meno rugose, e scambiano questo per agiatezza e abbondanza de' beni del mondo. Ma se vedessero più addentro le cose, sì che esclamerebbero, che non è
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mondo. Gli è vero, che anche gli agricoltori devono badare a scegliere vitigni delle stesse qualità, e non confondersi in quella mania di avere più
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qui in mezzo al petto, che tutte le ricchezze del mondo non bastano a pagare. I danari vanno e vengono; ma quello che resta lì per tutta la vita, e
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con quelli che altro non fecero in questo mondo che scialarla, darsi al bel tempo, giuocare e frustarsi nel vizio? È egli giusto codesto? Su rispondete
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prendere al Comune non fosse rubarizio. Oh in che mondo viviamo? O siam tutti ladri? Ripeto, che fa stizza sentir dar addosso alle persone più stimabili
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al mercato della vicina città; alle fiere poi de' contorni, si spegnerebbe il mondo, se non v'andasse. Mille sono i pretesti per intervenirvi, il
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