' darti un bicchier del mio vino; te lo meriti. — Quel vino era conciato coll' oppio, e il pover' uomo non l'ebbe bevuto, che cadde in un profondissimo
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tutte le parti. Ma in un punto questi ebbe l' agio d' assestargli un colpo al cuore.
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piedistallo; Non metter piede in fallo, Cavallo, mio cavallo. Non ebbe finito di dir così, che il cavallo di bronzo si scosse, agitò la criniera, dette fuori
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, spera di sole, sarai regina se Dio vuole. - E fece il decreto reale, che dichiarava il Reuccio e Tizzoncino marito e moglie. Il mago ebbe la pagnotta
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Allora gli tagliarono la cresta, e quella voglia non la ebbe più. E il popolo: — Staremo a vedere! Chi di gallina nasce convien che razzoli. - Dopo
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avea l' anello. Dopo che la Regina ebbe comprato parecchie cose, domandò alla figliuola: — O tu, non vuoi nulla ? — Non c' è niente di bello, — rispose
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fece condurre dalla Reginotta. Le aperse la bocca, vi mise dentro quel pezzettino di panno rosso, e la Reginotta ebbe la lingua. Ma le prime parole
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sperava sempre che, un giorno o l'altro, il cielo l'avrebbe consolata. In quel tempo il Re ebbe il capriccio di comprarsi un magnifico cavallo. Conchiuso
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amore; Pioggia, pioggia bella, Patisco per la donzella! — Questa volta però stette bene in guardia, e ai sette anni fissati ebbe finalmente la ragazza
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nostra figliuola. Ce la scambiarono quand' era in culla. Che ne facciamo di questo mostro? Io direi di farla ammazzare. - Il Re non ebbe animo di
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quel mostricino, aveva consigliato di soffocarlo. La mamma non n' ebbe il cuore, e pregò: — Non ne fiatate con anima viva, comare! - Infatti nessuno ne
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! — ordinò il Re inviperito. Ma non appena il carnefice ebbe accostata la torcia alla trappola, ecco che insieme con la trappola scoppia in fiamme il
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viso. Ranocchino, si capisce, le aveva già perdonato. Si fecer le nozze con magnifiche feste, e Ranocchino, a suo tempo, ebbe la corona reale.
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' zitta! — Rannicchiossi in un canto, e non ebbe animo di più fiatare. Passato un anno, un bel giorno si sentì domandare: — Vuoi vedermi? - E non era
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— Allora lasciami andare! Lasciami tornare a casa mia! - No, no! Dobbiamo sposarci. — Per ora bada a crescere! - Gomitetto se l' ebbe a male ed andò
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ebbe provato più volte e sempre con lo stesso cattivo successo, quel povero diavolo si perdette d'animo, e non sapeva più dove dare di capo. Angustiato
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dimenticato ogni cosa. Mangiate e bevete, ma prima di sera andate via. Se Re Sole vi trovasse, rimarreste incenerito. - Dopo che quello ebbe mangiato e
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, questa .volta, era sicuro di aver buono in mano. Volea vederlo, quell' uomo! Chi sa che grugno! E appena l' ebbe alla sua presenza: — C'è qualcuno che
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vibranti di calda simpatia per il paese nostro, ebbe per voto dell'Assemblea stessa la nobilissima risposta, che tosto feci pure pubblicare.
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lo svolgimento di un problema, che, dopo aver tanto affaticato i nostri spiriti, ebbe poi la soluzione da lui anticipata.
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Altre ancora delle idee da lui con calore propugnate ebbe la legittima soddisfazione di veder penetrate nella patria legislazione; e cioè il
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dell'uomo geniale, che, per larghezza di vedute, ebbe avversari, non nemici.
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Non lo abbandonarono mai gli elettori, dei quali invece ebbe a sostenere la emulazione nel dargli il mandato. Eletto nelle legislature XV e XVI dal
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aiuto. Nato il 13 maggio del 1861 in Teramo, e seguiti gli studi legali, ebbe ben presto a distinguersi nel foro, ove brillò per l'eloquio facile ed
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rapidamente ascensionale ebbe sempre largo conforto di consenso e di simpatia dei colleghi, lieti dei suoi trionfi, come quelli della più vivida affermazione
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Essa ebbe il suo coronamento nella azione sicura, rapida, illuminata da lui portata nelle amministrazioni a lui affidate, e sovrattutto nella
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Andrea Costa entrò alla Camera nella XV legislatura: del suo partito egli fu il primo che vi entrò; poi nella XVII ebbe a compagni l'Agnini, il
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, italiana, del Romagnosi diede saggi luminosi; sia nell'amministrazione che ebbe savie leggi da lui; sia nella finanza, dove con felice ardimento seppe
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le doti e le i virtù più varie; perchè egli fu tribuno e parlamentare, egli fu precursore e organizzatore; egli ebbe il senso delle folle, lo rese e
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ebbe le vibrazioni gagliarde
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quest'uomo, più ancora che per l'altezza del suo ingegno, che pure ebbe in grado eminente, per il valore della persona, quale esso si è dimostrato
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una frase sola, ripetendo col poeta che, se il mondo sapesse il cor ch'Egli ebbe ancor più vivi sarebbero que' vivissimi sentimenti di stima, di
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ed ebbe a confermarglielo, quest'affetto e quest'onore possono scusare, in questo momento, le mie parole, mentre rendono, per me, doveroso il saluto
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. Ispirato dall'amore, dalla fede nel bene, dall'amore alla patria, per la quale egli nobilmente operò, egli ebbe le virtù più sode: la costanza nei
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Giosuè Carducci lo ebbe scolaro diletto e studioso: noi, collega diligente. Sebbene la malattia già ne minasse l'esistenza, egli volle sedere fino
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Ebbe giovinezza splendida, meritamente fortunata: fu professore di diritto nell'Università in una età nella quale gli altri appena entrano
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