Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: faceva

Numero di risultati: 51 in 2 pagine

  • Pagina 1 di 2

Gemme - Corso completo di letture

206862
Grassini, G. B., Morini, Carla 4 occorrenze
  • 1905
  • Remo Sandron - Editore
  • Milano - Palermo - Napoli
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divertiva mezzo mondo credendo che tutti l'ascottassero. - Ih... aaa... Ih... aaa! - Anche per la strada, quando passava vicino alla gente, faceva sùbito

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Pagina 18

L' Emilia così piccina sapeva fare tante belle cose. Cuciva benino, faceva la calza era in tutto d'aiuto alla mamma. Un giorno mentre si metteva un

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Pagina 34

Che vento tirava! I ragazzi uscivano dalla scuola, e il vento faceva loro volar via i berretti. Quasi tutti gli scolari allora incominciarono a

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Pagina 41

lei. - La Luisa infatti dava spintoni a tutte le compagne. Quando si moveva dal banco faceva sempre un gran chiasso e interrompeva tutti quelli che

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Pagina 52

Angiola Maria

207052
Carcano, Giulio 18 occorrenze
  • 1874
  • Paolo Carrara
  • Milano
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quale per alcun tempo aveva mitigato alle due donne la recente amarezza, lasciava allora un altro vuoto ne' loro pensieri, e faceva quasi parere

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Pagina 108

dico la verità, che la flemma delle sue domande mi faceva sudare, nello stesso tempo che la serietà delle sue occhiate mi metteva i brividi. E tutto

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Pagina 117

ciò la faceva ben sovente muta, incresciosa a sè stessa, e le aveva rapito quell'aria di freschezza e di sorriso, onde fu prima così bella e serena.

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Pagina 140

, le molte fabbriche degne d'esser vedute. Il giovine era stato a Milano in altri tempi, e aveva conosciuta la città; egli si faceva dunque compagno

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quieta abitudine, si faceva più forte del suo proposito, più grande della sua virtù. Allora egli s'abbandonava a' suoi sogni antichi, a quei fallaci

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Pagina 154

, immobile, e sorrideva con ùn sorriso che la faceva abbrividire.... Voleva essa gettarsi dalla carrozza, ma l' impeto del balzo che arrischiava non finiva mai

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Pagina 161

non poco. Il lord non gli disse di sedere; egli si faceva innanzi lento, tenendo in una mano il cappello, e tentando coll'altra i bottoni della sua

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Pagina 171

le ore in una dolorosa rassegnazione. Non piangeva più, ma faceva ogni sforzo per ritornare il più che potesse alla memoria di sua madre: solo qualche

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Pagina 183

martirio dell'anima a chi avesse potuto vedere il suo segreto. Soffogava le lagrime; e ne' momenti di maggior dolore, la sua voce si faceva più sicura e

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Pagina 197

parole apriva nel cuore di Maria una ferita. Una maledizione le era dunque caduta sui capo, una maledizione terribile, immeritata, che faceva altrui

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Pagina 225

spilorcia da far fremere, gli faceva dar conto, ogni dì, della croce dell'ultimo quattrino. Nella casa di questo novello Arpagone, noi troviamo adesso la

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Pagina 259

povero Michele non faceva più il viso arcigno, quando se lo chiamava innanzi per saldar i conti, o comandar il desinare. Ond' era, che que' di casa e i

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Pagina 266

dapprima scorta; e giunta all'entrata d'una morta siepe di primi, che faceva cinta alla piccola aia dinanzi la casa, vide quel cane che

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Pagina 289

che si apriva al piede della villa. Un uomo, avvolto nel suo mantello, era nella barca, la quale ben presto pigliò il largo; il barcajuolo faceva

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Pagina 321

tornio: il busto di lana rossa le serrava bene alla persona; e il bianco fazzoletto, aggruppato di sotto al mento, faceva spiccare di più i bruni contorni

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Pagina 337

dolcezza ch'è segno di un'anima timida, amorosa; e l' ingenuo parlare e le schiette domande che faceva, mostravano bene quanto la sua nascente ragione

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oggetto che gli appariva, era l'amorosa fanciulla sedutagli accanto, era quella sembianza angelica e pura, che la faceva parere cosa non mortale. Il

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Pagina 74

rivedeva più mite e meno ingiusto; e la speranza di consolare i giorni travagliati di quell' uomo caduto gli faceva parer men dura la parola d' accusa che

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Pagina 81

Donnina forte

208662
Bisi Albini, Sofia 1 occorrenze
  • 1920
  • R. Bemporad & figlio
  • Firenze
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...? C' era un' unica ragazzina, la più brava e la più povera, che non mi si avvicinava mai; era il Moscerino. Mi faceva un dispetto! non capivo quella

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Quell'estate al castello

213744
Solinas Donghi, Beatrice 16 occorrenze
  • 1996
  • Edizioni EL - Einaudi Ragazzi
  • Trieste
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abbrancarmi alle spalle: - Cosa c'è? Perché ti sei fermata? - Ma niente. Una ragnatela. Dopo pochi passi la galleria faceva un gomito e ci siamo trovate di

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il momento. - Fammi sentire un disco, piuttosto. Difatti il grammofono portatile mi faceva voglia, era una cosa abbastanza di lusso allora e solo

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uh accipicchia! L'«uh accipicchia» non faceva parte del canto, mi era venuto fuori per una slittata piú lunga che per poco non mi mandava a sbattere

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ai primi giorni, quando mi faceva soggezione per via della sua divisa da cameriera inappuntabile, col grembiule bianco coi pizzi e tutto. Quel

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rampicante, io, i miei fratelli e mia cugina Isa che veniva da Casale, piú un paio di altri cugini sotto Ferragosto. Nonna ci faceva dei gran minestroni con

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dall'altra, senza pace. Quasi quasi mi faceva pena. Venne su il conte e le disse per favore di lasciar stare. (Non gli piaceva sentir gridare, era una

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'? Faceva troppe domande. A lei venne in mente che quando si scappa di casa non si dice il nome vero alla gente che fa domande. - Rosabella Rosamini, - gli

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Pagina 103

casa proprio sua. Sí, rispondeva Ippolita, questo le faceva molto piacere, però nel frattempo stava volentieri anche con loro. Era talmente

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Pagina 120

ancora lassú, se ci faceva piacere vederle. Eccoci dunque ripartite in esplorazione, come ai bei tempi, però in su invece che in giù, verso il solaio

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magra che Ippolita chiamò zia Augusta faceva un gioco di carte, un solitario, con certe carte piccoline. Non era niente bella, cosí secca e tutta naso

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Pagina 15

scema in vita mia, però un po' mi veniva anche da ridere. Ippolita era sparita dal verone, voglio dire dal balcone, e siccome non si faceva piú vedere

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Pagina 23

, poi Ippolita che dietro le sue spalle mi faceva il gesto della gran barba che ne aveva. In quel momento lo zio Ottavio mise fuori la testa dalla porta

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volte era piú coraggiosa di me. Cosí siamo state in cima alla torre, che faceva venire i brividi cosí tutta aperta da tutt'e quattro i lati, con una vista

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faceva solo due o tre giochi difficilissimi, di quelli per ultraesperti.) Dunque mi misi di sentinella nell'ingresso. Era sempre lí che mettevano la

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Pagina 57

discorsi fossero solo dei tappabuchi. Frrzz frrzz frrzz faceva la pioggia di fuori, solita sinfonia. Della poca luce che c'era la vetrata coi pavoni ne

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. Poi si senti cantare un gallo e mi venne il dubbio che stesse per spuntare il sole. Cosa faceva Ippolita, che non la sentivo per niente? Se perdeva

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Pagina 86

I miei amici di Villa Castelli

214419
Ciarlantini, Franco 5 occorrenze
  • 1929
  • Fr. Bemporad & F.°- Editori
  • Firenze
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in un castello alto alto e scuro scuro, abitava un gigante che si chiamava Gigante Zucca. Questo Gigante era assai cattivo; derubava la gente, faceva

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Pagina 119

: faceva tanto freddo e la mamma non aveva di che coprirlo nè fuoco per scaldarlo. Un asinello si accostò al bambino bello col suo morbido pelo lo

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Pagina 40

. Questo fanciullo si chiamava Raniero e non faceva proprio male a nessuno. Era molto timido e la gente credeva che invece fosse molto superbo. Per questo

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Pagina 51

, come se chiamasse o salutasse; ma il bovaro giungeva e gli faceva riprender la strada. Al mercato le bestie erano radunate in un piazzale, legate a

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Pagina 74

passate per tutto l'oro del mondo. Mario, l'altro giorno, mentre con altri bambini faceva una passeggiata, incontrò per la strada una bimba che

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Pagina 92

Sempronio e Sempronella

214670
Ambrosini, Luigi 6 occorrenze
  • 1922
  • G. B. Paravia e C.
  • Torino - Milano - Padova - Firenze - Roma - Napoli - Palermo
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. Mentre gli faceva assistenza gli leggeva un vecchio libro e la lettura distrasse il padre dai tristi pensieri.

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pascolavano e, per non annoiarsi, si cercava un bel pietrone di tufo, aguzzava un sasso, e con la punta del sasso disegnava le pecorine: faceva i

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Pagina 35

, Sempronio si accontentava di avere carta e matita. Egli era pieno di buona volontà. Non faceva i miracoli di Giotto, ma ognuno fa quello che può. Ed egli era

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Pagina 37

IL CIECO DI GUERRA C'era una volta un bravo giovanotto; si chiamava Pinotto. Aveva vent'anni, faceva l'intagliatore. Quindici anni aveva studiato

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tante cose ch'gli ignorava, lo mortificava, talvolta lo faceva piangere. Egli diceva tra sè e sè: - Come sono sfortunato! Sento che studierei senza

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Pagina 66

. La diligenza, che faceva il servizio postale fino al paese dove era la scuola, non poteva proseguire in mancanza di strada. Ed ecco che il paese di

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Pagina 89

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