duodenale. Oppure: — Anselmo, ho di nuovo quelle vertigini. Che sarà mai? — Numero nove, signor barone: il fegato. Ma ci potrebbe essere anche lo zampino
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quest'ora non ci può essere niente di urgente da fare. — Non si ricorda piú che è morto il barone suo zio? — Giusto, — dice Ottavio, — bisogna pensare
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Domodossola, dove il barone Lamberto ha la tomba di famiglia. Tra l'isola e Orta non ci sono che quattrocento metri di lago: troppo pochi per consentire al
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la verità non ci capisco niente nemmeno io. Andiamo in cerca di qualcuno che ce la spieghi. Tutti d'accordo scendono le scale e arrivano nel grande
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quel «bèèè bèèè bèèè» che le è stato rimproverato. Anche lei come la signora Merlo, per non annoiarsi, lavora a maglia e ci si trova bene. Non deve
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(ci vogliono due mattine solo per quello, perché i muscoli sono più di seicento e vanno controllati uno per volta); — il sistema nervoso (è cosí
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. Ci vediamo a cena. Il barone Lamberto si allontana, saltellando come una cavalletta. I suoi riccioli biondi ondeggiano festosamente al vento della
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, sopraggiungendo. — Si scansi e ci lasci lavorare. Delfina, tocca a me. Delfina si alza e si stira le braccia. Armando siede al suo posto e attacca
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piccola flotta di imbarcazioni che si allontanano dall'isola. Sulla prima ci sono sei suore, sei povere suorine. Sulla seconda, sulla terza e sulla
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Lamberto. — Per forza, c'è rimasto solo lui. La notizia che l'isola è stata occupata dai banditi ha richiamato migliaia di persone sulla riva. Ci sono
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lago. Distendeva sull'acqua il suo mantello, ci montava sopra e via, senza vela né motore. — Noi non siamo tanto santi, — hanno detto i due falsi frati
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mio nome. — È anche il nostro, signor barone. Siamo ventiquattro e ci chiamiamo tutti Lamberto. — Piacere, — ha detto il barone, — anzi, piacere
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svizzeri, i tedeschi, i borgognoni, gli americani e gli afroasiatici vogliono essere informati per filo e per segno di ogni cosa che lo riguardi. Ci
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bontà di quegli oggetti, utilissimi per chi possieda bottiglie tappate. Poi ci sono concerti di clavicembalo e di strumenti a percussione, esibizioni di
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pochi minuti e non si vedrebbe nemmeno il segno. — Che altro ci può dire? — Ecco, per conto mio, questo è l'orecchio di un uomo sano, ben nutrito, che
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non gli piace, per guadagnare altro tempo. Anche Anselmo lo tiene d'occhio. Se Ottavio si dirige verso le scale, ci sono tutti e due, il bandito
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soffitte della villa, ora, ci sono sei persone che giorno e notte ripetono il nome del barone: — Lamberto, Lamberto, Lamberto... — Lamberto, Lamberto
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strani tipi armati. Chi erano? — Cacciatori di passaggio, — spiega in fretta Ottavio. — Ci sono lepri sull'isola? — domanda il signor Giacomini che, oltre
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. Venti contando le dita dei piedi. — Lei, — dice il capobanda al signor Anselmo, — vada nella sua stanza e ci resti. Due a tenerlo d'occhio. Dov'è
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. Duilio corre al negozio dei casalinghi. Poi batte i tabaccai. Se mette insieme cinque o sei etti di scotch è tanto. — Ci pensiamo noi! — gridano i giovani
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