Poi, senza aver percepito nulla - devo pur essermi addormentato, a un certo punto - mi scuoto di colpo dopo un corpo a corpo con mia madre, in un
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Ippodromo a Cesena fino a tardi: Gran Premio, diecimila persone, verso la fine un 'oppressione da svenire e prima - appena entrato - il mio disturbo
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Fa un caldo terribile, la stanza diventa una pozza sanguinosa, la bolla che si era formata all 'occhio destro occupa adesso tutta l'aria, inonda la
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, mmi sveglio come reduce da un bagno, trafitto di sudore, gesticolo sconvolto, colpisco senza volere la mia gatta, urlo.
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Poiché non spero più che avanzando nel mondo ci sia un delta parlo una lingua di fosso seguo suoni di legno mentre il vento dilania l`incerata.
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Sì c'è un modo per dimenticarsi. Stilare un elenco, annotare:
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“C'è un portone. Vado anch 'io.”
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sale fino a un tronco e ridiventa foglio.
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Ma è adesso che vengono Hitler (31 gennaio, un giorno di San Geminiano!), l 'incendio del Parlamento, le finte elezioni.
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Soprattutto oggi, che mia madre mi rimprovera l 'indolenza e l 'essere sempre in giro, per sottrarmi al suo controllo stringo un 'alleanza con strade
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E parlando, alzandomi come un ossesso, ti accarezzo la fronte, le guance, pero - nonostante i quasi quaranta gradi - mi s'impiglia nelle dita un
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Il 7 luglio, mercoledi, torno in un caldo che ossessiona dal lavoro, per pranzare con te.
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In casa pochissima roba, un velo di sudore sulle labbra e sul corpo, tu che mangi di malavoglia: ma non ricordo cosa. Io devo partire il giorno dopo
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vergogna, ricordamelo, dammi un altro silenzio.
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voltarsi, si può sentire il fiume. Il suo lampo arriva con un tonfo di muschio e legno. L'acqua si solleva, sferza le pietre.
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Un sollievo venuto da non so dove ma reale.
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Un fruscio, uno stormire di foglie, sì la memoria che scroscia copre i ricordi, confonde i visi e i gesti, finalmente.
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Una domanda a cui rispondo in fretta: sono in un vento che annuncia un temporale, ascoltando una radio notturna che parla di futuro.
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questa trasformata dal vento e dalla luce. Se srotolo un tappeto o stendo un lenzuolo sul balcone è solo in obbedienza al ritmo di una morte passata
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Un giorno ho pensato che ci sarebbe voluto tempo, proprio quando mancava il tempo, per cucire lentamente vicino a una finestra. Quello che avevo
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Eccoli di nuovo sulla porta di casa, ecco il ritorno dal viaggio della vita di un giorno. Tutte le ore canoniche: dalla Compieta ai Vespri trascorse
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: mio nonno Mario Sighinolfi , nato come me un ventitré di marzo, era appassionato di bocce, ma - per eccesso di pudore - si limitava a guardare le
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sferza la sdraio dove resta tutta la mattina con una borsa di acqua calda tra le gambe. Ha paura. Di nascosto si cuoce un uovo in un tegame. Tra la
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Lei dorme con un berretto di pelo e il petto chiuso mentre la strada scricchiola di gelo. La notte ha mille astucci. Uno per ogni fiala.
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Non riesco a sentirti, sta passando un camion carico di ferro, ogni parola spenta dalle sbarre di ferro, ogni nome folgorato dal clangore del ferro
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La chiesa della Trinità è un piccolo edificio a navata unica appena fuori dal paese e poco distante dal camposanto. Quando vado a visitarla in un
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Questo confondersi, che dovrebbe insegnarci quanto puerilmente siamo attaccati ai nostri nomi, mi ha ricordato di colpo il grande vetro - quasi un
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quello attuale, quando - come scrive un cronista del tempo - “migliaia di isolani sprofondarono nell'oblio” a causa della sepoltura usata allora. Le
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Cos'è un nome? Nulla. Un suono che chiama un corpo, un campanello che ti aggioga. Ricevere un nome è la prima prova che siamo in balia degli altn
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Hölderlin corrispondeva a un nome spesso deriso. Scardanelli scardinava il passato.
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Se il destino è nel nome, il mio sta impallidendo fino a spegnersi e forse si disfa: una sconosciuta in un posto sconosciuto.
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Il nome scivolerà via con il corpo, ci saranno dei segni su una pietra per un tempo che giustamente fa sorridere i fisici, poi l'unica conispondenza
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della follia. Chi e dove sono, cosa succede se decido di disfarmi del nome, di farmi chiamare in un altro modo? E quante persone dovrei ammaestrare?
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Coi treni ho un rapporto controverso. Anzi, dopo aver evitato per una premonizione dell 'ultimo momento la strage del 2 agosto 1980, a Bologna, il
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L' abete scroscia come un torrente.
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Non sono solo e percorro un sentiero erboso: alla mia sinistra scorre l'acqua, sulla destra il retro di una di case, qualcuna elegante, qualcun
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, uno di quei rivoli da niente che poi esplodono in un fiordo interminabile, ali di farfalla capaci di provocare a migliaia di chilometri un tornado.
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Quando poi ritorno, l 'indomani nello stesso luogo, il cane tace, è buono e quel tratto di sentiero è scuro come tutto attorno, ma non è un pozzo e
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Dopo che l'ho chiamato, invece, questo fissandomi latra e salta come un pazzo fino quasi a varcare il suo recinto. Allora mi giro per continuare il
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Mi volto, in silenzio, e torniamo indietro, senza più il piglio di chi sfida anche un implacabile acquivento. Di buon grado, muto, vado verso
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ostacoli più ardui. Anche se qualcuna, un giorno o l 'altro, dovrà pure spiegarmi cosa vuol dire “adulti” nel primo mondo contemporaneo occidentale
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