Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Sempronio e Sempronella

214683
Ambrosini, Luigi 35 occorrenze
  • 1922
  • G. B. Paravia e C.
  • Torino - Milano - Padova - Firenze - Roma - Napoli - Palermo
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proprio paese. Che se la sorte le avesse riserbato una vita più ritirata e più tranquilla lassù fra i suoi monti, ella si sarebbe accomodata anche a

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fruga raggranellò un fascio di stecchi. Il più piccino avrebbe voluto uscire a far qualche cosa anche lui, ma rimase a casa col padre a fargli assistenza

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perderei troppo tempo fra andare e tornare. - È vero, - disse il Ministro, - la scuola è molto lontana. Se ne fabbricassimo una più vicina, che direbbe

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venire spesso a trovarmi, per seguire da presso i progressi delle mie piante, e gustare le più squisite qualità di susine, di pesche, di pere, di

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gatto, il quale credeva che le due frittelle fossero per lui, e in un lampo gatto e gallo s'azzuffarono. Proprio sul più bello arrivò il cane: e già

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macchiato d'inchiostro. E lo scolaretto non aveva più fogli per ricopiare il còmpito. Finalmente, ecco un lavoro perfetto, che merita dieci. È il più bel

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STORIA DI CINQUE FIGLIOLI C'era una volta un babbo, che aveva cinque figlioli. Il babbo era vecchio e non poteva più lavorare. Era povero, senza un

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lucerna si spegneva presto e non c'era più olio nella credenza, perchè la casa era povera. Il ragazzo apriva le imposte e leggeva al chiaro di luna

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qua e in là in cerca di cibo, invano scendevano dai letti a terra, da terra risalivano sui davanzali, pipilando pietosamente. I più forti

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becco. - Vieni stasera sull'aia, e le avrai, - rispose Trottolina, compiacente. Più oltre il gallo: - Miau, miau, Trottolina, dove vai? - Vado da

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massaia era uscita e in cucina sugli alari bolliva una caldaia di riso. - Tira giù la caldaia - disse allora il lupo alla volpe. - Tocca a te, che sei più

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LETIZIA DI PASQUA La campagna si è spogliata della sua tristezza e ha disteso al sole i suoi abitini nuovi, i suoi abitini più coloriti e più freschi

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nel bosco verde a vedere le migliaia di foglie danzare sui rami. Andarono e trovarono tutto più bello del solito. Era un incanto. Il musco baciava

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grande pittore. Il babbo veniva a trovarlo spesso, e Giottino gli faceva vedere i suoi lavori, sempre più belli. In città vedeva molta gente e faceva

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capelli, gli occhietti, il nasetto, la bocca, il mento, i padiglioni degli orecchi; poi il collo, il petto, le braccia, le mani, e più giù le altre parti

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MIA SORELLA «Sempronella ha un anno meno di me. È di poco più piccola, di poco più grassottella. I suoi occhi sono grandi e azzurri, con le ciglia

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capelli biondi o castani; importa essere più o meno buoni, più o meno bravi. Fate dunque il ritrattino dei vostri difetti e delle vostre virtù.

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alla testa. Urlava pel gran male; lo portarono all'ospedale. Ma egli non vedeva più niente; era cieco, era cieco, per sempre! Allora pianse, pianse tanto

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una cravatta azzurra sotto il mento, un largo cappello calcato sulla fronte, egli era più allegro del solito. - Bravi, bravi! M'avete fatto un regalone

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PESCA IN ACQUA DOLCE Si pesca. Sempronio, Sempronella e compare Festo non lasciano più vedere che la schiena, tanto sono curvi sulla gora. Hanno

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neanche stampare un O con un bicchiere. Le sarei riconoscente se m'insegnasse a scrivere! E Sempronella: - Io non so contare più là del due. M

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voi come da noi; solo i bugiardi sono molto più grossi. Andate pure adesso, e passate sicuramente il ponte. E lo piantò lì, prendendo per una via

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troverebbero nutrimento. Passato il meriggio, io comincio a discendere. La luce d'ora in ora si fa più debole, e, lento lento, calo all'orizzonte, nel

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un povero vecchio paralitico, che non poteva più scendere di letto. Rimase con lui un uomo della famiglia, finchè vennero i soldati con una zattera e

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cedono, la navicella perde a poco a poco la sua forma slanciata, fino a che un'onda più alta delle altre la copre di un suo fiotto, la sommerge

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campi, fra i giochi e le corse, e gli piaceva molto più andarsene a caccia di nidi, o prendere a sassate le lucertole che si trastullano al sole sui

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DESIDERIO Chi soffriva era il più piccolo. Desiderio. Egli aveva una gran voglia di studiare, di leggere libri: la vista dei compagni che sapevano

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svrebbero insegnato maestri e maestre che volessero bene ai fanciulli. In queste scuole si sarebbero letti i più bei libri del mondo. - Adesso i

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canapa. Quanto al merlo, poveretto, benchè stesse più attento degli altri, anch'egli fu acchiappato un giorno. Non fu cotto allo spiedo, ma chiuso in

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essere esempio anche ai più giovani e più intraprendenti. E forse nulla aveva tanto contribuito alla sua sanità e forse anche alla longevità quanto

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la scuola elementare non c'era ancora. Babbo Terenzio e mammaa Venusta non erano più istruiti dei due loro figliuoli. Ebbene, da quei giorni lontani

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commosso che ci vieta di parlare. l nostri sguardi le dicano che lontani non la dimenticheremo mai; non la dimenticheremo più nella vita. I consigli

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scolari non lo trovassero più. - Addio, cari, e siate buoni, e ricordatevi di me. Li saluta a uno a uno, li accarezza, li bacia: dinanzi ai migliori

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capanna sul monte. Sicuro! Hanno aperto la strada nuova, la strada carrozzabile, che dal paese dov'è la scuola, conduce al paese più piccolo vicino

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LA STRADA NUOVA Ormai chi vorrà scendere o salire non dovrà più portare a spalla il gerlo carico di roba. Ormai i carri arriveranno su, fino al

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