Si piglian le due manine del bimbo, e si battono palma a palma dicendo marcatamente: "Sbatti le mano ch’ècco la micia, La spagnôla senza camicia: La
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— Pijalevelo, donne, er 28! — Ce n’è arimasto uno! Chi sse lo pija? Chi sse la gode ’sta gallinaccetta? Ciò dicendo, mostrava il premio che si
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giocatori. Quello che è re comanda. Egli allora chiama il gatto, e gli impone di trovare il sorcio, dicendo: — Gatto, trova sorcio. Se il gatto non
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’aveveno arubbato 8 cocuzze. Subito, il giocatore che ha quel numero interloquisce, dicendo: — Perchè, 8? — E quante, si nnó, 10? E colui che ha il numero
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È un giuoco che per lo più si fa da sole fanciulle. Esse si prendono per mano e formano circolo. La mamma, fuori di questo, gira loro intorno dicendo
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. Andava poi per Roma con un paro di bilancie, attaccate ad un bastone, in cima del quale era una testa di morto, dicendo che havea mal pesato. Gli fu
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Si piglia a cavalcioni sulla gamba destra un bambino e agitandolo in guisa da imitare il trotto del cavallo, si vien dicendo: "Trucci trucci
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". E nel rispondere così, rincalzano i due primi fino al loro posto. I quali primi, alla lor volta, respingono indietro i compagni, dicendo: "E noi l
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deridono i compagni che sono condannati all’inferno, loro dicendo: Tappo de cacatore, o altre parole di scherno.
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insino al busto. La Signora ce sente gusto, Ce sente gusto per un’ora". Altra volta il capo-giuoco ricomincia daccapo il divertimento, dicendo: "Óla, A
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, dicendo ad ogni consegna: "Ben venga e bben vada il signor Don Alonzo Che viaggia a ppiedi e a ccavallo al bigonzo". Con molta fretta si cerca di
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distanza, si dispongono intorno a loro due, dicendo, mentre gi rano le mani sul petto: "Lavorate, lavoranti, Chè le forche so’ ammannite P’impiccavve
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affrettano a tornare dalla mamma, dicendo per non essere battuti: Pane, cacio e vvino dórce. La mamma, quando li ha tutti attorno a sè, finge di raccontare
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