!... Ceci !... O che siamo al mercato? IL Re. Parlate voi, eccellenza Arlecchino. Si vede che l'eccellenza Tartaglia è troppo commosso per le buone notizie
quanto siamo crudeli noi uomini privando di libertà queste graziose creaturine per procurarci il piacere di averle presso di noi; ma quelle riflessioni
Dunque, stando così le cose, noi cattolici siamo in dovere, quali esse siano le convinzioni storiche o giuridiche, di non staccarci dalle
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Il potere temporale dei Papi non è uno domma di fede, quindi non siamo obbligati a crederlo ciecamente, ma è una verità naturale collegata alla
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Boselli ministro delle finanze. Vedete che siamo in una questione di sanzione penale: il principio è passato. Però a me par giusto che si segua la
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l'andamento dell'opinione pubblica nei vari periodi di tempo cui ho accennato, siamo obbligati a conchiudere che anche gli Istituti di credito fondiario
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Vollaro De-Lieto. Allora siamo tutti asini!
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magistrato. Potete avere larga fiducia negli amministratori del credito fondiario; ma noi, siccome siamo nella vita pratica, e vediamo praticamente l'uso che
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L'onorevole presidente del Consiglio chiese poi che si stabilisse per lunedì l'esposizione finanziaria. Su ciò mi pare che siamo d'accordo tutti.
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a proporre una transazione, un mercato! E la marchesa crederà che siamo d'accordo! Ah!" Ella strinse e scosse le mani congiunte come se avesse voluto
faceva come te. Ci vuol altro, siamo tutti mortali e dobbiamo accettare la nostra condizione. Si rassegnavano. Ma tu, no. E questo cimitero! E queste
caverà benone. Siamo amici di Papuzza anche noi e non lo lasceremo mutilare né svenare." Franco non si tenne dal brontolare con tanto di cipiglio
?" "Tutta, O'Donnell. Se ci lasciamo sfuggire quest'occasione siamo perduti." "Vada la zavorra dunque! Poi accadrà quello che Dio vorrà." Era forse una grande
." "Vi dimenticate che siamo a tremila metri e che non abbiamo una cucina, ghiottone?" chiese l'ingegnere. "Avete ragione, Mister Kelly. Mi dimenticavo
una terra. Finché la corrente del nord-est si manteneva costante, io speravo di giungere in Europa in pochi giorni: ora siamo in balìa dei venti e
più e non sapranno dove siamo atterrati." "Verremo ben accolti da quei negri?" "Non lo so, O'Donnell. Le Bissagos sono isole ancora poco note." "Se
siamo su un vascello che non ha rivali e fila a tale velocità da infischiarsene di tutti gli incrociatori del mondo e delle loro artiglierie." "Non
cosa ci deve toccare di peggio?" "È vero, O'Donnell" rispose Kelly sospirando. "La fortuna che prima ci proteggeva ci ha ora abbandonati, ma siamo
corna di cervo! ... Siamo perseguitati dal destino?" Per parecchi minuti un cupo silenzio regnò sull'aerostato, che il vento trascinava con grande
o bianchi, noi ce ne infischiamo, e vi dico che giacché vi abbiamo incontrati, ci darete da mangiare. Non siamo cani noi, signor passeggero dell'aria
tutte le viti." "Sono cose che spaventano, Mister Kelly." "Vi credo O'Donnell. Fortunatamente noi siamo fuori della portata delle folgori." Intanto
il pallone è una pazzia, amico mio. In poche ore il vostro incrociatore rimarrà indietro di due o trecento miglia." "Ma non siamo quasi immobili
questo Umpane?" "Il re dell'isola." "Come si chiama quest'isola?" "Orango." "Ci avete teso un agguato?" "Vi abbiamo veduti cadere e siamo corsi qui
?" "No: quei negri sono sudditi francesi e non ardiranno toccarci." "Hurrah per la Senegambia, dunque!" "Non ci siamo ancora." "Ci giungeremo, Mister
17o 15o di longitudine ovest, ed a 24o 39o di latitudine nord. "Siamo a poche miglia dal tropico" diss'egli. "I fetonti non mi avevano ingannato
e anche qualche detonazione. "Diavolo!" esclamò l'irlandese, che non amava il silenzio. "Ci prendono per aquile? Fortunatamente siamo molto alti e le
strana paura ti ha invaso?" "Temo di cadere, massa" rispose il negro balbettando. "Forse cadiamo noi?" "Io sono negro, e voi ... " "Siamo bianchi" disse
atmosferica si avvicina," disse l'ingegnere a O'Donnell, "e temo che l'incontro violento delle correnti d'aria produca qualche uragano. Siamo vicini a
," rispose l'ingegnere. "Le Canarie!" esclamò O'Donnell. "È impossibile, signore, che vi siamo giunti così presto!" "Giunti? Vi è ancora un bel tratto di via
. ovest. "Dove ci troviamo?" chiese O'Donnell. "Sui paralleli della Virginia," rispose Kelly. "Tanto siamo discesi?" "Purtroppo." "A quale distanza
?" "Non ho questa pretesa, O'Donnell, ma se il vento si mantiene stabile, noi avvisteremo domani sera o dopodomani, le prime Canarie." "Siamo spinti
spiacerebbe assai ritornare nel Canada." "Se ci trovassimo vicini alla superficie dell'oceano, getterei le mie ancore: ma siamo tanto alti che tutte le nostre
il maharatto, o siamo perduti. Due colpi di carabina rintronarono forando i bambù. La tigre fece un salto emettendo un furioso miagolìo. - Ferma
le carabine e fecero fuoco, ma le palle non colpirono che le stuoie di coccottiero. - Siamo presi, - disse Tremal-Naik. - Barrichiamo la porta. Questa
cuore rimpicciolire per lo spavento. - Un rinoceronte! - esclamò con un filo di voce. - Siamo perduti! ... Non alzò nemmeno la carabina, ben sapendo
qualche preda. - Siamo vicini a Calcutta, - disse un remigante, dopo aver osservato attentamente le due rive. Tremal-Naik, che da qualche ora era in
rattenendo il respiro. - Corri, Negapatnan! corri! - mormorò come se il fuggiasco fosse lì vicino ad udirlo. - Se ti riprendono, siamo tutti due perduti
appiattato un indiano con una carabina in mano e il laccio stretto attorno al corpo. - Siamo ben guardati, - mormorò egli. - Potremo discorrere senza
i capelli sul capo. - Maledizione! - tuonò. - Siamo adunque rinchiusi? - Si precipitò a sinistra e urtò contro una terza parete. La tigre, che si era
. Perché mai quei due istrumenti suonavano così contrariamente? Era forse un segnale? Kammamuri lo temeva. - Padrone - diss'egli, - siamo stati scoperti
spaventevole tua dea che mi fa orrore, che maledii sin dal primo giorno che la fatalità mi gettò fra le vostre braccia. - Siamo inesorabili, - incalzò l'indiano
. - Il sipai forse? - Certo è lui. - Allora siamo perduti. - Non ancora. Sai gettare il laccio? - Giammai fallii il colpo. Tremal-Naik sciolse il laccio
, rimani qui con cinque uomini e io cogli altri raggiungo la camera comune. Al primo sparo salite sul ponte. - Siamo d'accordo. Hider impugnò una
diedero la caccia! Ma siamo noi i suoi compagni. Il bengalese si raddrizzò, guardandoli con ispavento. - Voi! ... Voi! ... - ripeté. - Sono perduto
per la feritoia e lesse: Siamo circondati da alcune compagnie di sipai, ma uno dei nostri segue Darma. Grandi pericoli ci minacciano e la tua evasione
Gange, sii il benvenuto, - disse il bengalese, toccando la polvere colla fronte. - Ebbene? - chiese brevemente Suyodhana. - Siamo battuti. - Che vuoi
il largo. Il capitano condusse l'indiano sotto il tamarindo e si sdraiarono entrambi fra le erbe. - Siamo soli, capitano Macpherson? - chiese il
prendono posto i cacciatori, solidamente assicurata con corde e catene. - Siamo pronti? chiese il capitano Macpherson. - Non manca che di partire
pistole. - Padrone, - disse Kammamuri, - se fra due o tre ore non ritorniamo, vorrà dire che siamo stati assassinati. Il canotto è arenato sulla riva
sto qui, cogli orecchi ben tesi. Siamo su di una falsa via. - Dove sono gli altri? - Tutti dinanzi a noi, Gary. Si teme che gli uomini che hanno