mangia affrettatamente. Tra un boccone e l'altro, parla.) Ero venuta per fare una visita alla Reginotta prigioniera ... Sua Maestà vorrà permetterlo ...
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. - Pur troppo! - fece Carenga, che aveva la manìa delle interruzioni. - Allora - continuò Bodura - ero innamorato della moglie del Sindaco, ed era la
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capito che quel: Grazie! fosse stato diretto a lei e che quel lieve cenno del capo significasse saluto. Ero rimasto mortificatissimo, ma non
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! - Ero già su la via, altrimenti l'atto da me commesso sarebbe proprio inesplicabile. Ho reagito in tempo; ecco tutto. - Insomma, che cosa avete fatto
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. Mi guardava sorridendo, rossa in viso come una bimba colta in fallo, ma non poteva parlare. Anch'io non trovavo il verso di dire qualcosa; ero sorpreso
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arrabbiarmi. E piú che colla cattiva sorte, me la prendevo con me stesso. Perché non me gli ero avvicinato quando la incontrai sullo spianato della
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compatito e mi ha perdonato, il profondo rancore contro di lei, mi rende quasi pazzo. La sua vendetta è terribile! Ero geloso, sí, stupidamente geloso
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altro che i grandi maestri italiani e Bach, il suo Bach, come lo chiamava. Allora io ero materialista, ateo, e quei soliloqui dell'anima pregante e
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che non ho mai sentito rimorso, di niente! Ed ho ... Si fermò un istante, tirò due boccate di fumo e finí la frase. - Ed ho ammazzato! Ero nel mio
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! - Ero già su la via, altrimenti l'atto da me commesso sarebbe proprio inesplicabile. Ho reagito in tempo; ecco tutto. - Insomma, che cosa avete fatto
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Mille anni fa, anch'io ero un ragazzetto, come voi, miei cari e piccoli lettori: anch'io avevo, su per giù, la medesima vostra età, vale a dire fra
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avevano questa spina, e mi ha punto qui e vi è rimasta", ella avrebbe levata la spina e forse anche baciata la ferita. Invece io m'ero fitto in cuore
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monache. Non tardai ad accorgermi dello scopo cui mirava la santa matrona ed eccitato come ero per la mia frequenza fra tante donne non fu difficile il
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, del mio laccio e delle mie armi, con cui ero divenuto formidabile ai cervi ed ai cignali delle foreste romane. Appassionatissimo per la caccia
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, ripassai la mano su quella parte di muro ed a mia sorpresa trovai che era legno, di che non m’ero accorto prima nella mia indagine precipitosa. Forzai
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serrature cedevano alla mia mano d’acciaio, ad ogni crocchiare del ferro il mio cuore si dilatava e mi parea sentirmi alleggerito di un peso. Ero all
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mi sentivo fallire il coraggio. Ero sul punto di tornare indietro ma l’amor proprio mi gridava: vergogna! a che tanti preparativi per fare un fiasco
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volto scialbo, emaciato, nasuto ... Che importa? Ero amato, ero desiderato - direbbe l'eroe russo-napolitano di non so quale pochade - dalla più
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ero rivolto per commendatizie anche a Guido Rocca, l'esploratore del Tibet e del Cachemire. Siamo coetanei ed amicissimi ma non abbiamo in comune che
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quella era una donna disfatta dalla passione e che l'oggetto della sua passione ero io?
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cantina. Le patate vi gelarono. Intanto avevo compiti i sedici anni. Ero cresciuta molto, ed anche mi ero sviluppata in proporzione. Gli abiti mi
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Romana. La meta del mio viaggio era lontana: una borgata di pescatori su l'Adriatico, dove io ero atteso in una casetta sul mare: questa borgata
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gettava colla sua scopa, delle grandi spalmate di gesso e latte sui vecchi affreschi e cantava a mezza voce una canzonaccia profana. Ero capitato proprio
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un'ingiuria tanto atroce ch'io potessi aver diritto di offendermi. Eppoi non ci tenevo punto alla stima del sindaco: e non ero curioso di sapere ciò che
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alle trafitture micidiali della scienza epicurea. Ero allora al tempo delle grandi curiosità. A dieci anni spezzavo i balocchi per osservarne gli
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difficoltà, era solo un traliccio a forma di torre, alto una trentina di metri, base sei per cinque, e non ero neanche da solo; era d' autunno, non faceva né
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meglio di me: soprattutto, ne conosce meglio le scorciatoie. Ero anche contento perché la mia battaglia contro le acciughe si era risolta sostanzialmente
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cugina di Primo, del che Ada si risentiva un poco. Io, dopo il matrimonio di Giulia, ero rimasto solo coi miei conigli, mi sentivo vedovo ed orfano, e
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Ero andato in Fiera senza bisogno e senza una curiosità precisa, spinto da quell' irrazionale senso del dovere che tutti i milanesi conoscono, e che
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?) alla polemica competitiva. A undici anni, nel corso di una interminabile vacanza estiva, mi ero innamorato di una Lidia di nove anni, gentile
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quarant' anni fa ero prigioniero ad Auschwitz e lavoravo in un laboratorio chimico. Avevo fame, e cercavo di rubare qualcosa di piccolo e di insolito (e
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allergici al nostro cognome Levi, la accolsero con diffidenza e incredulità. Se io ero in mano ai russi, non potevo essere in Polonia, e se ero in
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; un viaggio lo fece facendo volteggiare in aria quattro o cinque tubi, come i giocolieri fanno con le palle di gomma. In quella cantina io ero solo
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informato per la prima volta dal mio precettore, un indiano d'alto sapere e d'alta casta, che io non ero il figlio d'un ufficiale anglo-indiano, come
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!... Mi ero nascosto dentro l'armadio... Che risate matte ho fatto, con quei ritratti!… Su uno c'era scritto : Un vero imbecille!... Su un altro: Oh
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specchio in camera della mamma, ma quella fu proprio una disgrazia. Ero con Carluccio a giocare a palla in quella stanza, con l'uscio chiuso, perché
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gioia al giornalino, dipingendo il disegno del serraglio che avevo fatto alla villa della zia Bettina mentre ero in prigione aspettando il babbo. Poi ho
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. Basta dire sono stato mandato via due volte perché appunto, con tutta la mia buona volontà, non ero arrivato a far tutto il compito che ci avevan dato! Ma
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dovrebbero essere dimenticate. lersera Caterina cercando non so che in un armadio, pescò un paio di calzoni miei da mezza stagione che non mi ero più messo
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della mamma pareva che non finissero mai. Come ero contento di essere cascato nel fiume, e di avere corso rischio di affogare! Se no, non avrei avuto
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Olga a far visita alla mamma e mi ha fatto molte feste, dicendo che ero cresciuto, che avevo gli occhi intelligenti, e molte altre cose che dicono le
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impressione, e io che mi ero ormai quasi dimenticato il fatto dell'automobile, dinanzi allo spettacolo di sì terribili conseguenze, mi accorgo di tutta
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ero commosso anch' io.
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razzi col fischio! - Mi ero ricordato in quel momento che quando avevo comperato i fuochi per festeggiare il matrimonio di Luisa, non avendoli potuti
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povere sorelle erano diventate di mille colori; ero così mortificato nel pensare che io ero l'unica causa di questi loro dispiaceri, che mi misi a mangiar
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s'era conficcato nella carne... Ebbene: posso giurare che ero il più dispiacente di tutti, ma in quel momento io non potei trattenermi dal ridere
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alla causa come un semplice curioso, ero rimasto colpito veramente da alcuni dati di fatto quasi inverosimili. Il barone non era comparso, trovandosi
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d'appendice. Avevo fatto cantare Anastasia e m'ero formato una così ferma opinione della odiosa complicità morale del barone Lorenzo che se non lo feci
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abituavo all'idea di vederla sposa ad un altro e mi promettevo di non turbare la sua nuova felicità; ero virtuoso, infine, e quasi rassegnato. Ma la
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incontrare, non avrei forse osato parlargli, perché non ricordavo più quel che volevo dirgli: ero esausto. " Ma sì, la sposi - dicevo a me stesso, tornando
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