- No, no, io volevo far credere abituale la mia assenza per sorprenderli meglio - spiega il... danneggiato accalorandosi.
- Noi siamo innocenti - dice ella con fare dimesso. - L'Aristide frequentava casa mia perché amico di mio figlio... E tutto è qui... Non c'era
, altrimenti la mia casa è perduta.» Sonnino dispose per contentare questo infelice. Una donna piangendo gridò: «Siamo poveri, non abbiamo più nulla!»
ricordo. A mia moglie non toccai un capello. Ma feci accorrere i vicini e le guardie, e li ho denunciati tutti e due per adulterio...
, incapaci di articolare parola. Poi la figlia poté balbettare: «Mamma mia!».
ufficiali furono pieni di slancio e di abnegazione. È mia convinzione che il pericolo maggiore è quello delle pioggie; occorre subito un'incanalazione
cantine, incoraggiò i più timorosi. «Venite - mi disse «dalla mia terrazza vedrete Ottajano in rovina. Avrete la visione del disastro.» Lo seguii.
indurre a sposare me, non ricco, quasi brutto, con l'unico prestigio di un po' di abilità ... o di qualcosa di più, via, nella mia arte di scultore, e
... e non vorrei crederci neppur io" riprese Giorgi. "Vengo da te appunto per avere la spiegazione di fatti che possono distruggere la mia felicità, e
mia figlia? - Adagio, amico, - rispose Yanez. - I dayaki troveranno qui un osso ben duro da rodere. Ho osservato attentamente il tuo kampong e mi sembra
segreto di quella diavoleria spaventosa, si terranno sotto sequestro sotto la mia personale vigilanza. - Non mi oppongo. - E aggiungo ancora che farò
qui, - rispose l'anglo-indiano. - Mi sarei lasciato affondare assieme alla mia nave, a fianco della bandiera della mia patria. - Sono più lieta che
: - La mia Darma! Me l'hanno uccisa! Quasi nel medesimo istante si udirono in lontananza tre spari. - Il segnale! Il segnale! - gridò Sambigliong
esclamato Yanez, stringendoselo al petto. - Tu, battuto! E anche tu, mia Surama! Un lampo ardente balenò negli sguardi del comandante della squadriglia
voce sorda. - sir Moreland! Non fatemi perdere la stima che nutro per voi. Anch'io al signor Yanez devo la vita mia e quella di mio padre. L'anglo
ingannato? - Nessuno, miss: eravate nel vostro diritto di ricorrere a qualunque astuzia per ricuperare la libertà. Avrei però preferito tenervi mia
: - Grazie, signore, del vostro aiuto. Ancora qualche minuto e la mia testa andava ad aumentare la collezione di quei terribili cacciatori di crani. - Sono
salute. - E la tua Surama? - Mi ama sempre intensamente. E Darma dov'è che non la vedo? - La tigre o mia figlia? - L'una e l'altra, giacchè mi scordavo
il comandante nella mia cabina. Con un gesto che non ammetteva replica, arrestò Darma e Surama, poi seguì i marinai nel quadro, insieme a Yanez e a
rispondere a quell'uomo! Fece colle mani porta-voce, gridando: - Se vuoi la mia nave vieni a prenderla: ti avverto solo che abbiamo abbondanza di polvere e di
cosa vengono a fare qui? Che sappiano che la mia nave è ancorata alla seconda bocca del Redjang? - Il governatore di Kohong crede invece che mirino ad
raccolti dopo la dispersione della setta. - Sì, immensi, padrone, - disse Kammamuri che si era in quel momento accostato. - Durante la mia prigionia nel
. Perchè non daremo a te, fanciulla, un trono da dividere con Yanez, che diverrà fra giorni tuo sposo? Ne riparleremo, mia buona Surama. 1 I malesi per
ed io non manco alla mia parola. - Di approfittare dell'assalto dei dayaki per incendiarvi la nave. - Grazie della tua franchezza, - disse Yanez
. - Un dayako no di certo e nemmeno un malese. Da dove sarà piombato costui? - Non lo hai mai veduto? - chiese Tremal-Naik. - Frugo e rifrugo nella mia
convinto di averli ingannati e dubito molto di ritrovarli per ora sulla mia via. Per quarantott'ore il Re del Mare continuò a navigare verso il nord
. - Capitano, - disse il tenente, quando sir Moreland giunse in coperta, salutato dagli hurrà strepitosi dell'equipaggio, - la mia nave è tutta a vostra
mia nave ed ai miei disgraziati marinai. - Vi è sempre tempo a morire per un marinaio, - rispose Yanez, sorridendo. - La guerra non è ancora finita
finire di raccontarvi la mia triste avventura, - rispose il meticcio forzandosi a sorridere. - Venivi dal kampong di Tremal-Naik, quando ti catturarono
, soppresso e sgozzato sulle spiagge della mia isola. Il vendicatore è qui e vi spia! Il Re del Mare, virato di bordo, si era messo a seguire
, con una freccia ed un mio biglietto, della mia presenza. - Possiamo quindi fidarci di quanto ti ha narrato? - disse Yanez. - Pienamente; e poi non ha
, poi levandosi in tutta la sua altezza, disse: - Tutto è finito: qui morranno le ultime tigri di Mompracem. Tremal-Naik, Darma, Surama, nella mia
case e delle cinte. - Se non dormono o non sono ciechi devono aver scorta la mia lampada, - disse Yanez. - Mio caro signor Moreland, vedrai come ti
coperta. Surama aveva presa per una mano Darma, dicendole: - Lasciamo fare agli uomini e tu vieni a riposarti nella mia cabina. Ho fatto preparare un
nascondere il brutto sorriso che stava per spuntargli sulle labbra, poi disse un po' risentito: - Non vi ho dato alcun motivo per dubitare della mia
! - disse il portoghese. - Hai del buon sangue fanciulla mia! Ridi mentre la morte ci minaccia tutti! - Con voi e coi vostri Tigrotti non ho paura dei
del rajah non mi occupo troppo, perchè l'unica nave che poteva misurarsi colla mia, ora giace sventrata in fondo al mare. - Quella di sir Moreland? - Sì
, come un pezzo di carta arrotolata intorno al fusto. - Allora non si tratta di un tentato assassinio della mia rispettabile persona, - disse. Strappò la
ci investe. - Una corda! - gridò il capitano. - Legate il salvagente. - La mia cintura, - rispose il portoghese. - A voi ... prendete! Badate
, nella vita operosa ed efficace moderna. Non solo io voglio risorgere; ma, tutti gl'italiani che hanno cuore, vogliono la mia risurrezione: ma tutti
Alla baronessa Giulia de Rothachild Pavillon de Pregny GINEVRA Mia signora e amica, Voi avete amato e Voi seguitate ad amar Napoli, con cuore ardente
degnamente, io ho più amata e venerata nel mondo, a mia madre. Questo ritratto è di Teresa Ravaschieri e già in quel tempo in cui fu amichevolmente
centesimi, di ogni bimba, di ogni bimbo, sino alla sera. E mi rammento, anche, la mia giovinezza, e un certo diploma di grado superiore che mi fu dato, per
grembiule e va gridando: Chesta è robba mia! T'aie arrobbato lu sango mio! Come l'altra, ella finisce per incassare quattro o cinque volte il capitale
io che non siamo inconsci, rimpiangeremo quei venticinque o cinquanta centesimi, parte tua e parte mia delle settecentomila lire!
persone! Ma si permetta a un'anima solitaria e ardente di passione, pel suo paese, come è la mia, di chiedere una parte di tutto questo, una povera
antifona: san Pantaleone mio - per la vostra castità - per la mia verginità - datemi i numeri, per carità! Alla nona sera si ode un passo, è il santo che