pietruccia fatta come una lancetta, che indove capita, sfónna, sbucia, ferisce e ammazza.

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Un antro modo sicuro per avè’ ttre nnummeri bbôni è questo. Se va dde notte sóli soli, e ddicenno l’orazzione, insinenta a la Marana de San Giorgio

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"Giuoco di società. Una persona bendata va in giro assidendosi, or qua or là, sulle ginocchia di questo o di quello. Proferisce col solo sibilo dei

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. Venditore e compratore litigano; e ci va naturalmente di mezzo la cocuzza, rappresentata dalla testa del povero giocatore preferito, che si busca scosse in

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gambe, va attorno e grida, p. es.: — Carbonaro! Chi vô er carbone? Un compratore finge di volerne un soldo e gli dice: — Me ne date un bajocco

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magnà’ che lloro ponno fa’, ddipenne da un budello unico e ssolo che ccianno in corpo, che je va ddar gargarozzo dritto dritto insino a ll’ano. Lo

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calore de li maschietti, perchè quanno nascheno, se porteno via tutto er maruvano der calore che ccià in corpo la madre. Pe’ cchi va stitico, sii ômo o

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strapassati, senza che a Roma je sii volata ’na penna; va bbè’ cche ttutto questo è ssuccesso pe’ promissione der Cèlo!).

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’ li pupazzi fatti de bbutiro, che sso’ ’na bbellezza a vvedesse. E la ggente, in quela sera, uscenno da la visita de li sepporcri, va in giro a rimirà

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’adesso. — Allora la volete accusì? ecc. Insomma tutto il giuoco consiste in questo: chi va a contrattare la pila, non si deve mai lasciar fuggire di bocca

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portà vvia. Girerò, ggirerò La ppiù bbella me caperò". E se ne sceglie una a piacimento, poi un’altra, un’altra e così via via. Mentre la mamma va

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, entraveno sciôrte drento Roma, e cce faceveno succede er finimonno. Va bbè’ cche cc’ereno li bbùtteri a ccavallo che le metteveno in riga; ma la ggente ar

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Il venditore di pere cotte, va attorno nelle ore afose del caldo, cantando con voce stentorea una lunga filastrocca di parole per attirare i

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sprennore e s’intese dì: "Va a ttar posto e indove troverai che ccià ffioccato, facce fabbricà una cchiesa". E vvarda combinazione! Lo stesso insogno

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Parecchi ragazzi e ragazze siedono; e la mamma va in giro facendo delle domande ad ognuno di essi, come p. es.: MAMMA. È vvero che oggi è una bbella

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Col gesso o col carbone si segna sopra un impiantito una figura come la seguente. Si fa la conta. A quello cui va il conto prende un sassetto, o una

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quarcuno le va ppe’ ppijà’, loro se metteno a ffugge, e intanto tireno come frezze quele pughe che si ppijeno in faccia quello che je curre appresso, l

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è ttempo de levaje la zzinna. C’è cchi je dà la zzinna insino a ddu’ anni; ma nun va bbene, perchè a la cratura jé fa ppiù ddanno che antro; senza

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