, quella sera, la Cecina non avea voglia di andare a letto. — Cecina, vieni a dormire. — Più tardi, Maestà; per ora non ho sonno. — Il Re aspettò, aspettò, e
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voleste sposarmi, la fatatura ve la darei io. — La ragazza era una bellezza; il Re l'avrebbe sposata volentieri. — Ahimè, bella ragazza! Ho impegnata
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. — La sera tornò Re Sole, e lei gli domandò: — Maestà, che cosa avete visto nel vostro viaggio? — Ho visto tagliar la testa a una Regina e strangolare
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Re Sole continuò il suo viaggio, e quelle due sorelle se le mangiarono i vermi. Stretta è la foglia, larga è la via, Dito la vostra, che ho detto la
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ho altro. — Grazie, figliuolo; si vede il buon cuore. Accetta in ricambio quest' anellino e portalo al dito; sarà la tua fortuna. - Arrivati in quel
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soglia. E questa volta, Maestà, non c' è astuzia che valga: rimarrete un marito senza moglie. — Ma che offesa ho io fatto a cotesta fata Regina? Non la
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qui. — Quando giunse il marito, quella donna gli riferì minutamente ogni cosa. C'era una volta.... 11 — Sai che ho pensato, marito mio? Noi abbiamo una
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, si diè a sonarlo furiosamente. Accorse la capretta. — Ah, capretta, capretta! Guarda a che sono arrivata! Non ho che te, per aiutarmi. — Prendi
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' uovo? Ho mangiato la testa del galletto, ed esso mi canta dentro lo stomaco. Se non me ne liberi, tienti per morta! — Maestà, datemi un giorno di tempo
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la Reginotta. — Ci ho qui un anello raro; le piacerà. — E il finto gioielliere mostrò anello incantato. — Oh, che bellezza! Oh, che bellezza! Quanto
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finestra le lumachine richieste. Il giovanotto tornò dal mago: — Ho portato ogni cosa. — Il mago gli disse come doveva fare, e il giovanotto stava per
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fermava: — Serpentina, dove tu sei? — Maestà, in mezzo al bosco. - Ora la voce era più vicina. — E che tu fai? — Maestà, ho troppo caldo. - Il Re
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— Bimbo mio, tu sarai Re! - E si era avverato. Stretta è la foglia, larga è la via, Dite la vostra, chè ho detto la mia.
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sbagliare, in questo incantato ci ho messo un diamante di più. — Ho capito. — Chiamò le due figliuole e disse: — Ecco due bei vestiti; provateveli
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Regina non rinveniva dallo sbalordimento: — Ma che cosa avete fatto tante ore lì dentro? — Ho visitato tutto il palazzo. Di fronte al palazzo di Testa
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uccisi, traeva un respiro dal profondo del petto. — Voi siete barone! — Che mi vale, Maestà, l'esser barone, se non ho da mangiare? — disse una volta un
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ce n' è‘ più; se n'è perduto il seme. Di quelle che ho io tu non sapresti che fartene. E poi, servono a me per conservarle imbalsamate. Vuoi vederle
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? Vuoi dell' oro? — Tenetevi ogni cosa. Sarà quel che sarà! - E andò via. Il Re disse al cardellino — Ora che ti ho tra le mani, ti vo' martoriare. - Il
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tutti i bambini le sanno a mente, ho pensato di regalarvele per metterle insieme colle altre imbalsamate. — Ah, sciocco! sciocco! — rispose il mago. Non
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. — Cardellino, perchè non canti più? — Ho il mio padrone che piange. — E perchè piange? — Perchè non ha quel che vorrebbo. — Che cosa vorrebbe
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! Quante lagrime ho sparse! — La tua sorte volea così. Ora il destino è compito. — Sua Maestà, conosciuto chi era quel contadino, le diè in dote 1' albero
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quattrini son finiti e quei figliuoli vorrebbero vendere la corona reale; ma io non l'ho permesso. — Fruga in quel canto. C' è del pane e del formaggio
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lungo dopo di lui. Stretta la foglia, e larga la via, Dite la vostra, ché ho detta la mia.
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— Maestà, ho il rimedio per guarir la regina. Ma prima facciamo i patti. — Oh, bravo! facciamo i patti. — Se nascerà un maschio, lo terrete per voi
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nella via quella vecchiarella tanto ricercata: — Buona donna, buona donna, montate su. — Maestà, oggi ho fretta; verrò domani. - La Regina rimase
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primitiva e perciò tanto contraria al carattere dell' arte moderna. Rivedendo le bozze di stampa ho sentito un po' dì rimorso. Non commettevo forse un
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, non ci ho colpa. È venuto un cardellino, si è posato sopra un ramo e si è messo a cantare. Canta, canta, canta, mi si aggravavano gli occhi. Lo
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i vostri corrieri han cercato male, che colpa ne ho io l Cerchino meglio. — E tu l'hai veduto, coi tuoi occhi, l' albero che parla? — L'ho veduto con
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so più dove dar di capo. Sapete che ho pensato? Domani mi farò prestar l' asino dal nostro vicino, gli porrò le ceste e vi porterò attorno per
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vecchiarella: — Fate la carità! — Quella per la noia di cavar le mani di tasca, rispose: — Non ho nulla. — La vecchiarella andò via- brontolando. — Che cosa
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faccia? — Maestà, ho la pelle fina e l'acqua me la sciuperebbe. — Tizzoncino, perchè non ti pettini? — Maestà, ho i capelli sottili, e il pettine me li
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tu chiamata? — Ti ho chiamata per le mie figliuole. — Menale qui ad una ad una; si sceglieranno la sorte colle loro mani. — Il buon uomo, tornato a
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E qui mi si permetta una digressione. Nessuno meglio di me conosce da vicino i pescivendoli romani, ed io ho l’onore di potere affermare
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datovi più innanzi, frutto dell’esperienza che ho acquistato frequentando da più di mezzo secolo il mercato del pesce, quello cioè di avere un fornitore
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E qui per brevità sospendo la rassegna di altri pesci, perchè come dissi in principio, ho in mente di fare un piccolo manuale famigliare e non un
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Io ne ho mangiato al porto di Civitanova ed a Francavilla e confesso di averlo trovato eccellente.
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), ma spesso si usa farla con la razza o le rosciòle soltanto. Ecco il modo come ho veduto cucinarlo a Francavilla:
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Il metodo che vi ho descritto ha molti vantaggi sugli altri metodi, e sopratutto quello di far divenire il pesce croccante esternamente, e morbido
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Ho creduto bene di omettere il sale per il condimento perchè generalmente il baccalà contiene sale bastante di per se stesso.
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Tranquillizzati, caro lettore, perchè onde rendere completa l’opera mia, ho preveduto anche a questo caso, ed ho pronto il rimedio. Veramente il
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presidente. Appena fu nota la immensa sciagura, che per la furia della natura aveva colpito tanta parte della Francia e la sua Metropoli, ho creduto
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Propongo per tutti gli estinti colleghi, che ora ho commemorato, un telegramma di condoglianza alla famiglia, alla città natale, ed al capoluogo del
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Il migliore ricordo che ho di Andrea Costa è questo: si avvicinava l'inverno del 1899-900, e nella sua Bologna, nella sua Emilia vi era una grande
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Perchè, se ho bene inteso il significato della commemorazione che ha avuto così efficace e valoroso interprete, parmi che esso abbia voluto dir
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Onorevoli colleghi, ho voluto seguire il nostro illustre Presidente ed andare anch'io ad Imola a rendere, a nome dei miei amici, l'ultimo tributo di
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Ho l'onore di essere qui per Ravenna, ed ecco la ragione della parola mia.
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chiamato a rappresentare il collegio di Nicosia, nel cui nome ho oggi l'onore di parlare.
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Avverto la Camera che, per la ristrettezza del tempo, ho già provveduto che alle esequie dell'onorevole Majorana la Camera sia rappresentata dagli
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presidente. Come la Camera ha udito, ho già proposto che siano inviati telegrammi di condoglianza alle famiglie degli onorevoli Costa, Majorana e De
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