L'"Antigone" di Hegel tra filosofia del diritto e filosofia della storia
Nella sua interpretazione dell'"Antigone", Hegel ha inteso descrivere la "polis" greca, in quanto realizzazione immediata della "vita etica", negli
Hegel.
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abbiamo affatto bisogno, per interpretare l’arte del nostro tempo, di rispolverare l’hegeliana morte dell’arte. Intanto il senso che aveva per Hegel, nel
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Per Hegel la morte dell’arte era una deduzione del suo sistema più che derivazione dell’apprezzamento, pur tendenzialmente negativo, dell’arte del
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e la causa non è altro che questa determinazione di avere un effetto», scrisse appunto Hegel 16, fino ad identificare la causa con l’effetto
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lei [la causalità] vengono a collegarsi in maniera estrinseca e accidentale» scriveva ancora Hegel 17, e con ciò la causalità, appartenga pure alla
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, se non una quantità che non si può misurare? «La qualità — scriveva Hegel 30 — è la determinazione isolata, un che di affatto semplice, immediato
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storia, doveva offrire ad Hegel le più convincenti esemplificazioni, in realtà solo come struttura della logica poteva attuarsi senza residui, mentre nello
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che esista un bello universale, valido per tutti, è possibile fu la posizione di Kant e di Hegel ma è anche sempre più difficile da sostenere. Questa
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, peccaminoso e mortale che connota molte opere d’arte antica. Secondo Karl Rosenkranz, che fu discepolo di Hegel e che fu il primo a legittimare
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«creatività» che il filosofo mostra nel Filebo. Diversamente da quanto si scrive spesso, non c’è nemmeno per Hegel alcuna «morte dell’arte» all
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Non so se sia vero quanto diceva Hegel e Argan ribadiva, cioè che l’arte è morta; vero è, comunque, che il suo stato è disperante. E lo è per colpa
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. Hegel, per cui «la tesi e l'antitesi si fondono fatalmente nella sintesi evolutiva»; ma rinviene la propria riprova di legittimità nella storia stessa
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colloca lungo il secolo XIX, quello evoluzionistico.Questo, sebbene proceda dall'idealismo più trascendente di F. G. Hegel (1770-1831); rimane pur sempre
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evoluzione, di necessità fatale e di relativismo mutevole (nella filosofia dell'ideale e del reale insieme), i quali Hegel stesso colle sue opere
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Per Hegel pertanto il metodo si risolveva nel seguire ciecamente le necessità evolutive mentali, corrispondenti a quelle reali dell'universo
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geschichtlichen Methode,1853) e di recente da G. Schmoller (vivente); scuola metodologica, che solo remotamente risentì della logica dialettica di Hegel, e
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Hegel, sebbene congiurasse per quasi un secolo alla distruzione di ogni metodo e scienza sociale, lasciò qualche traccia istruttiva; insegnò cioè nella
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Kant, viene a sostituirsi gradualmente e infine ad ottenere sopravvento la filosofia panteistica di Hegel, accompagnata e avvalorata alla sua volta dal
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Berkeley, a Kant, ad Hegel) — del posteriore positivismo biologico (da Comte a Spencer) — e del più recente positivismo psicologico (di Lange, Wundt
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leggi alla indefinita evoluzione della civiltà (ciò che si chiama lo Stato di cultura),giusta i concetti di Hegel, Bluntschli, Treitschke, Wagner. In
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diritto (Savigny); — una coscienza civile-politica,che è il fondo della dottrina sociologico-evolutiva (Hegel); — e del pari, ciò che è meno avvertito
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Checché si scrivesse per tale rispetto del cristianesimo accusato di «avvizzire il fior della vita » (Hegel, Bebel, e in parte Harnack) in forza di
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E che altro sono le teorie di Herbart, di Kant, di Altomid, di Hegel, di De Ercole (retribuzione penale), se non l'orpello delle antiche idee della
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HEGEL e HERBart
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. Giacomo B”hme e Giorgio Hegel (3) presentano queste due forme; come presso gli Arabi le presentarono Gazali (Algazel) (n. 105., m. 1111) e Ibn7Roschd
di Hegel, chiama e definisce Iddio l' idea); come pure l' identificazione di quella idealità con tutto ciò che non è la stessa realità necessaria e
non è coscienza, è il nulla . Già qui si scorge l' origine del nullismo di Hegel. Ma egli è ancor meno del nulla, perchè è una contraddizione, un
gravido (1). L' Hegel fa l' ostetrico del parto mostruoso. Se l' uomo è il legislatore, se esso è il fonte d' ogni morale e d' ogni diritto, conviene
si vuol fare un Dio7idea - Gioberti - Hegel [...OMISSIS...] (1). Affine a questo sistema, ma meno funesta, e in parte vera, è la definizione della
si vede nell' Hegel, e in tutti i filosofi entusiasti e imaginosi, i quali vogliono colla loro oscurità e misticismo imporre al pubblico, e captivarlo
braccia e stette assorto, lungamente, cogli occhi fissi sul busto di Hegel collocato lí in faccia. A un tratto si riscosse, si precipitò sul plico, ne ruppe
guardai ebetito. Una sentenza dell'Hegel mi si presentava in quel punto limpidissima alla memoria, e me la ripetevo macchinalmente: "La necessità della
valore della Somma di San Tommaso d'Aquino e del vostro incomprensibile Hegel! E dire che in tanti anni d'intimità con Emilio non ci avevo punto badato
l'arguzia di Sterne, un altro celta anche lui. In filosofia dopo aver vagolato a vent'anni con Hegel negli spazi sconfinati dell'Essere, dopo aver