Il primo è una grigia giornata del settembre 1920 quando i consiglieri nazionali, dopo aver percorso l’Italia vedendo ovunque le bandiere rosse
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crepuscolo della sera, a cui succede l’oscurità della notte, ma il crepuscolo del mattino, annunziatore di una giornata splendida e trionfale. Dicevo però
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brindando al passato, brindiamo ad un tempo all’avvenire. Ricordando i tempi in cui Don Gentili all’alba appena della nostra giornata cattolico-sociale fu
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certi che verranno. Alla fine della nostra giornata il nostro lavoro si aggiungerà al progresso di mille che marciarono tutti verso il trionfo del
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luce, in cui si intravede la nuova giornata, e teniamo il dinanzi come specchio all’anima avvilita, al corpo morto. E ritornerà l’anima nel corpo e
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liberazione politica. Con quale ansia, amici miei, abbiamo atteso la grande giornata! Quando venne finalmente, le aspre lotte per la nostra esistenza
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ricchi, nemmeno agiati, che alla sera, dopo la lunga e laboriosa giornata, discutono lo statuto di una piccola società industriale, di un consorzio di
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Accademia della crusca
