Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Manuale Seicento-Settecento

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Argan, Giulio 32 occorrenze

uomini accresce la gloria, il prestigio di Dio sulla terra. Per questo il Barocco diventa presto uno stile e passa dalla sfera dell’arte a quella del

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cosa in sé, di metterla in relazione con altre cose e col tutto, di situarla in uno spazio e in un tempo più vasti. L’arte barocca non aggiunge nulla

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soprattutto uno studioso, che riprende in esame e quasi criticamente analizza e verifica, punto per punto, l’immenso lascito formale dell’arte del

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propone, di fare dell’arte uno strumento capace di (sollecitare la devozione, anche e soprattutto nel popolo. Bisogna dunque compiere una verifica dei

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, Uomo che mangia i fagioli- potrebbero far supporre, all'inizio, uno schietto interesse per l’osservazione diretta e la notazione immediata; riprendono

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protagonisti della pittura del secolo; secondo, che l’uno e l’altro si opponevano nettamente alla cultura manieristica romana; terzo, che l’ideaiismo

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quello che riprendeva uno schema di immagine di Raffaello (Giove con Ganimede: nella Farnesina). Raffaello era considerato il pittore del «bello

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un fatto che si protrae nel tempo, e che proprio la lentezza, la durata, rende più tragico. Non v’è più, dunque, un lampo di luce, non più uno scontro

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testimone di uno dei più solenni dei suoi atti. Dio, nel suo pensiero, non e nel cielo tra i beati cori, ma in terra, tra i poveri e i dolenti. Nella

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cultura figurativa barocca comincia dopo la morte del Caravaggio; e che uno dei massimi creatori di quella cultura, il fiammingo RUBENS, ha vissuto a Roma

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coscienza di chi lo recepisce e lo concepisce, uno sterminato repertorio di spunti formali, di immagini che hanno in se stesse potenzialità, e sviluppi

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Cappella Cornaro, non è meno inquietante, anche se meno angoscioso, del realismo di Caravaggio: se io guardo delle persone che guardano uno spettacolo

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formazione di Bernini come di Pietro da Cortona, fino a costituire uno dei poli della dialettica interna al Barocco romano.

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naturale». Al posto di una tela, dipingerà su «pietra o materia che sorba li colori a fine che non ricevono lustro»; al posto di uno, eseguirà tre

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, ARTEMISIA (1593-1652 circa) è uno dei tramiti tra il caravaggismo romano e la corrente caravaggesca che s’era formata a Napoli, col BATTISTELLO, fin dai

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Quando, nel 1605, torna a Roma dal suo secondo, breve, soggiorno in Spagna, ORAZIO BORGIANNI (1578 c.- 1616) è uno dei capi riconosciuti del «partito

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secondo la diversa reazione di uno stesso colore alla luce. Il DOMENICHINO (1581-1641) ha il programma, non la sensibilità morale del Reni. Segue il

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È dunque più che una crisi di slancio poetico, l’inizio di quella nuova fase che condurrà il Guercino «alla formulazione di uno stile classico al

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strozzatura. Inoltre la navata era uno spazio nudo, senza forma.

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sprofonda nelle cappelle radiali o si espande in chiaroscuri sfumati nella cavità della cupola: indefinito come uno sfondo di cielo dietro il solido primo

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Reni e il Domenichino. Non per un ritorno all’idea del bello, classico, ma per uno spregiudicato liberalismo culturale. L'arte non è un problema ideale

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, stoico, insiste sul valore morale dell’antico come exemplum virtutis. Quasi come in uno stiacciato di Donatello, lo spazio è determinato da un’architettura

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(1615-1660), e uno scenografico, tripudiante decoratismo barocco, che ha in PAOLO PORPORA il suo massimo rappresentante.

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diventa una sguaiata scena di ebbrezza che si svolge in uno spazio ristretto, tra botti di vino, il sileno ebbro dalla grande pancia un po

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La pittura — ed è questo che lo differenzia dal Preti — non ha più contenuti che le siano proprii, non uno specifico campo in cui agisca come mezzo

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rappresentativa di una monarchia assoluta e di uno stato militare: e, come tale, dare il tono ad un’attività architettonica che si diffonde in tutto il

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natura, in uno spazio che alla città appartiene solo visivamente. Il sito ed il tema votivo suggerivano la pianta centrale; Juvarra risale al Pantheon, ma

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uno scandalo, non è detto che l'arte non debba avere significati simbolici: nel caso del Canova ne ha, sempre. Il motivo, del resto, ritornerà troppe

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che il bozzetto dà, dunque, non è la figura immersa in uno spazio, ma un frammento di spazio visivo solidificato, un insieme di macchie di chiaro e di

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Ora, questa era, più o meno, la tesi dell’«empirismo radicale » del Berkeley, uno dei cardini del pensiero illuministico; e se non può dirsi che il

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Che così sia, meglio si intende facendo un passo indietro e uno avanti: tornando al Dedalo e Icaro del ’79 e spingendoci fino al monumento di Maria

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-1844), allievo del Carstens, uno dei più ardenti sostenitori della poetica i del «sublime». Non seguì il maestro nell’imitazione fanatica di

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«Tex Willer» 93 (1 Luglio 1968)

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Gianluigi Bonelli 18 occorrenze

NE MANCA UNO! ERANO TRE!

FRATTANTO IN UNO DEI SALONI...

E CHI VEDE UNO “ZOMBIE”* NON HA SCAMPO!

FORZA, GENTE!... NON CE NE DEVE SCAPPARE UNO!

PER TUTTA RISPOSTA UNO DEI GUERRIERI SCAGLIA LA SUA LANCIA...

QUESTO SÌ! UNO ERA MOLTO VECCHIO, MAGRO E DI PICCOLA STATURA...

ESATTO, MIA NERA COLOMBELLA! STASERA, AI SEMINOLES OFFRIRÒ UNO SPETTACOLO DI GALA!

… MA BEN SAPENDO QUALE SORTE LI ATTENDA, NON UNO DI LORO GETTA LE ARMI...

... MA PER GLI INIZIATI VOODOO, UNO “ZOMBIE” È DAVVERO UN MORTO CHE IL LORO STREGONE HA RIPORTATO IN VITA?

QUELLO ERA UNO SPIRITO DEL MALE, SEMINOLES, E LE SUE PAROLE ERANO MESSAGGERE DI SVENTURA E DI MORTE!

POCHI ISTANTI DOPO, IL GIGANTESCO NEGRO E IL CAPO DEI SEMINOLES SONO L’UNO DI FRONTE ALL’ALTRO.

CHE SE INCONTRO UNO DI QUEI COSI, GLI FACCIO OMAGGIO DI TANTO DI QUEL PIOMBO DA FARLO TORNARE DI CORSA NELLA SUA BARA!

FINALMENTE UNO DEGLI STRANI SEGNI DI CUI AVEVA PARLATO IL SERGENTE! BENE, BENE!... NON SO DAVVERO COSA PAGHEREI PERCHÈ FOSSE QUI ANCHE HORTY! AVANTI!

MEZZO MINUTO DOPO, IL CAPO SEMINOLE BALZA SULLA CANOA CHE SI STACCA SUBITO DAL CANNETO E SI ALLONTANA VERSO UNO DEI MILLE CANALI DELLA MISTERIOSA

... L’ALTRA, UNA GIOVANE DI NOTEVOLE BELLEZZA, E UNA SPECIE DI COLOSSO DEGNO DI FIGURARE IN UNO SPETTACOLO DI CIRCO COME “L’UOMO PIÙ GRANDE DEL MONDO”!

SCAPPARONO IN DUE: MEFISTO E IL BARONE DE LAFAYETTE, UNO FRA I PIÙ RICCHI PIANTATORI DI HAITI CHE I PARENTI AVEVANO FATTO RICOVERARE QUI A CAUSA

TOMBE E MANTENUTE IN UNO STATO DI IDIOZIA PER MEZZO DI QUALCHE DROGA...

DOMANI, QUANDO QUELL’IDIOTA DI YAMPAS ANDRÀ A PORTARE LA RISPOSTA, DOVRÀ FIRMARLA COL PROPRIO SANGUE, E DA QUEL MOMENTO, UNO ALLA VOLTA, ANCHE GLI

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