Pure, nessuna delle due si figura di assistere all'agonia dell'altra.
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umori e i mancamenti. Se ha smesso di pretendere risposte, ancora azzarda domande. Che ne è delle parole dette, dei pensieri pensati? che dei verdi e
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Lascio che si accumuli la polvere, non la scuoto dai tavoli, dal bordo delle sedie. Mi oppongo a questa inutile fatica. Amo guardarla in mattine come
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schiuma crespa delle onde a frangersi sui fianchi delle barche, sui moli, sugli scogli; secchi, carrette, ceste, reti nei sacchi, fiasche e, appena
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Io ho qui, se Lei fruga, ho qui, guardi, dentro uno stracciodi camicia delle piccole foto mie che potrebbero servireda identikit a un palo
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delle lucertole e neppure dei vermi o dei serpi. Forse li inghiotte forsedorme con i ragni a corona tra i capelli. In realtà li fotografa:una mosca
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A vestire la morta è la più vecchia delle cugine, che la chiama e lei erutta e si rilassa. Così possono infilarle l'abito nero e le scarpe, secondo
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baluginano (quanto?) settanta, sessanta cinquant'anni? Qualche volta ancora pieni di bellezza, il più delle volte no. A muore. B l'assiste. C va al
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prima delle piogge d'ottobre.
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Dietro le siepi dei viali un'infinità di piccole pietre grige tutte delle medesime dimensioni tutte appartenenti a qualcuno da cercare, seguendo come
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. Eppure, ripete, le capita ancora di rneravigliarsi delle voci nella radio, delle facce nel televisore.
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alle candeline per l'albero di Natale. Non trova più in cucina il detersivo appena comprato. Lo ricompra due volte e due volte sparisce. La donna delle
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bare infatti venivano collocate su delle sbarre di granito e quando il legno marciva le ossa cadevano nello spazio sottostante confondendosi tra loro.
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Adesso mi rivolgo a te che per amore vero verrai qui, sul filo delle mie parole scritte. Lo faccio per riconoscenza e per un poco certo amore mio
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Il sole che nel nuovo parco cittadino si appoggia in silenzio sulle schiene dei cam e delle madri, e si rifrange sulle ciglia dei bambini
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Gli abitanti della casa che da poco abito non si curano delle ombre dei balconi lungo il marciapiede, vanno e vengono, entrano dal portone che si
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facciate delle case.
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È successo che avevamo rinunciato a sognare, e a riconoscere il profilo e il colore delle cose. Attraverso di noi cresceva la stagione peggiore. Un
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rinfreschi. In questo caso la generosità è volontà di morte.La maggior parte delle piante invece qui resiste a lungo: settimane, soprattutto in acqua. Sono
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bagnare la terra, aumentando il contrappeso del vaso sulle foglie. Chiudendo gli occhi sembra di essere in montagna perché il nimore delle raffiche sugli
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difficile ricostruire la posizione delle cose nella massa scura che sta sotto, ma dove aumenta il buio e si fa nero, guardando a lungo si indovina la figura
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L' azzurro smemorato del crepuscolo a strisce, attraverso le persiane della camera. Lo stesso azzurro con le macchie scure delle piante sotto di sé
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Non la morte, ma i morti mi raggiungono oggi e mi abitano, come padroni delle notti. Sono in Scozia e cammino lungo il fiurne Black Water Acqua Nera
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verdi. Un tocco di campana argentino e dolce di lontananza: la Sera: nella chiesetta solitaria all'ombra delle modeste navate, io stringevo Lei, dalle
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è negli occhi il ricordo delle lacrime della voluttà. Passano nella veglia opime di messi d'amore, leggere spole tessenti fantasie multicolori, errano
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Gioconda: O delle primavere Spente, per i tuoi mitici pallori O Regina o Regina adolescente: Ma per il tuo ignoto poema Di voluttà e di dolore Musica
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secolare rigovernatura delle lettere, industrie del cadavere, onestà borghese, tecnica cerebrale, manuale del pellirossa. Vo alla latrina e vomito
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In un momento Sono sfiorite le rose I petali caduti Perché io non potevo dimenticare le rose Le cercavamo insieme Abbiamo trovato delle rose Erano le
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nello scatto e nell'urlo improvviso Sopra l'anonima fucileria monotona Delle voci instancabili come i flutti Stride la troia perversa al quadrivio Poiché
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nella notte, triste cancellatura nella chiarità dell'alba. Le antichissime sale morivano di noia: solamente l'eco delle gavotte, ballate in tempi
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La scena succede nel castello di Renato, in una valle delle Alpi piemontesi. - Gran sala, stile Trecento. - Al levarsi della tela Renato e Iolanda
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agitano il seno te nel canto lontano degli uccelli nel frusciar delle nascenti piante; te nell'astro che sorge trionfante ed in fra muti sconsolati avelli
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verde argenteo del tuo cielo. Dove tu stendi l'eccitata luce delle tue prospettive, ivi t'innalzo, dal mio segreto fremito, l'offerta di questo breve
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è tuo destino, pallida, mesta, e collo sguardo chino? Io leggo il cielo attraverso l'amore! Tu sei la lente delle mie pupille: povero fiore, tolto
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De mémoire de rose on n'a jamais vu mourir de jardinier. STENDHAL. Sull'infanzia dei germi e delle fronde il marzo sbuffa; alle ospitali gronde, alle
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sento un esule di tutti i mondi; se la fanfara delle tue parole mi profumasse di girani e viole questo povero petto che sospira all'odor del cataletto
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maledissi gli angeli per me, per tutti gli infelici, a cui avvelenò la giovinetta vita il contemplarli, e la manìa precoce delle parole dette a bassa voce
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stolto e profano il basso incenso dell'ossequio umano! O bella creta passa nella festa poiché sei tanto bella e tanto mesta, in mezzo all'orgia delle
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Il marchio aspetto delle bianche chiome, a cinque lustri errando nella vita, vecchio come una quercia, e affranto come un sibarita. E lo sa Iddio se
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Tacea da quattro aprili il nidicciuolo dove, fanciullo, il volo delle garrule rondini mia madre insegnommi ad amare. Nel sessantuno ritornò dal mare
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Primi rancori, puerili pianti, capitomboli miei sul pavimento, rabbuffi delle serve intolleranti, e fiabe delle mie notti sgomento; giocatoli
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chiesa cattolica perdonar, nella quiete, il puzzo delle esequie, e il brontolìo del prete!
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Ma chi di voi parlerà… degnamente, osterie che i pittor ricoverate? Delle vostre cucine è nume un niente frammisto di cipolle e di patate! Sognate
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delle forme belle, sanno i tesori che nel cor celate!
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, o Pio, che il Campidoglio avrà; siam gli implacati vindici del pianto delle madri, siam l'egida dei padri risorti a libertà!
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bimbi sgozzati i gatti amanti; cantiam, cantiam gli sprigionati petti. le treccie erranti, le tese braccie delle danzatrici! Splende la face, amiamoci, e
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della tua dottrina li avevi a lui concessi. Il desiderio delle ignote vie, i connubi dei versi e dei colori, l'alte superbie, e le malinconie, e i
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ciarpa. Inganniamo il destino: in una queta stanzuccia di villaggio ecco la cella, cella di solitario e di poeta! - Da qui, fra l'oro delle bionde anella
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avverebbe, o pittore? addio le tinte delle nubi, procaci come donne discinte!... Quando l'astro già evaso par che di amplessi e baci cosperga il caldo
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illusïone; amo il bruco che primo fa capolin dal limo. Amo i rabeschi delle lumachelle che van sotto le stelle geografi notturni... Spesso in quei
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