sei un figliolo ubbidiente, - esclamò il Ministro. - Ma lascia fare a me: troverò il modo di renderti contento. Lo salutò e se ne andò.
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fiore e lo ha ammirato: nel fare tutto questo, una parte della sua vita è come passata nelle sue piante. Non appena i due fanciulli furono entro il
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porta la busta), o la hanno sulle spalle, (come il soldato porta lo zaino). I fanciulli vanno alla scuola e porgono al maestro i còmpiti fatti. Se i
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d'estate la lucciola lo avvertì che non sarebbe più tornata. - Ti ringrazio di quanto hai fatto per me. Oramai non ho più bisogno: le cose vanno
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raffreddato sul pavimento, lo mangiò. NEL POZZO Un'altra volta, il lupo s'imbattè nella volpe ed era ancora così arrabbiato per l'affare del riso, che
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: l'operaio se ne va a spasso con la moglie e coi figlioli, il padrone non apre il negozio nè l'artigiano la bottega; lo studente lascia dormire i
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Madonne belle come il sole. Tutti lo chiamavano, tutti volevano che facesse dei quadri: e i quadri di Giotto riempivailo i palazzi e le chiese. I più
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hanno due orecchi. Ma solo Sempronio sapeva come sono gli orecchi dei gatti, e quante forme hanno gli orecchi dei cani. Egli lo sapeva perchè osservava
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dell'intaglio. Venne la guerra, dovè andare soldato. Lasciò a mezzo i suoi lavori, chiuse la bottega. Lo mandarono in caserma. In caserma lo vestirono
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ammezzato di grano e lo rovescia nella tramoggia. I chicchi precipitano scrosciando.
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del ruscello che scorreva per la china, ma, giunti davanti al mulino, lo trovarono chiuso, con la ruota immobile. l ragazzi bussarono all'uscio, nessuno
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il cuore che fa... bum..., come si trattasse di dare la caccia al leone. Per un pezzo non appare nessuno. Lo specchio dell'acqua è immobile. Nel
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, costruito da un re antico, che dicono fosse un mago. Chi lo passa con qualche bugia sulla coscienza e non la confessa prima, si leva un vento improvviso
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gufi, le civette, e invito ai canti i passeri, i fringuelli, i pettirossi, le cincie. lo debbo riscaldare la terra e l'aria perchè nessuno muoia
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braccio, un po' lo compiangeva, un po' lo beffava, ma finiva sempre con l'esclamazione: - Che bravo babbo ho io!...
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compagno di ritorno dalle lezioni, con la cartella dei libri sotto il braccio, non lo compiangeva, nè lo beffava. Diceva solamente: - Se mio padre mi ci
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tante cose ch'gli ignorava, lo mortificava, talvolta lo faceva piangere. Egli diceva tra sè e sè: - Come sono sfortunato! Sento che studierei senza
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, preparava la sua solita tazzina di caffè, fatto di orzo, cicoria e malva, e vi inzuppava un boccone di pan nero, che le fermava lo stomaco fino
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raggio del mattino, al tocco della luce. Ed ora il maestro rimane solo. I saluti che gli porgono gli scolaretti lo commuovono come se i piccini fossero
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Sempronella in capo a nove mesi di studio vi scriveranno una bella letterina di loro mano. Ve lo promettono. Questa è scritta dal maestro Saverio, il
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