un miglior avvenire - rispondeva la dolce signora. - Ma quanto a me, lo sai, sono stata contenta nella buona come nella cattiva fortuna. A me basta l
ben vestito! - disse Meschino - del resto, se fugge, vuol dir che non ha intenzione di farmi del male; e poi è tanto più piccolo di me.... - Così
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, si sono accorti tutti d' un cambiamento in me. Io che ero tanto ghiotta, sto senza pranzo, per venire a trovarti, e ripeterti che ti voglio bene
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lavato e profumato come me. Ormai abbiamo trovato dei padroncini che ci colmano di buone grazie, e che s' ingegnano di farci dimenticare tutte le pene
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hai poi ritrovati questi tovaglioli? - Signora mia, non me ne parli: io, proprio, mi ci sbattezzerei! - La signora conosceva la Letizia per incapace
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smettere, la contessa disse alla Letizia: - Letizia, va' a dire al cuoco che oggi il dolce dev' esser fatto per me e per il conte soltanto: i bambini non
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mia età. - E soggiungeva: - Quanto sarei contento se il babbo permettesse anche a me di fare il marinaro! La sorellina, invasa dallo stesso entusiasmo e
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fratello tutto mortificazione e paura - Dodò farà il bibliotecario; io me la sbirberò alla meglio; a Lilia daranno marito per riprodurre là razza; di
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lo lasciava fare, e gli dava de' buoni consigli. Zì, zì, tu sei un cattivo soggetto, Moschino! A me non la dài a intendere, zì, zì. Il primo dovere
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perduto. - Ecco un ragazzo che ha più coraggio di me - disse il conte, pigliando il figliuolo in braccio, e baciandolo. - Ma - soggiunse - che dirai tu
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fare, eh, canaglia?... Capisco che adesso mi toccherà una tirata d' orecchi, perchè il padrone non vuole ch' io morda nessuno; ma me la piglio di
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Dico questo per ridurre al suo vero carattere la portata dell'espressione da me scritta e accettata da più di trenta
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Ho lasciato per un mese che una certa stampa si sbizzarrisse contro di me, che ho assunto nel campo cattolico, dal Congresso di Bologna a questa
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A ogni modo a me non preme che abbiano equivocato o voluto equivocare; anzi mi giova molto; e quell'equivoco legittimista,che tanti offende, potrà
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Dalla lettura attenta dei documenti umani (un bel titolo messo dall'Osservatore Cattolico a titolo della protesta del Collegio Araldico contro di me
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pugnale?" "E me ne servirò, signore, non dubitate." "Abbiamo già un bel numero e ... Toh! Cos'è questo fracasso? Si direbbe che la cavalleria carichi
?" "Ventimila talleri da pagarsi domani sera, nella casa di Samuele, cioè dopo i fatti compiuti." "Talleri che addebiterete a me," disse il marchese
. "Signore," disse Rocco. "Quell'animale esige la sua cena." "Pare anche a me," rispose il marchese. "Comincia a diventare minaccioso." El-Haggar che
?" chiese il predone. "Perché dopo che lo avevo informato dell'appressarsi della carovana ha cercato di disfarsi di me, seppellendomi fra le sabbie. Senza
liberati, il tunisino Mohamet-el-Kebir ... " "Un traditore," disse El-Haggar, interrompendolo. "Sì, e due ex sphai, è vero, El- Haggar?" "Sì, signore, e me
presso il cespuglio?" chiese Esther. "Che fosse anche quello un leone?" "Me lo domandavo in questo momento," rispose il corso. "Che cosa fare?" chiese
mani. "Sono trascorsi appena quindici giorni, quando venne da me un algerino chiamato Scebbi, accompagnato da quattro Tuareg, ad offrirmi parecchi
stata una delle sue guide che allora si chiamava El-Aboid, poi Scebbi ed ora El-Melah. Il mio complice, Bascir, è stato avvelenato da me nelle carceri dei
un superbo doppietto: a te, Rocco, il primo mehari di destra, a me quello di sinistra," comandò il marchese. I due spari formarono una detonazione
." "Eppure non possiamo rimanere qui ora che abbiamo attraversato il deserto. Io non me ne tornerò se non quando avrò la certezza che il colonnello è morto o
," rispose l'ebreo. "Se potessimo sorprenderlo ed atterrarlo prima che abbia il tempo di gettare un grido!" "Lasciate fare a me, marchese," disse Rocco, che
, Esther? Di me, forse!" "Ah! ... No!" esclamò vivamente la giovane. "Ma se non potessimo più uscire e dovessimo morire qui, soli, perduti nell'immenso
aiuto, ma se vi preme la vita, fuggite." "Me ne andrei molto volentieri," rispose il compagno del colosso, "se trovassi una casa. Noi non l'abbiamo una
nel Sahara tutti conoscono." "Ma che io ignoro, Ben." "Ricorda una terribile vendetta." "Allora me la racconterete." "Sì, quando ci fermeremo, marchese
," rispose El-Haggar. "Ti rincresce forse, El-Melah? Me l'hai chiesto in un certo modo!" "Quell'ebrea è la più bella ragazza che io abbia veduto nel
Tuareg darebbero fuoco anche alla kasbah del sultano." "Chi s'incaricherà di reclutarli?" chiese Samuele. "Lascia fare a me, amico," disse l'arabo
paura, con quella criniera irta che lo faceva parere due volte più grosso. "Stringetevi a me," disse il marchese a El-Haggar e alla giovane. "Tenetevi
signor di Sartena, che lo aveva compreso. "Assieme a voi ed a vostra sorella." "Queste ricchezze non appartengono a me solo," prosegui Ben; "e guardate da
Corano dinanzi al governatore." "Conosci i tuoi compagni?" "Hanno viaggiato parecchie volte con me e non ho avuto mai a dolermi di loro." "Sicché
di me; Esther state dietro di noi e voi Ben, alla retroguardia. Non risparmiate le cartucce e al mio comando fate fuoco." I mehari in pochi minuti
girino intorno a me." "Ritiratevi sotto la tenda e riposatevi," disse il marchese. "Oggi ci fermeremo qui, non avendo ormai nessuno scopo per
," gli disse. "Spero che informerete il console francese di Tangeri dell'accoglienza che avete avuto da me." "Non dubitatene, eccellenza," rispose il corso
, marchese; e poi non potete privare gli altri per me." "Chi m'impedirà di dare a voi la mia parte? Posso disporne a mio piacere senza che nessuno abbia a
?" chiese il sardo. "Il marabutto è nelle mani della signorina Esther e non ha più bisogno di me." "Attenzione," disse Ben. Avanzò fino a cinque passi dal
a cercare un colonnello francese." "Ah sì, Flatters," disse il vizir, "me l'avevano detto; ma io credo invece che tu sia venuto a spiare le forze del
sahariano si è smarrito fra la folla." "Eppure poco fa era presso di me," rispose il signor di Sartena. "L'ho veduto anch'io," disse Ben. "Dove si sarà