corre ad aprire la camera in cui è prigioniero il giovane Ottavio. Il quale, dal canto suo, dorme il sonno dell'incoscienza. — Che ore sono? — domanda
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che è stato lui a mettere il sonnifero nella cena degli abitanti delle soffitte. E con questo? Quale medico, quale giudice di tribunale crederanno mai
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cominciato un nuovo sogno, nel quale scende dal cielo una banda che suona la marcia trionfale dell'Aida. Non capisce bene se quelli che entrano dal
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, diventa un ragazzino di tredici anni. Non sarà uno sgarbo al lettore? No, perché c'è la sua brava spiegazione. Il lago d'Orta, nel quale sorge l'isola di
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è il turno della signora Merlo. In un'altra stanza della soffitta riposano beatamente il signor Bergamini e il signor Giacomini, il quale, come al
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ricordato che quella poesia era già stata scritta da un altro poeta. Il quale però non parlava del Monte Rosa, ma della Torre Eiffel di Parigi. E non
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granito». Insomma, sotto c'è un portico dove si sta a chiacchierare all'asciutto quando piove, sopra c'è una sala alla quale si accede per una scala
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chiedere un'altra fotografia, nella quale si veda il barone Lamberto non piú di faccia, ma di profilo. — Perché di profilo? — borbotta il capobanda
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. Eredità, addio! Ottavio ha in tasca il sonnifero con il quale progettava di espugnare per conto suo la fortezza, passando per le soffitte. Ma non può fare
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