Il Mandarino si allontana e la folla rompe tumultuosamente la sua immobilità.
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Un raggio di luna la illumina. La Principessa appare quasi incorporea, come una visione.
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Allora due servi, che han detersa la lama, la fanno passare e stridere sulla cote che vertiginosamente gira. E sprizzano scintille, e il lavoro si
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E mentre i servi si allontanano per portare al carnefice la spada, la folla si raggruppa qua e là, pittorescamente, sugli spalti e scruta con
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Numerosi servi collocano in ogni dove lanterne variopinte. La folla, a poco a poco, invade la piazza.
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La lugubre nenia riprende. Il corteo si muove, sale le mura, sparisce oltre gli spalti, e la folla lo segue.
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Allora un terrore superstizioso prende la folla: il terrore che quella morta, divenuta spirito malefico perché vittima di una ingiustizia, sia
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E sale d’impeto la scala, e i due amanti si trovano avvinti in un abbraccio, perdutamente, mentre la folla tende le braccia, getta fiori, acclama
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Il Principe non ha quasi più la forza di reagire. Ma ecco richiami incerti, non voci ma ombre di voci, si diffondono dall’oscurità degli spalti. E
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La scena si dissolve.
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La Corte si alza. Squillano le trombe. Ondeggiano le bandiere. Il Principe, a testa alta, con passo sicuro, sale la scalèa; mentre l’inno imperiale
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Attende sicura, quasi indifferente. Ma il vecchio tace. Intontito dal dolore, scompigliata la sua veneranda canizie, pallido, lordo, pesto, guarda la
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La folla si prostra, faccia a terra.
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E in quel momento la Principessa esclama:
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Mentre tutti si avviano, la folla riprende:
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La scala è a tre larghi ripiani.
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Le mura della grande Città Violetta: la Città Imperiale. Gli spalti massicci chiudono quasi tutta la scena in semicerchio. Soltanto a destra il giro
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Allora la folla perde ogni ritegno, ed urla selvaggiamente attorniando il Principe:
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I tre ministri sono angosciati: s’è svegliata la loro vecchia umanità.
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rudemente verso il vecchio per allontanarlo. Ma quando gli è vicino la sua naturale crudeltà è vinta e la durezza del suo tono attenuata.
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Turandot ha un gesto imperioso: è la condanna. Il carnefice piega il capo, annuendo.
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I tre Ministri stendono a terra un manto d’oro mentre Turandot ascende la scala.
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Il Principe Ignoto per un momento esita. Poi la sua ossessione lo riprende. Il gong sfolgora sempre.
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Il Principe Ignoto è ai piedi della scala. Timur e Liù a sinistra, confusi tra la folla.
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Un chiaro corteo di donne appare dalla Reggia e si distende lungo la scalèa: sono le Ancelle di Turandot.
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Il Principe è tuttora immobile, estatico come se la inattesa visione di bellezza lo avesse fatalmente inchiodato al suo destino.
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Tra i caduti è il vecchio Timur. E la giovanetta Liù tenta inutilmente di proteggerlo dall’urto della folla.
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Il Principe esita. Lo sguardo di Turandot sembra smarrirlo. Egli cerca. Egli non trova. La Principessa ha un’espressione di trionfo.
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L’oro degli sfondi s’è tramutato in un livido colore di argento. La gelida bianchezza della luna si diffonde sugli spalti e sulla città.
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E allora, quasi per affascinare e stordire il Principe, scende rapida fino a metà della scala. E di là propone il secondo enigma.
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Un gruppo di sgherri trascina il vecchio Timur e Liù, logori, pesti, affranti, insanguinati. La folla ammutolisce nell’ansia dell’attesa. Il Principe
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Rimangono soli, l’uno di fronte all’altra, il Principe e Turandot. La Principessa, rigida, statuaria sotto l’ampio velo, non ha un gesto, non un
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E tendono contemporaneamente l’indice verso la sommità degli spalti, dove in questo momento appare il gigantesco carnefice che pianta sopra un
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e la fissa con ardente volontà.
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Appare un padiglione formato da una vasta tenda tutta stranamente decorata da simboliche e fantastiche figure cinesi. La scena è in primissimo piano
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Il Principe è afferrato dagli sgherri e tenuto fermo, legato. Allora Turandot riprende la sua attitudine ieratica, quasi assente, mentre Liù
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nudo, lo sguardo assente, la ferocia della folla si tramuta in un’indicibile pietà.
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Il Principe che s’era dominato per non tradirsi, ora, a udir lo scherno crudele e la minaccia, ha un movimento di impetuosa ribellione. Ma Turandot
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e simultaneo. Hanno ciascuno tre rotoli di seta sigillati in mano. Sono i rotoli che contengono la soluzione degli enigmi di Turandot.
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pieno viso il soldato che si è lasciato strappare il pugnale da Liù. Il soldato si copre il volto e arretra tra la folla.
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E in cosi dire, forte della coscienza del suo diritto e della sua passione, rovescia nelle sue braccia Turandot, e freneticamente la bacia. Turandot
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tra le nuvole. Tutta la folla si prosterna a terra in attitudine di grande rispetto.
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