duodenale. Oppure: — Anselmo, ho di nuovo quelle vertigini. Che sarà mai? — Numero nove, signor barone: il fegato. Ma ci potrebbe essere anche lo zampino
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trombe. — È la marcia dell'Aida, — lo corregge Delfina. — Ho conosciuto una volta a Treviso una signora che si chiamava Aida. Teneva un'osteria e non
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prodotto? Io ho lavorato dieci anni in una fabbrica di calze. Il padrone pagava (male, a dire la verità), io lavoravo e alla fine saltavano fuori le calze
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rughe, talune sottili, appena tratteggiate sull'epidermide, altre profonde come fossi. Pare il muso di una tartaruga secolare. — Ho l'impressione
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? Ho chiesto del barone Lamberto. Dov'è? — Ma è qui, davanti a te. Ottavio, nipote mio, unico figlio della mia unica sorella, non riconosci piú il tuo
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per questo. Piú vitto, alloggio e caramelle a piacere. — Strano lavoro. — Ce n'è anche di piú strani. Ho conosciuto uno che ha lavorato trent'anni a
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la maschera sulla faccia. — Nera? — Nera, blu, chi lo sa. Io tenevo d'occhio le armi. — Fucili o mitra? — Fucili, mitra e anche rivoltelle. E ne ho
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moltiplicato ventiquattro. Non credevo che il mio nome fosse tanto diffuso. Ho conosciuto, all'infuori di me, tre soli Lamberti: uno a Milano, uno a
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, per il decoro. — Qui c'è la parola Vienna, cosa c'entra? — Ho dato ordine di prelevare i fondi dalla mia Banca di Vienna, che al momento è quella piú
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? Dove sono le rughe? — Con il trucco, — insiste la voce, — si possono fare miracoli. Ho conosciuto un soprano dell'Opera che aveva settant'anni e ne
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banditismo. Quello degli altri. — Adesso dove va? — A bere un bicchier d'acqua. — Ho giusto sete anch'io, andiamo pure. Ottavio è costretto a bere l'acqua, che
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della soffitta nord, che guarda a picco sull'acqua. — Ma non ci sono pesci, nel lago d'Orta... — Gliel'ho fatto osservare. Gli ho spiegato che il
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? — Di vedere se domattina le sarà rispuntato il dito come le è rispuntato l'orecchio. — È possibile. Vogliamo scommettere? — Non ho la testa alle
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un'idea di quanto siano grandi le cantine della villa? Quel giorno io le ho visitate metro per metro, piano per piano. Lo sapevate che ci sono cinque
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scotch. — Cosa? Trenta chili di?... — Di scotch, di scotch! — Ma io non ne ho né trenta chili né trenta etti. Ecco tutto quello che ho. La cartolaia
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