VENGO CON TE.
AURA, SONO ORGOGLIOSO DI TE.
ENRICO, HAI SUPERATO TE STESSO!
AH! AH! AH! MI CREDI STUPIDO COME TE?
ANCH’IO SONO ORGOGLIOSO DI TE. TUTTI TI GUARDANO.
AURA, SPETTA A TE. TI SEI TANTO PRODIGATA NEI LAVORI DI RECUPERO.
CREDO CHE COSÌ LA DATA DEL GIORNALE SIA BENE IN VISTA. CAPO, TOCCA A TE!
SÌ, MA STAMATTINA SON PARTITO PRESTO PER VENIRE A CONGRATULARMI CON TE E CON TUO PADRE.
IO RESTO QUI CON TE. NON VOGLIO LASCIARTI SOLO E POI, DOPO QUELLO CHE È SUCCESSO, NON RIUSCIREI A PRENDERE SONNO.
HO UN MESSAGGIO PER TE.
OSI RIBELLARTI? TE NE PENTIRAI!
PENSATA GRANDIOSA, DON! VERAMENTE DEGNA DI TE!
INFATTI! MI DISPIACE PER TE, MA È UN TORO!
EHILÀ! MIO VECCHIO POLLO! COME TE LA PASSI?
ALLORA, NON HAI CAPITO, POLLO! SONO IO CHE DEVO CATTURARE TE!
SÌ SÌ... IO OFFREO A TE GRAN BANCHETTEN, MA TU POI LASCIAREN, EH?
NON VOGLIO LASCIARE NEL DUBBIO UN GIOVANE PROMETTENTE COME TE! T’INDICHERÒ IO LA TUA VITTIMA!
. - Va' via! Che aspetti? - esclamò la Carola. - Lo sai che tocca a te. - Ma per l'appunto di domenica e a quest'ora, quando la nonna ci racconta la
lo avrebbe volentieri trattenuto, ma la Carola aveva detto: - Non te lo mangiano mica! Ed ella, per non farsi biasimare dalla cognata, lo aveva
bruciapelo dal suo superiore. Tremò, impallidì e non ebbe fiato di rispondere. - Dico a te, fratello, - ribatté il Padre guardiano in tono fermo. - Sono
levatoio: - Dimmi, villano, dov'è il tuo signore? - Dove gli pare, - rispose l'altro, - e non si scomoderà di certo per te. - Guarda con chi parli! Io sono
poi, aprendo la bocca sdentata a un sorriso, aveva risposto: - Lo sapevo, e quella monella può dire di avermi stregata; sarei più contenta di te di
molto potente, perché possiedo la saggezza. In questo momento sono perseguitato, e se tu mi levi la fame e mi cerchi un nascondiglio, io farò di te
nobile signore aveva motivo di essere pensoso. Suo padre era morto la sera prima, e avanti di chiuder gli occhi gli aveva detto: - Cicciaporco, da te
raccoglie le preghiere, mi manda a te. Se tu vuoi salvare messer Spini, questa notte stessa devi portarlo via da questa casa. Domani tuo padre andrà a
, quando Cosimo, fingendo di aver pietà di lei, le disse: - Voglio condurmi verso di te come un buon fratello e un buon cristiano. C'è nella stalla una
. - Ma chi te l'ha insegnata, chi ha preparato a me questa sorpresa? Gigino, tutto rosso, accennò coll'indice la Vezzosa, che stava a ridere in disparte
giorno con fare imperioso: - Eccoti una borsa ben guarnita; scegli un cavallo e fa' che io non senta più parlare di te. Il giovane Valfredo non intese a
turbamento di quel figliuolo, che era il suo cucco, gli domandò, mentre nessuno li ascoltava: - Te ne accorgi, Cecco, che il giorno della separazione
, - tu devi ascoltare i nostri lamenti, poiché avrai capito che quei due che parlavano di te furon tuo padre e tua madre, come io fui tua moglie. Ora
io per volergli bene, ci sarai tu, ed egli potrà consolarsi con te della mia mancanza, - diceva la vecchia. La domenica, Vezzosa, che non era più
Sigismondo. - Ho parlato a te; - disse con piglio di comando il ciarlatano, - ubbidisci! Leone salì le scale con la testa bassa, e poco dopo introduceva il
, arrischio per te la vita; ma tu saprai mantenere la tua promessa? - Per Adamo, di cui porto il nome, per Mosè, per tutti i patriarchi gloriosi del popolo
erano allora una moneta che aveva assai valore. - Dio te ne renda merito, - disse la mendicante, e, se la sventura ti coglie, guarda sempre verso il
il figliuol tuo sarà per cento volte più rinomato di tuo padre, di tuo fratello e di te, e il suo nome correrà sulla bocca di tutti. Parri, come ho già
rozzi di te, e allora se ne ingelosirebbero e le farebbero scontare con tanti dispettucci le tue lodi. Tu devi in pubblico trattarla come i tuoi fratelli
burlette il signor di Porciano gli die' l'ospitalità. - Te la pagherò, non credere, - disse il buffone. - Anzi, voglio esser generoso e ordinerò al mio
con me e te ne troverai bene. Questa assicurazione era fatta in tono così perentorio che a Pippo non rimase altro che ubbidire, e, stronfiando, seguì
. Ella salì in groppa a un cavallo, e non si può dire quali accoglienze le facessero il Conte e la Contessa e con quanta devozione assistessero al Te Deum
quartiere dello sposo. - Carlo fa di te una principessa! - dicevano le zie toccando ogni oggetto con riguardo, per timore di sciuparlo. - No, faccio
condusse sposa in questa casa. - Che te ne rammenti, tu, se ero bella o brutta? - disse ridendo la Regina rivolta al figlio. - Altro se me ne rammento! Non
, nonostante che ella si sentisse sanguinare il cuore, disse a Gosto: - Va', e che Dio ti assista! ma prima di partire, accetta ch'io divida con te ciò
gattabuia, peggio per te, - gli fu risposto. Il portone del palazzo si aprì, quattro braccia robuste afferrarono ser Bandino e quasi di peso lo portarono
metterti in fuga. Va', povero reprobo, e concediti alcune ore di riposo, prima che torni a pesare su di te la maledizione eterna. Quando il Diavolo fu
. - Una sola, signor mio; - rispose il bambino aprendo la mano, - ma questa contiene una mosca con le ali d'oro. - Ebbene, te la prendo, - disse
panni, aveva viso altero e piglio di comando, - ma io ti conosco, ser Alamanno, e come tu puoi giovare a me, io posso molto giovare a te. - Prima di tutto
partire a tuo beneplacito. Di più ti dico che tu non devi avere verso di me nessuna gratitudine, poiché io compio verso di te un dovere e non esercito
bella gioventù, la forza, la letizia dell'animo? - Neppure. - Tu non vuoi nulla dunque? - disse il Diavolo stupito. - Da te non voglio nulla. - Bada
creduto bene di mettermi accanto a te per rammentarti la promessa. Dipende da te liberarti presto della mia presenza. Il Conte chiuse gli occhi per
chiarore. Quell'angiolo scendeva fino a lui e gli diceva: - Poiché hai avuto fede, sarai esaudito: il Signore mi manda a te per indicarti l'acqua che deve