Posto, nella zona di Monte Coston, sulle falde del Monte Rombon Plezzo e del Potoce Monte Nero.
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si disperse abbandonando sul posto gran parte dei carichi.
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Alla testata del Rio Felizon (Boite) il nemico attaccò in forze un nostro posto avanzato su Punta del Forame, obbligandolo ad arretrare di un
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Nell’alta Val Zebrù (regione Stelvio) arditi riparti di alpini con brillante azione svoltasi al di sopra dei 3500 metri, hanno rioccupato il posto
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Sulla fronte Tridentina nuclei di nostri «arditi» annientarono un nostro posto avanzato nemico presso Daone (Chiese) e distrussero appostamenti in
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Ad occidente di Mori ardite pattuglie, superati parecchi ordini di reticolati, sopraffecero un posto avanzato nemico, riportando 12 prigionieri, armi
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difensive e riportarono armi e prigionieri. A sud di Ponte di Piave occuparono un isolotto, annientando il posto avversario che lo presidiava.
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In Conca Laghi (Posina) un grosso riparto avversario, appoggiato dal fuoco di numerose batterie attaccò un nostro posto avanzato, ma venne ributtato
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piccolo posto avversario nella Valle dell’Ornic.
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conseguire altro risultato, all’infuori del lieve ripiegamento di un nostro posto avanzato, troppo esposto al tiro delle sue batterie.
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posto di vedetta antistante, riuscì a porre piede sulla quota 703, ma ne fu subito ricacciata dal presidio e dai rincalzi con accanita lotta a corpo
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Nel pomeriggio pattuglie di assalto, ripresero anche il posto di vedetta, ristabilendo integralmente la situazione.
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A nord di Quota 703 di Dosso Alto respingemmo un riparto nemico che tentava avvicinarsi ad un nostro posto avanzato.
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In Vallarsa la sera del 26 un grosso riparto di assalto avversario attaccò, dopo intensa preparazione di artiglieria e di bombarde un nostro posto
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. Chiunque nel saltare tocca la riga col piede, prende il posto del paziente. L’ultimo dei saltatori deve dire, nel saltare, la parola Musa. Allora il
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Si fa in parecchi ragazzi. La conta viene posto dai compagni in un luogo dal quale essi non possono esser veduti. Ciò fatto, si allontanano per
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compagno a spostarlo dal ferro, ed occupare il suo posto, o ad acchiapparlo. Chi tocca il ferro dice che sta ar sagro, perchè non può esser preso, come
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delle dita, e poi immediatamente col polso. Allorchè vince, prende il posto del compagno, e il giuoco seguita a piacere.
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sprennore e s’intese dì: "Va a ttar posto e indove troverai che ccià ffioccato, facce fabbricà una cchiesa". E vvarda combinazione! Lo stesso insogno
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compagni partono tutti insieme e vanno a rimpiattarsi chi in un posto, chi in un altro. Quando non han dato ancora nessun segno d’essersi nascosti, il
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Questo giuoco si fa bendando una persona, la quale deve, in quello stato, avanzarsi verso il posto dove prima le si era mostrata in terra una
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corsa, si cambiano l’un l’altro il posto che, chi è nel mezzo, corre ad occupare. Se egli vi riesce, il giocatore rimasto privo di asilo va nel mezzo, ed
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buttare le dita indovina il numero di quelle della conta, prende il posto di questa; altrimenti ogni volta che sbaglia, si busca una mazzaroccata sulla
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". E nel rispondere così, rincalzano i due primi fino al loro posto. I quali primi, alla lor volta, respingono indietro i compagni, dicendo: "E noi l
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rimette la ssedia ar posto indove stava; si nnó pô èsse’ che in quela casa nun ce s’aritorni ppiù. E a ppreposito de visite, aricordateve der proverbio
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-ribbì-ribbì-ribbì-ribbì-ri-bbì! A questo bbì più spiccato, se il capo-giuoco si siede, tutti devono cercar subito di prender posto in una delle
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palma della mano, e farlo ricadere con forza sull’altro picchio posto in terra. Ad ogni colpo il giocatore esclama: Ammàzzete che cammera! o anche
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la parola ccusì, altrimenti paga il pegno, o prende il posto del pilaro.
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trovarsi alle porte di Roma allo spuntar dell’alba. Quivi giunto, prendeva stanza in un crocevia o in una piazzetta, ove il posto eragli stato
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le crature medeme. Si li ggenitori so’ ggente ricca, invece de li sordi, ar posto der dente, ce fanno trovà’ un par d’orecchinetti o un anellino d
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circolo. Destinato il posto dal quale ciascuno scaglierà la sua piastrella vicino al santuccio e fatto l’ordine di successione al tirare, colui che con
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intorno. Questa prende allora il posto di colei che la bacia, e il giuoco ricomincia.
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tira appresso il suo soldo. Destinato il posto da cui ciascuno scaglierà la sua moneta vicino al ciottolo, si fa l’ordine di successione al tirare. L
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uno dei suoi colleghi, questo è obbligato a prendere il suo posto; e così via via.
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, mandandolo più lontano che può. Il compagno, a sua volta, si reca per rilevarlo; e, fermatosi al posto dove il trilló è caduto, prendendo di mira il
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picchiare sulla schiena, fra le risate di tutti i suoi compagni. Il giocatore scoperto possessore della ciavatta, prende il posto della conta, e il
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acchiappare uno dei compagni prima che sia giunto dalla mamma, questo è obbligato a mettersi al suo posto; se no, si deve rimettere in ginocchio egli
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nascondere. Allora il paziente si alza, e se riesce a scovare e indovinare colui che lo ha colpito, questo prende il suo posto per ricominciare il
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paziente non riesce a indovinare il numero delle dita, resta sotto. Indovinatolo, cambia posto col suo contrario.
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allora la conta lascia andare il primo per correre dietro all’importuno. Colui che viene preso è tenuto a prendere il posto della conta o di bùzzico
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toccato all’ultima parola, si alza cedendo il posto al maestro o capo-giuoco, e prende lui la bacchetta per rifare il giuoco.
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la camicia, e un antro bburino s’annava a mette ar posto suo, intanto ch’er barbiere strillava: — Sótto a cchi ttócca!
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’ha ppagato". Quanno arivava la ggiustizia sur posto, gnisuno sapeva gnente, gnisuno aveva visto gnente. Nemmeno quelli che aveveno ajutato l
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scarpinà, Ché a sto posto bigna fermà er pie’. Bigna sapé, perbrio, bigna sapé Delle frittelle mie la qualità: Le venne un cèco subbito a comprà A capo a tre
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la faccia o sur corpo, de la voja che llei nun s’è llevata. Anzi er segno de la voja je viè’ ar posto priciso der corpo indove la madre scavusarmente
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posto in seno al giudice per subirvi nuove percosse; nel secondo, vi subentra invece il reo convinto; e si ripetono in quella piccola società colpe
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dovrò forse allo studio che ho posto a purgarla dai pregi propri alle opere dello stesso genere, evitando note, chiose, confronti, citazioni e fin la
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’ vvedelle? Uno se portava un bastone fatto in cima a forcina, e quanno stava sur posto, metteva er barbozzo drento a la furcina, e in quer modo poteva vede
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