edittali di Rotari e Liutprando e in un caso pure ai capitolari di Enrico I, sono in parte corredate da un apparato di glosse e allegazioni marginali e
quest'ultimo una determinazione un po' frettolosa, e, fondandosi essenzialmente sull'esame dell'archivolto di San Giorgio di Valpolicella (Liutprando
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(Rotari, Liutprando); figurando già nella nobiltà di corte (fra longobardi e i franchi) e talora partecipando alle assemblee pubbliche (Spagna sotto i
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sovrane le ispirazioni della Chiesa negli editti e leggi di barbari (Rotari, Liutprando) nei capitolari carolingi, negli statuti comunali; e nella
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malfattori; coll'aprir nuove vie; col fondare città e villaggi nei siti più mal famati, come praticò, per esempio, Liutprando con successo nel 734, per
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munitione desperdere conabatur Osserva il Muratori: «Pertanto dovrebbe appartenere all'anno presente ciò che scrive Liutprando (lib. 50, n. 5). Cioè che
erano i discendenti di Clodoveo. Rodolfo, a domanda, rispose che Liutprando era un re, senza aggiungere altri desiderabili particolari: alle sue spalle
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