... e non vorrei crederci neppur io - riprese Giorgi. - Vengo da te appunto per avere la spiegazione di fatti che possono distruggere la mia felicità
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, qui! - E picchiò con la palma della destra sul petto - Né qui! ... - E picchiò su la fronte - E mi stimo qualcosa di piú delle tue bestie ... te
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parola e di gesto, le dissi: "Attenderò. Tutto finisce a questo mondo; finirete di amarvi anche voi due. Intanto, io sarò per te, piú che un amico
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che gli altri pensano e credono. In quanto a te, non posso avere uguale indifferenza, voglio conservarmi il tuo affetto, la tua stima. Ecco dunque quel
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fare proprio lo scettico, prendere in burletta il mio dolore, i sentimenti che mi tumultuano nel cuore da due giorni in qua, recitare davanti a te la
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Parens, della donna; non sapremmo inventare niente che valga a sostituirla». «Insomma, secondo te - lo interruppi - arriveremo alla fecondazione
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dirmi: - Ti sei messo da te cotest'impiccio? Hai preso cotesta gatta a pelare! ... Cavatene come sai e puoi! Io non voglio entrarci per niente! Altro
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buona idea; dovresti attuarla». O pure: «Dipende da te, perché quel bagliore di fantasia diventi realtà». O pure: «No, quel desiderio è troppo ambizioso
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di amore». Dichiarazione che rimaneva inascoltata perché, dopo che il professore aveva detto alla vecchia: «Lo scimmione è innamorato di te!» la
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saputo all'ultimo dar tanto da sfamarlo ogni giorno! Con che ironico sorriso hai tu forse appreso nell'altro mondo che ieri uno dei quadri da te ceduto
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sarebbe stato tradimento. Trattienimi presso di te, finché la tempesta del mio cuore non sarà cessata. Ti lascerò libero appena mi sentirò nuovamente
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tutto il merito. Non sono contenta della tua lettera, te ne dirò il perché; non però adesso. Qui scrivo troppo male e ora scende il nebbione dai prati
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niente!" rispose Noemi, irritata. "Taci! Dormi!" "Ho paura! Vengo da te!" "Proibisco!" "Allora vieni tu!" Noemi replicò un "vuoi finirla?" tanto
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" disse la virile voce piana "dare tutto te stesso alla Verità Suprema, alla sua Chiesa visibile e invisibile?" Come se si fosse atteso a quell'atto e a
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, bianche sopra un fondo nero, queste parole del Vangelo che prima, nel tempo buono, mi erano state tanto care: "Magister adest et vocat te." Don Giuseppe
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combinar niente per te col signor Giovanni. Ma, domani, o tutti o in parte, credo che ci riuniremo ancora. E tu" soggiunse esitante "sei disposto a
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parto. Vuoi che venga a morire da te? " Io mi turbai tanto che non ebbi la forza di rispondergli, perché poi non so nemmeno se il pericolo
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signorina rise. "Sì, mi ha dichiarato la guerra e io gli." "E io a lui si dice. - Vorrei che s'innamorasse di te" soggiunse Jeanne, seria. La signorina
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braccio il caro viso sulla bocca. "Ho tanto bisogno di te," disse "della tua forza!" "Sono tua per questo" rispose Maria "e sono forte solo perché tu mi
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nella mia Vita, forse un poco ne hai fatto anche tu, forse te ne ricordi. Piangi piangi così abbandonato sul seno del Padre che ti chiama, che ti
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che a te." Jeanne intuì la notizia che Noemi avrebbe portato al morente: la sua prossima conversione al Cattolicismo. Tutta la forza ch'ell'aveva
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verrà da te. Addio." E partì senza lasciare al fratello il tempo di replicare. Il suo coupé l'aspettava. Diede al domestico l'indirizzo del
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pesa su di te. Dimmi che cosa facevi nel giardino della villa, armato, a mezzanotte? Nulla, - rispose il ferito fissando l'antico padrone. So che il mio
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passare il tempo. Tu scherzi, babbo, a te il tempo manca sempre. Lo zio Franco, invece, non sa mai che cosa farne. Dimmi, babbo, tutti i duchi sono così
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avrebbero potuto pronunziare le labbra. - Che te ne importai - rispose il duca col solito fare sprezzante per evitare di rispondere. - Hai un debito di
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calcolare come un genovese e disse : Io so tante cose che potrebbero togliere al Frangipani molti voti. E le tieni per te? - domandò l'Orlando fissandolo con
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tre mesi in carcere; mi porta sventura. Alessio, rammentati che quella povera donna non si è mai scordata di te quand'eri rinchiuso. Quello che ti
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tutto cambierà e io uscirò di nuovo con te. Anche lo zio Franco ha ordinato che io non esca di casa senza Leda e altri. È tutta colpa dei malandrini
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colazione alla villa si presentò tardi, quando gli altri avevano già mangiato e chiese una sola tazza di tè, dicendo di sentirsi male. Velleda si alzò
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. Ah! birichina, te ne sei accorta anche tu della sua goffaggine. Oggi per la prima volta, zio; prima no. Come mai ridevi a tavola? - domandò Velleda
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intendevo dire. Quelle promesse tu me le hai chieste anche ieri, replicò Roberto, - e io te le ho negate, perché non vaglio mi si detti legge. Oggi
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anche più bello. Io non prenderò mai moglie e il dì delle tue nozze regalerò a te e a tuo marito il mio titolo, tu sarai la sola duchessa d'Astura. Maria
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, quasi scusandosi, credevi tu che io volessi lasciarti morire? Non pensavi che io vegliavo su di tè? Da più ore sono in quella stanza nascosto dietro
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che ai proprj figli. - T'inganni, Leda: tu sai tutto, ma queste cose le sa meglio Franco di te. Il duca non lasciò a lui il suo titolo? - Perché era un
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madre, che aveva per te tanta tenerezza, ti sentisse parlare cosi cinicamente di toglierti la vita che ella ti dette, non credi che ne piangerebbe
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pensare che lo zio, buono e affettuoso con te, ti ha fatto erede dei pochi terreni com- prati a forza di risparmi, di lavoro e di economia. - Bernardo si
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guardava, la vide sorridere tristamente: - Son come te: temuta e non amata - disse l’aquila, e volò via. Il Conte andò su tutte le furie. Quel- la aquila
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sulla te- sta aveva tre stelle. Il Manovale, che non aveva mai visto una bellezza simile, rimase abbagliato, e, da seduto che era, si trovò in ginocchio
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. - Povero a te se non mi ubbidisci! Devi ub- bidirmi in tutto! - Serpolino avrebbe preferito la morte a quel supplizio. - Vieni qui, e coricati, - disse il
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dirle tutto il giorno: - Rosettina, quanto sei bella! Delle bambine belle come te non ce n'è altre nel mondo! - La bimba se lo credeva, e si mirava
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giungere a quelle montagne? - Non ci pensare. Domattina Dissi- dio si metterà insieme con te in cammino per portare la discordia in una famiglia che
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. - Miagola pure; se tu fossi un ra- gazzo, per farti stare zitto, te ne darei un pezzettino; ma sei un gatto! Discorri se ti riesce! - Il Fante, con
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a prender l'erba meravigliosa per la mamma malata. - Allora non porti altro che miseria, e te ne puoi tornare a casa. - No, porto dimolta roba, e roba
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essere ammazzato. Saaud a quel pensiero piangeva a calde la- crime, e Abdelazis, che lo vide, gli disse: - Vorresti che te lo regalassi? - Se fosse
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rubassero suoi te- sori; gli sembrava di sentir rotolare le mo- nete sul pavimento; voleva urlare e non poteva. Si svegliò spaventato e andò in cantina
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foresta. Quando hai mangiato, torna su questa querce e faremo la strada insieme. Il Conte è povero povero, ma per te avrà sempre a sufficienza da mangiare
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infelici senza di te! - Fragolina non vedeva più il popolo esultante, non vedeva più nulla, tranne i suoi cari nella piccola capanna, e non sen- tiva
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rumore delle pale e delle pialle. Non posso stare in ozio, te ne sei già accorto. - Vattene! Io non mi sono accorto di nulla. La volontà di Allah si
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messe in te- sta, e dopo qualche tempo rinnovò al Re la domanda. - Mai! - le disse il Re. Nonostante, dopo un certo tempo essa tornò alla carica e non si
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. - Sgricciolina non voleva l'anello. - Cerco il mio nonno, e che m'im- porta d'essere invisibile? - Prendilo e te ne troverai molto contenta. - Sgricciolina
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Accademia della crusca
