io ricordavo il giardino e il tempietto dove avevo veduto i due amanti baciarsi, e gli occhi di Fiora, e la vigna illuminata dalle lucciole e quando
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placido, pulito, ordinato. Il giardino pareva grande perchè confinava con altri giardini; si aveva l'illusione che il vialetto che s'insinuava
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consegnare la lettera al vecchio: ma d'un tratto mi fermo turbato; la porticina del corridoio è aperta e in fondo appare il quadro del giardino, un po
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portava. La prima volta vidi la porticina aperta e in fondo al corridoio il quadro verde del giardino; e quel passaggio stretto, con quella luminosità
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sembrava di giocare ancora con loro nei prati e, nel giardino della villa dove quasi ogni pomeriggio un giovane istitutore ci conduceva. Di primavera i
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nell'Istituto con la mia avventura. Mi ritrovavo nel giardino della villa coi compagni: andavo in cerca dell'istitutore e lo trovavo con Fiora: ma questa mi
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Nel fondo il giardino, illuminato da picoole lampade bianche ed opache.
(Nel frattempo, mentre la folla ritorna verso il giardino, entrano Prunier e Lisette)
(I giovani di prima rientrano dal giardino. Vedendo i due innamorati sostano additandoseli l’un l’altro, silenziosamente).
(Ora la sala e il giardino sono quasi completamente sfollati. Non resta che qualche piccolo gruppo di ritardatari).
(Entrano dal giardino, diretti verso l’uscita, un Giovine elegante che tiene strette al braccio due belle donnine).
(Ruggero prende sottobraccio Lisette e la trascina rapido verso il giardino dove si confonde con la gente che esce).
da giardino.
(Il suo tono è tale da non ammettere repliche. Prunier fa un gesto come per dire «Sarà quel che sarà» e s’avvia verso il giardino. Sparisce. Rambaldo
(Ora la sala è deserta. Nel giardino si sono spente le luci. I primi chiarori freddi dell’alba non illuminano che tavoli in disordine, fiori sparsi e
pessimo stato le seggiole del giardino; la poltrona sulla quale io andavo dondolandomi era la migliore della raccolta. - Sicuro - mi diceva Anastasia, che
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silenzioso, sale fino al granaio, sposta le tavole, dà un'occhiata in giro, si cala nel giardino, scivola in iscuderia. La baronessa che passa qualche
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Capriccio, come una cocotte cocottepresa dai rimorsi; e in qualche giardino delizioso trascinava l'ira, il sospetto, i timori molteplici di quei giorni; e
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Lorenzo.....Forse avevo visto male la villa Capriccio; poiché all'indomani in una mattinata ancor tepida e aurea di sole il giardino, la casetta
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