panteista; cioè son due facce della medesima concezione teorica.
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Il punto P potrà assumere ogni possibile posizione entro il diedro di sezione normale o sulle facce di esso, ma non attraversare le facce stesse. È
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b) Punto materiale attratto verso le facce di un cubo da forze perpendicolari alle facce e crescenti colla distanza.
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Ammesso che, per ogni coppia di facce opposte, la legge di attrazione sia la stessa, il centro M del cubo è evidentemente una posizione d’equilibrio.
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crescono colla distanza, delle forze che provengono da una generica coppia di facce opposte, prepondera sempre quella che si riferisce alla faccia
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Per un parallelepipedo, i piani mediani di ogni coppia di facce parallele sono manifestamente diametrali (coniugati alla direzione dei quattro
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Poniamo in O l’origine delle coordinate, e dirigiamo gli assi secondo gli spigoli, con che le equazioni delle sei facce sono
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29. Parallelepipedo retto omogeneo. - Il baricentro O è il punto d’incontro delle diagonali (n. 16). I tre piani mediani (cioè paralleli alle facce
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distribuita tra due parallelepipedi retti, rettangoli, aventi lo stesso centro e facce parallele.
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È data una scatola cubica, le cui facce hanno così piccolo spessore da poterle assimilare a superficie materiali. Mostrare (sia in base al precedente
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Un tetraedro rigido è sollecitato da 4 forze normali alle facce, ad esse proporzionali e tutte dirette verso l’interno o tutte verso l’esterno del
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Ciò posto, immaginiamo che il corpo S sia mantenuto in equilibrio da certe forze applicate a punti delle facce terminali σ1, σ2 e da una certa
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punto interno P un certo arco di curva AB (direttrice) e mantenendosi, in ogni sua posizione, normale a codesta curva. Denotiamo con σ1, σ2 le facce
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(rispetto a P) M ds, all’azione che essa risente sulle sue due facce dal collegamento colle fette contigue, quando pure non si tratti di una delle
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son date, oltreché dalle forze attive di risultante F ds e di momento risultante (in P) M ds, dagli sforzi risentiti dalla fetta sulle due facce σ e
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Delle tre facce del triedro principale, una è il piano osculatore (t, n); un’altra è la (n, b) costituita manifestamente dal piano normale alla curva
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effettivo angoloide a più di tre facce, di codeste forme U j tre (e tre soltanto) sono indipendenti, mentre nessuno dei vincoli U j ≤ 0 è superfluo.
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elementare, particolarmente espressivo. Si abbia un unico punto materiale P, vincolato a non uscire da un certo angoloide convesso ad s facce, di vertice
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È equilibrato il sistema dei vettori normali alle facce di un tetraedro, applicati nei centri delle circonferenze circoscritte a tali facce, di
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