Il giardino della Reggia, vastissimo, tutto rialzi ondulati, cespugli e profili scuri di divinità in bronzo, lievemente illuminate dal basso in alto
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E in quel momento la Principessa esclama:
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Il piazzale è avvolto in una calda luce.
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Ai due lati del piazzale, in vasto semicerchio, l’enorme folla che acclama:
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In piedi rimangono soltanto il Principino di Persia, il carnefice il Principe Ignoto.
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Tornano a sedere. Solo Ping rimane in piedi, quasi a dar più valore alla sua invocazione.
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Numerosi servi collocano in ogni dove lanterne variopinte. La folla, a poco a poco, invade la piazza.
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E volge intorno lo sguardo supplichevole. D’improvviso un giovine accorre, si piega sul vecchio, e prorompe in un grido.
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Quando il Principino di Persia è in scena, appare, enorme, gigantesco, tragico il carnefice, recando sulla spalla lo spadone immenso.
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L’oro degli sfondi s’è tramutato in un livido colore di argento. La gelida bianchezza della luna si diffonde sugli spalti e sulla città.
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E sale d’impeto la scala, e i due amanti si trovano avvinti in un abbraccio, perdutamente, mentre la folla tende le braccia, getta fiori, acclama
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E tendono contemporaneamente l’indice verso la sommità degli spalti, dove in questo momento appare il gigantesco carnefice che pianta sopra un
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Appare un padiglione formato da una vasta tenda tutta stranamente decorata da simboliche e fantastiche figure cinesi. La scena è in primissimo piano
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, ghermita dai suo torturatori, è caduta a terra in ginocchio.
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Siedono tutt’e tre presso il piccolo tavolo sul quale i servi hanno deposto dei rotoli. E di mano in mano che enumerano, sfogliano or l’uno or l
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nudo, lo sguardo assente, la ferocia della folla si tramuta in un’indicibile pietà.
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e simultaneo. Hanno ciascuno tre rotoli di seta sigillati in mano. Sono i rotoli che contengono la soluzione degli enigmi di Turandot.
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tramutata, secondo la credenza popolare, in vampiro. E, mentre due ancelle coprono il volto di Turandot con un velo bianco trapunto d’argento, la folla
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Le mura della grande Città Violetta: la Città Imperiale. Gli spalti massicci chiudono quasi tutta la scena in semicerchio. Soltanto a destra il giro
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C’è in tutti un senso di pietà, di turbamento, di rimorso. Sul volto di Turandot passa una espressione di tormento. Se ne avvede Ping, che va
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Turandot fissa Liù stesa a terra; poi con gesto pieno di collera strappa ad un aiutante del boia che le è vicino una verga e percuote con essa in
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E in cosi dire, forte della coscienza del suo diritto e della sua passione, rovescia nelle sue braccia Turandot, e freneticamente la bacia. Turandot
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qua e là, appena percettibili prima, poi di mano in mano più lividi e fosforescenti, appariscono i fantasmi. Sono gli innamorati di Turandot che, vinti
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tra le nuvole. Tutta la folla si prosterna a terra in attitudine di grande rispetto.
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una lanterna rossa, una lanterna verde e una lanterna gialla, che poi depongono simmetricamente in mezzo alla scena sopra un tavolo basso, circondato
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