per la casa in cerca del portapenna. - Chi me l'ha preso? Chi l'ha visto? - gridava. Dovette andare a scuola senza averlo trova, e finì col dire una
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, che me ne diede l'idea. Un giorno, dopo avermi letto e commentato il canto dei Serenti, ch'egli considerava come un miracolo di potenza descrittiva
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contrapposto di valligiano, colligiano, senza trovarlo, ed eccolo qua: PIANIGIANO: me lo appiccico sulla fronte. PIANTACAROTE.... Ma questa è una parola
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casa tua.... e in casa mia. Se dunque per " se no - è uno dei più preziosi, non lo puoi negare. Non me ne capisco per " non me n'intendo - non è men
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. - Come? A me pure? - Sì, signorino, a lei pure, e spero che me lo permetta, poichè sa che le voglio un gran bene. Per insegnar la, lingua ai tubi
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Maestà il Re ed a Sua Maestà la Regina gli auguri rispettosi della Camera stessa, che le Loro Maestà benevolmente gradirono, incaricando me di
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È doloroso, onorevoli colleghi, che il saluto del ritorno non possa essere da me rivolto a tutti coloro che il dicembre scorso raccoglieva in comune
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nella nostra provincia, in quel collegio da me prima rappresentato, rimanendo io fuori della Camera: perchè credevo che Teodorico Bonacci più di me
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Come collega della stessa provincia del deputato Barilari, sia permesso anche a me di associarmi alle parole alte e nobilissime pronunziate per la
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UMANI. Dopo quanto è stato detto qui per ricordare la memoria di Teodorico Bonacci, a me non resta che associarmi alle lodi che sono state
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Calabria: ma però non aveva nessuna classificazione, nessun ordinamento, essa non aveva insomma quella consistenza che altri più dotto di me, in
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converranno con me che il Ministero delle finanze non può entrare in una questione che riguarda i comuni.
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voler combattere sul serio l'insetto malefico: a me preme che ciò si faccia e sul serio e questo è lo scopo unico della mia interrogazione. Ora, affinchè
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, secondo me, può essere esaurito seriamente, e non con una logomachia inutile, il giorno in cui dal campo dello studio, che noi non abbiamo
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Ora questa condizione di cose è assolutamente intollerabile; e a me sembra che come il Governo ha saputo dare 300 mila lire a Venezia, 150 mila a
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, perchè so che dovrà essere trattato in quest'aula con molta ampiezza e da oratori di me molto più autorevoli. A me premeva solamente di far rilevare
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per la grande economia di esercizio che si possa realizzare. Questo, secondo me, è proprio il caso della questione del porto di Genova. Non si tratta
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A me quindi pare che questo disegno di legge dovrebbe modificarsi nel senso di ammettere quale prova contraria qualsiasi mezzo di prova ammesso dalle
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invalidare la prova stessa e richiedere prova diversa del seguito rapporto giuridico tra me e l'altro contraente.
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È mio convinto, fermo pensiero che quanti, al pari di me, non si sentono onestamente di sottoscrivere a tutti gli articoli di questo disegno di legge
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E poi, francamente, me lo consenta il mio egregio amico, il ministro guardasigilli, io debbo rammentare, a ragion di onore per lui, con compiacenza
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Gianturco. Ho chiesto di parlare quasi per un fatto personale, che riguarda me e il mio egregio amico…
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conto di queste proposte, che furono altra volta fatte e seriamente discusse, e che spero possano ora avere l'accoglienza, che a me pare esse
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E vengo al secondo punto da me accennato. Il progetto mio non ammetteva che la presunzione potesse altrimenti valere fuorchè quando concorresse una
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ammettere che un atto giudiziale abbia assai minor forza ed autorità che non una privata scrittura. Á me ciò sembra enorme e mi appello a tutti i più eletti
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meglio di me quello che voleva dire io; però io ho bisogno di dire pochissime parole sopra un punto che, sebbene sia stato vagamente accennato da
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lecito ricordargli che la Commissione del 1897 da me presieduta non aveva ammesso altra prova della domenicalità delle decime contro la presunzione di
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profondità del cuore come raggi luminosi, e ne rivelavano a lei e a me stesso i piú intimi segreti. Giacché mi accadeva spesso di non avere piena coscienza
sproposito, ed era preso da tale smaniosa premura di mostrarsi cavallerescamente gentile - me ne accorgo ora e lo rammento con dispetto! - che Teresa non
! Si promettono tante cose, si fanno tanti giuramenti ... e poi! ... A quest'ora egli attende nel civettuolo quartierino preparato unicamente per me
volessi accorgermene? È precisamente come se non ci fosse stata. E quando non me ne accorgo o fingo di non accorgermene io, gli estranei dovrebbero
tale; il mio amico, invece, con arditezze che certe volte mi facevano spalancare tanto d'occhi quando me le raccontava. Fanciullaggini! Non immaginate
... e destrezza sopra tutto; ma questa non è da giovani come voi. Girarvi attorno o voltar strada è un altro mio metodo; me ne sono trovato bene finora
solamente quando gli tornava comodo. - Intanto faremo al solito; metteremo le frutta a infradiciare tra i reperti in cancelleria. - Non me n'importa niente
! - Ero già su la via, altrimenti l'atto da me commesso sarebbe proprio inesplicabile. Ho reagito in tempo; ecco tutto. - Insomma, che cosa avete fatto
che non parliate insieme qualche volta. Non ripetermi la tua scusa che quanto meno mi si parla di lui, tanto meglio è per me. È una scusa comoda che
sui capelli, ve le tenne a lungo in una silenziosa comunicazione di spirito. "Devi andare dall' Abate" diss'egli. "Dopo verrai da me." Benedetto lo
intera ch'ora non sono, se già in me non l'ami: ma se in me non l'ami, se tua vita crear non so della mia vita stessa, che più giova sperar, che più
stanza solitaria e solo tutto in me mi raccolgo; ma nell'aria, nel canto degli uccelli e nell'uguale mormorare dell'acqua, dalle ripe alte del fiume e
a me stesso diverso e amor m'induce e desiderio, ancora ch'io non sappia per che, pur fiduciosi. Ché pur in me natura si nasconde insidiosa e ignaro
che per lunghi anni rallentar non seppi. Libero sono! Libero, e innanzi a me s'apre la vita con gli orizzonti vasti ed intentati e coi premi lontani
diafana luce lo rivolgo dell'imagine tua cara e lontana, invano cerco a me farla vicina, invano cerco trattenerla, invano tendo le braccia: nella notte
. Ché a brevi fiate nel tempo passato nel fondo del mare mi sono tuffato. A dare or la patria all'esule sirena, la patria a me stesso e all'uomo abbattuto
cui lo sguardo concedi o la parola, ma d'ogni cosa che ti sia vicina, ma del sole, dell'aria, ma del pane, ché di loro ti nutri e a me sei tolta
Tace la notte intorno a me solenne le ore vanno e sfilan le memorie siccome un nero e funebre convoglio. Del cielo nelle oscurità remote nell'ombra
vuota triste ed oscura. Ogni energia latente in me si sveglia all'appello possente dell'amore, vorrei che tu vedessi entro al mio cuore la fiamma
nel ritmo della danza, o fiduciosa nell'infuriar dell'onde, come quando a me che ti chiedevo rispondevi: «Per me non è mai tempo di tornare, chi va
appena avvicinate dileguaro tristi, perch'io ver lor fervidamente mi protendessi e in me le volessi, me stesso in loro tutto esaurire. Voler e non voler
di maggio? è più forte, più forte questa torbida fiamma di desio e mentre tutto intorno a me precipita mentre crolla nel vortice funesto ogni affetto
era una contrazione di dispetto. Come mai sei venuto a Roma dopo tanti anni di assenza? - domandò Franco a Roberto. Se me lo domandi, - rispose