una Principessa. Se lo meritavano. — Ah, Maestà, eran le mie sorelle! Ma voi potete risuscitarle; non mi negate questa grazia! — Vedremo! — rispose Re
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sangue reale. — Sono. Ma se il Reuccio mi vuole, dovrà farmi tre regali. — Che regali dovrebbe fare? — La cresta del gallo d' oro, La pelle del Re Moro
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— Mi piace tanto, — rispose lei — che sento una gran voglia di cavalcarlo. — Fecero portare una scala, e la Reginotta montò sul cavallo di bronzo
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galletto! ora ti concio io! Chiamatemi il cuoco. - Il cuoco si presentò. — Mi si faccia arrosto pel pranzo. - In cucina gli tirarono il collo e lo
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andarsene: — Mi lasci qui incatenato? — Lo meriteresti, ma ti sciolgo. Se mi hai ingannato, guai a te! — Il giovane si presentò al palazzo reale e si
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ordinò: — Mi si selli il miglior cavallo della mia scuderia! — Montò a cavallo e via, come un fulmine, per la strada del bosco. Di tanto in tanto si
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uccisi, traeva un respiro dal profondo del petto. — Voi siete barone! — Che mi vale, Maestà, l'esser barone, se non ho da mangiare? — disse una volta un
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— Topolino, se mi vuoi bene, risuscita mio padre! Topolino esitava. Allora si fece avanti sua madre: — Topolino, te ne prego anch'io, risuscita il Re
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. — Mi lascerei anche fare a pezzi, — rispose il Re. — Prendete un coltello di diamante, il più bel bue della mandria, una corda lunga un miglio, e
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! Mi spezzo! Dammi da bere! - Il Re si morse la, vena dell' altro braccio e ne fece schizzar il sangue. Intanto scivolava giù: Ma la corda da capo: — Ahi
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Re. Fra un mese le domanderà: mi vuoi per marito l Se lei risponde di no, quello ne farà due bocconi. Bisogna avvertirla. — E il Lupo Mannaro dov
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cominciò a baciarlo, a carezzarlo, a farlo saltare in aria come una bambola. — Mi vuoi per marito? Mi vuoi? - La Reginotta rideva: — Ti voglio! ti voglio
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— Mi vuoi per marito? Ti feci fare apposta per me. — Lei tremava come una foglia. — Mi vuoi per marito? - Più la Reginotta sentiva quella vociaccia
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PREFAZIONE Queste fiabe son nate così. Dopo averne scritta una per un caro bimbo che voleva da me, ad ogni costo, una bella fiaba, mi venne, un
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pupilla degli occhi. Un giorno venne uno, e disse al Re: — Maestà, passavo pel bosco qui vicino, e incontrai l'Uomo selvaggio. Mi disse: Vai dal Re, e
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so più dove dar di capo. Sapete che ho pensato? Domani mi farò prestar l' asino dal nostro vicino, gli porrò le ceste e vi porterò attorno per
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, non ci ho colpa. È venuto un cardellino, si è posato sopra un ramo e si è messo a cantare. Canta, canta, canta, mi si aggravavano gli occhi. Lo
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disse al padre: — Maestà, perchè tenermi rinchiusa qui ? Lasciatemi andar pel mondo. Il cuore mi presagisce che troverò la mia fortuna. — Il Re non
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padre pensò d' andarsene in una pianura e chiamare la Sorte: — Sorte, o Sorte! - Gli apparve una vecchia, colla conocchia e col fuso: — Perchè mi hai
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, e chiese di vederle. Osservò minutamente ogni cosa e poi disse: — Maestà, vi manca il meglio. — Che cosa mi manca — L'albero che parla. — Infatti
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E giacchè mi trovo a parlare del pesce mi ascrivo a dovere di sfatare una sciocca diceria ripetuta pappagallescamente da tutti coloro che di pesce
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E qui mi si permetta una digressione. Nessuno meglio di me conosce da vicino i pescivendoli romani, ed io ho l’onore di potere affermare
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Ecco alcuni indirizzi di pescivendoli romani onesti che raccomando ai lettori, dispiacente che la mancanza di spazio mi impedisca di nominarne tanti
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esterno rammollito mi fa l’effetto di un pesce in veste da camera; tale altro vi presenta del pesce fritto, dopo essere stato solamente infarinato, ma
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, e nella presente lo elevarono all'ufficio di vice-presidente, nel quale mi fu collaboratore affettuoso e valente.
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A voi, miei colleghi, allo spirito del caro amico, chiedo venia pertanto se mi limiterò a pochi cenni fugaci di una vita, che, nella sua brevità
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Figura tra le più rappresentative del carattere romagnolo, accensibile e tenace insieme - al pari di Vincenzo Caldesi e di Antonio Fratti - egli mi
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Lacava. Come il più anziano della Camera io, che mi onorai e mi onoro ancora di essere stato uno degli amici più cordiali di Andrea Costa, mi associo
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Signori, io non mi dilungo su quello che Andrea Costa ha fatto per il suo partito, solo mi permetto nel nome dell'amicizia che mi legò per molti anni
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disoccupazione. Allora egli venne da me, che mi trovavo a reggere il Ministero dei lavori pubblici, ed io d'accordo con lui, tenuto conto delle
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lunghi anni, suo deputato nel Parlamento, mi associo anche a nome dei colleghi alle parole di compianto affettuoso che da tante parti della Camera, dopo
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E poiché il sentimento d'affetto mi mosse a parlare, aggiungerò subito ora una parola di vivo rimpianto per l'amico del cuore, pel collega caro
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E attestino pure gli oratori che mi seguiranno, come hanno attestato quelli che mi hanno proceduto, che quest'ultimo tribuno d'Italia, quando
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quale mi onoro di appartenere, una voce molto più autorevole e più degna della mia. Ma si è voluto (ed io obbedisco) che parlasse un giovane, forse
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. Il Parlamento ha reso già omaggio ad Andrea Costa, nella persona del suo Presidente che mi è grato di rievocare così come lo vidi, come l'abbiamo visto
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affetto e di ammirazione ad Andrea Costa; e in quel lungo corteo, che seguì il feretro nella giornata di neve, non tanto mi colpirono le molte
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moltitudine che lo seguiva, quanto mi colpì 1'unanimità del sentimento che era rappresentata dalla diversità della gente che andava dietro quel carro
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così alto cittadino; ecco perchè, onorevole Presidente ed eloquenti oratori che mi avete preceduto, avete sentito la necessità di esaltare il nome di
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Cerulli. Permettetemi, onorevoli colleghi, di rompere, sia pure per una volta tanto, il silenzio, che mi è divenuto abituale in quest'Aula.
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Per questa intima e profonda conoscenza di tali virtù, ed in omaggio alla semplicità e modestia del caro estinto, mi sia permesso dir tutto di lui in
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universitaria, insieme deputati, insieme al Governo - tutti questi affetti, tutti questi ricordi mi rendono impossibile di parlare, senza piangere, di
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Muratori. Legato con vincoli di verace affetto ad Angelo Majorana, la Camera mi permetterà che aggiunga una parola alla nobile commemorazione fatta
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mutato da quello di venticinque anni fa: così vivace e perenne fioriva la primavera della sua giovinezza! Povero, caro te, scomparso, mi torna alla mente
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ammiratori di Angelo Majorana ed orgogliosi di averlo a compagno in quest'aula, mi unisco al cordoglio unanime della Camera ed alle eloquenti commemorazioni
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Non aggiungo altro, e mi unisco alle proposte fatte dal nostro illustre Presidente, per onorare la cara sua memoria.
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Sonnino Sidney, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Mi associo di cuore, in nome del Governo, alle nobili parole di cordoglio
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Mi limito quindi a rivolgere un affettuoso saluto alla lacrimata memoria di Angelo Majorana, che per ben tre legislature fu con voto plebiscitario
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Mi limito ad esprimere tutto il mio cordoglio per la morte del venerato amico, tutta l'angoscia della mia regione per la immatura scomparsa di un
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Non voglio e non oso aggiungere la mia disadorna parola alle loro, poiché essa sarebbe inadatta alla solennità del momento; mi limiterò soltanto, a
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con rispetto e con schietto rimpianto innanzi alla salma di Andrea Costa. Con questi sentimenti, mi associo in nome del Governo alle proposte onoranze.
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