mio padre e ti mangerà vivo, poverino! — Infatti si sentivano i latrati dei mastini dell' Orco, e la voce di lui che se li chiamava dietro: Té! Té
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ammazzato. Portagli questa, invece: farà un altro effetto. — Allora lui prese la lettera della vecchina, e quella del Re la buttò via. Ringraziò e
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: non avea lingua, nè occhi, nè orecchi; era rovinata dalle fiamme. E se lui non la guariva intieramente, non potea diventar genero del Re. Partì e
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fosse, non l'otterrà. — Il Re avrebbe voluto darglieli lui la pioggia e sole! Ma c' era di mezza la ragazza. Si strinse nelle spalle e rispose: — Starò
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luna e del sole sarebbe stata sua sposa! E lui se ne tornerebbe al palazzo reale, Re come prima e più beato di prima! Ma la sua disgrazia volle che
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lungo dopo di lui. Stretta la foglia, e larga la via, Dite la vostra, ché ho detta la mia.
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andare attorno, a raccontare fiabe ai bambini. Gli pareva un mestiere facile, da divertircisi anche lui. Perciò si
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ministri gli dicevano: — Maestà, il popolo desidera una Regina. — E lui rispondeva: — Prenderò moglie l' anno venturo. Passava l'anno, e i ministri
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podere. Se i vicini raccoglievano venti, e lui raccoglieva cento, per lo meno. I vicini si rodevano. Una volta quel campicello non lo avrebbero
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sentinella, notte e giorno; e tutte le mattine scendeva lui stesso a osservare coi suoi occhi se mai mancasse una foglia. Una mattina va in giardino
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ghiaccio nasconde moltissimi difetti, e perciò la miglior cosa è quella di affidarsi ad un negoziante di pesce onesto, e fornirsi costantemente da lui.
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(Minnie stà per rispondere, quando Nick rientra. È con lui Dick Johnson. Ha sotto il braccio la sella del suo cavallo)
(Johnson s’inginocchia commosso, bacia il lembo della veste di Minnie mentre essa pone la mano sulla testa di lui quasi benedicendolo)
(Le sue parole finiscono in un singhiozzo. Minnie bacia Sonora, poi, con un grido di gioia, si avvinghia a Johnson nascondendo nel di lui petto il
Quel telegramma che l'illustre mio collega volle, nel darne comunicazione all'Assemblea da lui tanto degnamente presieduta, accompagnare con parole
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Qui, mentre scende sopra di lui non l'oblio, ma la serenità del giudizio, l'animo nostro addolorato non potrebbe meglio evocarne la figura
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trentunenne, e vi entrò perchè credette adempiere ad un dovere civile ricordato dai suoi concittadini a lui, che a nessun dovere seppe sottrarsi.
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lo svolgimento di un problema, che, dopo aver tanto affaticato i nostri spiriti, ebbe poi la soluzione da lui anticipata.
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stessi avversari, i quali ammiravano in lui il cittadino esemplare, che, dimentico di sé, prodigava a quanti a lui si rivolgevano per consiglio ed
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Altre ancora delle idee da lui con calore propugnate ebbe la legittima soddisfazione di veder penetrate nella patria legislazione; e cioè il
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A lui ripensando, alla lotta degli ultimi mesi contro la malattia che lo insidiava e che egli sopportava con quella rassegnazione che è fatta di
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Essa ebbe il suo coronamento nella azione sicura, rapida, illuminata da lui portata nelle amministrazioni a lui affidate, e sovrattutto nella
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Mentre frutti così rigogliosi egli aveva già dati, mentre tutti quelli che lo amarono aspettavano da lui maggiori e ancor più segnalati servigi al
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Scorrendo negli atti parlamentari l'opera da lui compiuta, in quelle pagine ancora così vibranti di energia e di vita sentiamo una tale sicura sua
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Costa, sia oggi consentito di levare l'anima alla memoria di lui; alla memoria dell'uomo forte e buono, che rivestì di genialità e di gentilezza la fede
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da lui sempre conservata, che gli permise, anche m mezzo alle più acute sofferenze, di dedicarsi al lavoro genialissimo Sull'arte di parlare in
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E appunto perchè egli fu inflessibile nelle idee, potè essere transigente e mite con le persone. Nulla in lui d'acre e di rudemente settario; egli
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perchè egli fu il mattiniero vessillo della loro parte e perchè l'esempio d'abnegazione personale da lui costantemente offerto deve avvalorare ai
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Ricordo che in quel giorno, nella Camera, tutti guardavano a lui, quasi si chiedessero se egli avrebbe, oppur no, giurato. Andrea Costa giurò
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Noi lo ricordiamo da questi banchi dove egli seppe conciliare le asperità dell'uomo di parte e la gentilezza dell'uomo di cuore; mandiamo a lui il
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Si potrebbe dire di lui quello che Giosuè Carducci scrisse di Giorgio Imbriani: aveva l'impeto e la concitazione del tribuno, aveva la fede e
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a lui di mandare alla memoria del veterano della vecchia guardia il nostro reverente saluto; ed io appunto sulla tomba dell'amico da più che
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disoccupazione. Allora egli venne da me, che mi trovavo a reggere il Ministero dei lavori pubblici, ed io d'accordo con lui, tenuto conto delle
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nell'Aula la sua parola precisa, agile, bella; si sente intorno il fascino della sua simpatia. La parola per lui dovrebbe essere di augurio, ed è di
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Egli scompare quando le nostre speranze in lui erano più vive; e la sua dipartita fa uno strazio indicibile nei nostri cuori. Egli lascia, nella
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oscuri silenzi della tomba, mentre si aprivano per lui giorni luminosi di speranza e di gioia. Egli aveva nel cuore e nella mente i raggi del sole
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E infatti trenta anni fa con lui il proletariato fece qui dentro la sua prima comparsa rompendo indugi, inibizioni, divieti che lo avevan fatto
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moti di Caprara, al giorno in cui vedemmo salire lui, il presidente dei nostri congressi, alla vice-presidenza della Camera! Ci parve che con lui salisse
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umane società. Ecco perchè anche il gruppo repubblicano a lui, anima repubblicana, ha sentito il dovere di mandare il suo estremo saluto in questo
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Nè posso non aggiungere, che per la larga e quotidiana consuetudine, ch'ebbi con lui, e perchè feci sempre tesoro del suo illimitato affetto, della
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Nella dolorosa perdita dell'impareggiabile amico, il quale più che soccombere, disparve, manca a me la parola acconcia per dirvi di lui, ciò che
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Per questa intima e profonda conoscenza di tali virtù, ed in omaggio alla semplicità e modestia del caro estinto, mi sia permesso dir tutto di lui in
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Al paese, ed alla sua nativa città, egli si consacrò, fin dai primi anni della sua giovinezza, e sebbene le prime armi per lui affilate nella
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per lui e elle egli ricambiò (affetto vivissimo), l'onore di rappresentare il collegio che, con solenni votazioni, affidò a lui il mandato politico
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all'altezza dell'intelletto. Ed è questa, in questo momento, la migliore e più eloquente commemorazione di lui: la concorde voce d'Italia che ne piange
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, cadere, si chiudeva per lui, oratore, nella vittoria più clamorosa; protesta il sentimento di quanti videro, sia pure per una volta sola, la maschia
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piccoli odii che accompagnano sempre i grandi ingegni, e tacendo le divisioni di parte, la memoria di lui resterà indelebile nel cuore degli italiani; e
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gaudio, la superiorità del suo spirito. Qui stava forse la essenziale caratteristica di lui, qui il segreto dei suoi trionfi. Egli aveva, senza
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figura di Angelo Majorana, io non presumo parlarvi di lui.
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Di lui, con sintetica frase, solamente dirò: Tanto nomini nullum par elogium.
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