mai usa la propria forza coi compagni, non reagisce nemmeno alle più sfacciate provocazioni. E non è che qui manchino gli attaccabrighe. Ma il Milli
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piccolissime, una figuretta pulita quasi elegante, discosta dai compagni. (Era lo stesso al centro, qualche anno fa.) Due sono in maglione. L'organista ha la
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Dice ai compagni: Ti ci faccio mettere il dito. Una sorta di privilegio, a quanto ho potuto capire. Ci conosciamo da meno di due mesi. Succedeva
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in ogni senso, mancò anche nel banco. È a letto in punizione, dicevano i compagni. Avevo mandato a chiamare la suora. Si lagnò molto di Elio. Non era
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gambe. Al centro non insidia i compagni, non li invita nel suo letto: a domanda. Perdonato. Lolita monacale L'imputato lavorava alle dipendenze del
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indulto, un'amnistia, una possibile licenza premio. Premio, sissignora. Contegno esemplare, disciplinatissimo, ascendente sui compagni, soggiogava anche
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avvertirmi, penso, se è qualche malattia dovevano avvertirmi. Ha paura, dice un bambino "di fuori". Sono stati tutti a guardare, tranne i compagni
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maniera ineccepibile coi superiori coi compagni, gli vogliono bene. Ma nei laboratori fuori orario non si può stare. Vietato ai minori. E lì al buio
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ditata nella pasta del pane. Imbeccato dai compagni di riformatorio: Avevo bisogno di soldi per le sigarette e il cinema, i vizi che abbiamo imparato
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sei interni e tre vicini di banco. Questi subito a casa. Gli orfanelli, come li chiamano a volte affettuosamente i compagni (ma orfani non sono
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grassi dall'aria melensa, coi panni deformati e sbracati addosso, quelli che i compagni chiamano ciccione e se ne fanno zimbello, che incassano senza
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ai compagni. Pagava dunque lui? Ha il padre emigrato, la madre dichiara che rientrava a farsi dare mille lire per sera, poi diecimila (?). Risulta
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fascio d'erbe per una campagnuola. Se lo avessero veduto il suo professore di Greco, i suoi compagni di scuola, il suo babbo fiero e Rollone, la sua mammà
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Caffè il padre suo contadino, che mediante sacrifizii lo aveva fatto studiare, e quando lo ebbe congedato, disse ai compagni bellimbusti: a l'e il me
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Accademia della crusca
