, cicorèe. - Ted. Endivia. - Ing. Endive. L'Endivia è sorella germana della cicoria; con lei divide la patria e la maniera di essere coltivata.
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arrostire gli uccelletti colla salvia. La salvia è un cibo graditissimo alle api che dai di lei fiori cavano un miele saporito. Le sue foglie servono a
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(Rodrigo prende la mano della Principessa d’Eboli e s’allontana con lei parlando sottovoce)
’inchina senza alzar lo sguardo su di lei. Elisabetta, contenendo a fatica la sua emozione, ordina a Don Carlo di avvicinarsi. Rodrigo ed Eboli
. La Tessero mi sembra possa riuscire una interprete eccellente del mio personaggio. Anzi, nello scrivere pensavo a lei. Questione di abitudine. La
diffilato nel banco a discorrere con la Emma e con la madre di lei.
- Lo so. Essa è tornata all'antico - e questo per l'appunto mi rende dubbioso. Temo, inoltre, che intorno a lei non siano raccolti quegli attori di
è stata fatta a questa prescrizione; nè sarò io che l'infrangerò oggi a favore di Lei. Resta dunque avvertito che Ella deve finire oggi il suo
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sbigottito il ritratto di lei. - È morta! Non poteva crederlo. Gli pareva impossibile! E intanto sentiva penetrarsi da un occulto senso di sollievo.
farle una aperta dichiarazione di amore, una sera per commoverla le aveva detto: - Ah! ... Lei mi farà ammattire! E Giacinta, tagliando corto: - Ci
, esausta di forze. - Se potessi non amarlo piú! Se una mattina mi svegliassi col cuore rassegnato o indifferente! - Ma dunque lei crede di amarlo ancora
diceva una briosa stramberia, il di lei riso argentino partiva il primo pel salotto, come un razzo che desse il segnale. Il suo bel corpo di giovane donna
biancheria: - Bada, Teresa! Quella ragazza si lascerebbe morire prima di dirti di no. Ma questo matrimonio ... , non vedi? ... - È lei che l'ha voluto! La
lei quando voleva giocare a palla, o a saltar la corda, o lanciare il cerchio. Ma la bambina, non abituata alla presenza della mamma, stava con
presto, indugiava volentieri in casa fin dopo mezzogiorno, fumando, leggiucchiando, aspettando di sentire nell'andito il passo lesto e leggero di lei
mento, si lasciò fare la carezzina. - Giusto parlavamo di lei poco fa. La signorina le vuol bene, sa? Dice che è il suo solo e vero amico. - Dice cosí
. - Signorina, stia a sentire. Spauracchio, giorni fa, mi domandò di lei. Voleva sapere, in confidenza ... - Chi è Spauracchio? - Il figlio del Porati. Non le
tenerezza della sua mamma? Dava un pranzo e un ballo per la ricomparsa di lei in società! ... Proprio? Sorrideva amaramente, agitando il piedino della
d'accostarsele: ma visto che, portate le mani al viso, scoppiava in singhiozzi, si slanciò verso di lei e l'afferrò pei polsi, balbettando: - Che cosa è
arrabbiare. L'ho sgridato; lo sgridi anche lei. - Lo sgriderò - rispose Giacinta macchinalmente. - Si sente male? - riprese il Follini, dopo alcuni
non è facile. - La signora Maiocchi - annunciò la cameriera. - Oh, giusto lei! La Maiocchi entrava frettolosamente, facendo frusciare pel salottino
che la voce di lei tornasse ora a suonargli cosí insistente dentro! ... Ah, se fosse bastato il tener chiusi gli occhi per non piú vedersi
un parente di lei che stava a Parigi o viaggiava pel mondo: non lo conosceva neppur di vista. - Basta. L'abilità di quella donna moltiplicava i
dalla sua mamma un solo bacio, una sola carezza, una sola occhiata da paragonarsi a quelle da lei prodigate alla creaturina delle sue viscere. Ed ella
riveduto, quel tristaccio, giorni addietro ... È soldato ora ... Un bell'arnese! - Deve dirglielo lei, cara padroncina alla mamma; deve dirglielo lei che la
lieve tremito per tutta la persona. - Perché ti sei alzata? Hai fatto male, malissimo. - Che disgrazia! - ripeteva il conte, ritto in piedi dinanzi a lei
importuna. In casa propria regnava lei: vi avrebbe ricevuto chi le pareva e piaceva; non doveva rendere conto a nessuno. La inaugurazione del suo
camera le danzassero attorno una ridda infernale, gridando confusamente, gettandole in faccia tutte le gioie da lei godute in quel santuario d'amore
guanto che non voleva lasciarsi abbottonare. - Non faranno viaggio di nozze, si dice. - Per economia? - domandò Andrea. - No, è lei che ha voluto
vorrà, potrà sgridarmi. - Io non la sgrido; non ne ho il diritto né l'autorità - rispose il capitano. - Però ho tanta stima di lei e le voglio
voltava di là, un po' confuso, per evitare le di lei pupille che gli penetravano nel cuore come una lama. - Ti voglio tutto per me! ... Ti voglio
lei, in un corpo e in un'anima sola! Ora soltanto si possedevano intieri, per sempre! E restava come in orecchio in quella festa, in quella vera
posto, il tavolino dell'altra stanza già nascondeva o da lí a poco, avrebbe nascosto qualcosa per lei. Quel giuoco al segreto li divertiva. Le sere che
gli occhi intenti su quel corpo immobile, agitata da una idea che non le riusciva di scacciare, dall'idea che il povero cervello di lei non dovesse
Il rosso di quella macchia di sangue gli era rimasto cosí nella mente, che nel salotto della contessa lo vedeva rifiorire sulle labbra di lei e della
buono, affettuoso? Mostravasi freddo, quasi indifferente? Era lo stesso per lei. - Mi pare che tu non stia bene - le disse una sera la signora Villa
lavorino di ago andava a sedersi nella stanza con lei che, sbracciata fino ai gomiti, sbatteva i ferri sul tavolino, canticchiando, ridendo ... - Per
signor conte è in salotto - annunziò Marietta. - Ah! Giacinta quasi non si rammentava piú che quell'uomo avesse già acquistato dei diritti su lei. - È
incatenato. Non osava voltare il capo. Aveva perfino paura di quel crocifisso di avorio da lei cosí affannosamente pregato poco prima; aveva paura di
camera sorrideva, soffusa da quella soavità rosea penetrante dai larghi cristalli della finestra; e il cuore di lei sorrideva, egualmente, per una rosea
. - La Teresa - disse un giorno il cavalier Mochi alla signora Maiocchi - deve essere contenta della malattia di sua figlia, lei che ama tanto le
giallo ... in camera di mia madre, mi pareva di trovarmi in un luogo incantato; non vedevo distintamente neanche il viso di lei. Oh, non me ne parlate
torpore. Finalmente, una mattina Andrea la sorprese in salotto un po' piú tranquilla, quantunque dagli occhi di lei si scorgesse che aveva pianto da
Giacinta era stata parecchi giorni in grave pericolo d'abortire; e Andrea non aveva potuto ricevere, direttamente, nessuna notizia di lei. Come
faccia, singhiozzante, intanto che sua madre non rinveniva dalla sorpresa di quella resistenza affatto incredibile per lei; e la guardava muta, e le pinne
stette un momento ad ascoltarla a capo chino, atterrita alla voce lenta e cupa che pareva gittasse un infame maleficio sull'avvenire di lei, con quelle
col viso al viso, rabbiosamente. - Voleva sentirselo dire in faccia, se lei ne aveva il coraggio! - Sí - rispose Giacinta, rimanendo imperterrita, a
due! Al rapido svegliarsi di tanti dolci ricordi, s'impietosiva per lei e per sé. - Quell'attaccamento, quella sommissione d'animale domato, non
muor si rivede! - rispose Andrea, guardando nuovamente l'orologio. - Lei mi scorderà presto; è naturale. Per me lo scordarla non sarà tanto facile, mi
, qualcosa di orrendo, era avvenuto dentro di lei. Ella stessa non sapeva spiegarsi in che maniera quella idea, da cui si sentiva presa e dominata come da