Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: io

Numero di risultati: 54 in 2 pagine

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C'era una volta...

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Luigi Capuana 28 occorrenze
  • 1910
  • R. Bemporad e figli
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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brutta malìa. Io potrei romperla; ma voi, in compenso, dovreste sposare la mia figliuola, che si chiama Cecina, perchè è piccina come un cece. — Sposerò

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! — Questa volta sono morto! — pensò il Re. — Vien qua, — disse la ragazza — búttati carponi. Io mi sederò sulla tua schiena, e la mia gonna ti coprirà

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bella del mondo. Rimase abbagliato! E, senza por tempo in mezzo, disse al ciaba: — Io sono il Re: vola tua figliuola per moglie. — Maestà, c'è un

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soglia. E questa volta, Maestà, non c' è astuzia che valga: rimarrete un marito senza moglie. — Ma che offesa ho io fatto a cotesta fata Regina? Non la

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, — disse il Nano — vengo a farvi una proposta. Se mi darete mezzo regno e la Reginotta per moglie, io andrò a liberarla dalle mani dell'Uomo selvaggio

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covasse la Regina. - La cosa parve strana. Ma la Regina, curiosa, disse: — Lo coverò io. - E se lo mise in seno. Dopo ventidue giorni, sentì rompersi il

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insudicia, proprio dov' era la firma. — Sporco galletto! Per questa volta passi. Un'altra volta te la farò vedere io! - Il Re scrisse di bel nuovo la

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Regalarglielo non potevano, perchè s'eran già guastati coi parenti di lei. Come fare? — Ci penserò io. — Il Re di Spagna si travestì da gioielliere

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è? — urlò finalmente una voce — chi cercate? — Son io: cerco la Fata. — Quale fata? Delle Fate ce n' è tanta! — La Fata gobba. — Le scappò di bocca

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. Aspetto la bella dal dente d' oro che deve passare di qui. — Usignuolo, beli' usignuolo! Son io la bella dal dente d' oro. - E mostrò il dente. — O

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Giunti davanti la grotta, il bel giovane picchiò. — Chi siete? Son io e Serpentina. — Chi volete? — La Fata Regina. - La grotta si spalancò, e si

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nostra figliuola. Ce la scambiarono quand' era in culla. Che ne facciamo di questo mostro? Io direi di farla ammazzare. - Il Re non ebbe animo di

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: — Mamma, voglio fare il soldato. — La poveretta, che gli voleva bene, piangendo rispose: — Ed io, come rimango sola sola? Ora son vecchia, e non posso più

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ce n' è‘ più; se n'è perduto il seme. Di quelle che ho io tu non sapresti che fartene. E poi, servono a me per conservarle imbalsamate. Vuoi vederle

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padrone! — Non siamo traditori, nè io, nè il mio padrone. - Sentendosi rispondere dallo scatolino, la Reginotta lo aperse. — Ah, cardellino mio

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, o nessuno! — Te lo do io Ranocchino! — E il Re, afferratolo per una gambetta, stava per sbatacchiarlo sul pavimento; ma entrò un' aquila dalla

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Ranocchino! L' aquila lo aveva già digerito da un pezzo! — Si presentò la vecchia: — Maestà, Ranocchino ve lo farei trovare io; ma ci vuole un gran coraggio

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' elemosina. — Buona donna, buona donna, fatemi ritrovar la mia figliuola! — Maestà, che ne so io? Sono una povera femminuccia. — Buona donna, buona donna

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domandò: — Chi siete? che cosa volete? Son io, figliuola mia; siam venute per te! — Dall' allegrezza stava per saltar dalla finestra. - Ascolta

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disse: strappa di terra questo coltellino, ed io glielo strappai. Domani sarò mangiata! — Fatevi coraggio! — E la vecchiarella picchiò forte al portone

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che pendevano dalle mie labbra, mentre io tentavo di balbettare per loro il linguaggio così semplice, così efficace, così drammatico, che è l

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loro disse: — Maestà, è mai possibile che un topolino voglia sposare la Reginotta? Io credo che quella donna si sia beffata di voi. — Ma gli altri non

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i vostri corrieri han cercato male, che colpa ne ho io l Cerchino meglio. — E tu l'hai veduto, coi tuoi occhi, l' albero che parla? — L'ho veduto con

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babbo se li fece venire tutti dinanzi. — Figliuoli, — disse — son due giorni che non gustiamo neppure un gocciolo d'acqua, ed io, dalla disperazione, non

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ti trovo un'altra volta per la strada, te la farò vedere io! —

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giravano adagino il pomo della serratura: — Ahimè! Dunque si trattava di lei? Il Lupo Mannaro voleva mangiarsela. — Le si accapponò la pelle, sfido io! Si

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sacco, e tutto il grano va per le terre. La vecchia cominciò a pelarsi dalla stizza. — Non è nulla, — disse la Reginotta. — Ve lo raccatterò io. — Ah, i

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saluto! - La vecchia le fece un inchino e sparì. Tornata a casa, quella disse alla maggiore: — Se tu sarai Regina, io sarò Principessa! - E tutt'e due si

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Il pesce nella cucina casalinga

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Giaquinto, Adolfo 5 occorrenze

E qui mi si permetta una digressione. Nessuno meglio di me conosce da vicino i pescivendoli romani, ed io ho l’onore di potere affermare

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Io ne ho mangiato al porto di Civitanova ed a Francavilla e confesso di averlo trovato eccellente.

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’altra, versateci dentro un po’ d’olio d’olivo e mettete sul fuoco; appena l’aglio è scaldato (badate che io dico scaldato e non soffritto

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sciogliete la farina o con vino bianco comune, secco, o con acqua tiepida, o con latte; io preferisco di scioglierla col vino, oppure con metà acqua e

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Io consiglio, a coloro che devono fare la salsa maionese di munirsi di una piccolisima frusta in ferro stagnata, (che con pochi soldi possono

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XXIII legislatura – Tornata del 10 febbraio 1910

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Marcora 17 occorrenze
  • 1910
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
  • UNITUSCIA
  • s
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Lacava. Come il più anziano della Camera io, che mi onorai e mi onoro ancora di essere stato uno degli amici più cordiali di Andrea Costa, mi associo

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Con questo sentimento, io, non socialista, saluto la memoria d'Andrea Costa: la cui vita fu tutta una candida lezione di probità politica e morale, e

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Signori, io non mi dilungo su quello che Andrea Costa ha fatto per il suo partito, solo mi permetto nel nome dell'amicizia che mi legò per molti anni

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E con ciò io credo, o signori, di essere più utile a voi che a noi, perchè della questione sociale avete assai più voi a temere che noi!»

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«Siccome dopo la dichiarazione dell'onorevole presidente del Consiglio la mia proposta sarebbe respinta, ed io non vorrei che col seppellimento sotto

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disoccupazione. Allora egli venne da me, che mi trovavo a reggere il Ministero dei lavori pubblici, ed io d'accordo con lui, tenuto conto delle

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Fera. Onorevoli colleghi, permettete che io manifesti compianto malinconico e rimpianto amaro a nome dei radicali per la sparizione di Angelo

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quale mi onoro di appartenere, una voce molto più autorevole e più degna della mia. Ma si è voluto (ed io obbedisco) che parlasse un giovane, forse

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Mazza. In tanta manifestazione di sentimento e di affetto verso la memoria di Andrea Costa, io sarei spinto a rinunziare alla parola per non

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; erano senatori del Regno; era l'elettissimo nostro Presidente, che rappresentava tutta la Patria. Ed allora io mi sono detto: è dunque veramente uno

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De Benedictis. Consentite che io faccia eco alle nobili parole pronunziate dall'illustre nostro Presidente e dall'onorevole Cernili, per l'onorevole

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Perchè io sento il bisogno che la mia voce turbata, ma impressa di grandissimo affetto, si unisca a quella dell'onorando nostro Presidente

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de Dieu, direbbe il Renan, alta personificazione del lato ideale e divino della natura umana - sparito d'eternità nel mare, nel mare dell'oblio io

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sua rara attività, della sua singolare abngazione, in servizio de' legittimi interessi del caro nostro loco natio, io sento, ora, più che mai, esser

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riuscita ad attenuare. E io ricordo che la volta - ahimè! ultima che lo vidi, se il volto appariva più pallido, tanto pallido, anzi, l'animo non era

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Io, che gli fui legato da vincoli di una amicizia lunga, affettuosissima, fraterna, io che con i numerosi amici, da ben due anni, trepidai alle

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figura di Angelo Majorana, io non presumo parlarvi di lui.

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