d'usuraio che dite voi. È un uomo d'ingegno, lesto, che lavora come un giovinotto. Ora mi dà sessanta lire e capite, zia, che nel mio caso non è facile
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del testamento rubato, che so io? di un'eredità di quattrocento mila lire; che il bravo uomo, si dice, avrebbe fatto scappare? Voi che cosa ne sapete
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cosa erano due o tre mila lire per un uomo quasi milionario? Una volta la buona donna disse tanto, che persuase suo marito a venire a Milano a
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anche questo arretrato (un'inezia di dieci o dodici mila lire), una cosa subito fatta, quando Arabella suggerisse una parolina all'avvocato. Essa
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volta che Ferruccio venne alle Cascine, essa lo tirò in disparte, e, consegnatogli un biglietto di cento lire, gli disse: "Provveda ai primi bisogni
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per nulla sono venuto alle Cascine a cercare una nuora a dispetto di chi mi offre le duecento e le trecento mila lire. Che importa a me il denaro? quel
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casa dalla tua cara zietta che hai perdute queste duecento lire?" "Che duecento lire? chi ti ha detto che ho perduto?" "Me lo dicono i tuoi occhi di
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quando trattiene tutta per sé un'eredità di quattrocentomila lire, che ogni segno faceva sperare sarebbe andata ripartita non solo in pie istituzioni di
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esempio, cascano delle briciole..." "Il notaio Baltresca sa quel che deve fare." "Darà cento lire a testa per elemosina. Cento lire, caro Tognino
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arricchitosi ai tempi dell'Austria con gli appalti militari, possedeva una bella sostanza valutata sulle quattrocentomila lire, parte in case, parte
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: quattrocentomila lire! il Baruffa è una vecchia volpe; preti e frati non badano a spendere e hanno ancora la mano lunga. Ci sono interessate delle pie
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mettermi in mano duemila lire, sapendo in che imbarazzi si naviga; ma io gli ho detto: ' No, sor Tognino, io non posso riceverli che dalle mani di Arabella
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approverebbe la tua ostinazione. Del resto, duecentomila lire, cara te, valgono un bel perdono. Non sai che San Donato diventa tuo? Son ottocento
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ferro, o signori, che d'una sostanza di quasi quattrocento mila lire vien nominato erede universale il signor Tognino Maccagno, primo cugino della
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nella sala di scherma, soffermandosi prima dal Campari a ingoiare un assenzio; per antipasto vinse una dozzina di lire a Max in una serie di piccole
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comparse, di sopraluoghi, di perizie, il signor Botta fu condannato a pagare sotto forma d'indennizzo una somma di lire quindici mila, una volta
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bottiglie di vino il Berretta, rinnovava al signor Botta dei titoli che rappresentano un valore di venticinquemila lire. Mi sarebbe stato così facile passare
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la via delle Alpi, penetrare nella Svizzera tedesca, spendere un migliaio di lire, salire i gioghi ghiacciati, litigare coi vetturali, colle guide
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