di vivificazione durava. Sfinito, col respiro ansante, col viso livido di pallore, il professore teneva china la testa sul petto e gli occhi
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di muse giù per la china dell' Aventino, al nero cielo procelloso tagliato da strie bianche laggiù sopra i merli di Porta San Paolo, sopra la piramide
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filo solo di volontà buona lo tratteneva sulla china dell'abbandono all'invito di quel volto. Spalancò gli occhi, mise, a braccia distese, a mani aperte
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pronta, è di slancio al guanciale, si china su Piero che ha ripreso a gemere, ad agitar la mano. Jeanne lo interroga affannosa, egli non risponde, geme
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in China dalla Chiesa." "Ebbene?" rispose di Leynì "E se fosse ammonito?" "Se fosse ammonito oggi, sarebbe imprigionato domani." "Ebbene?" replicò il
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di fare attenzione al racconto di suo fratello. China sulla sbarra, guardava nell'acqua scura. A questo punto si rizzò impetuosamente. "Ma tu non lo
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momento qualcuno, ch'è sceso più abbasso in cerca del Santo, grida da lontano: il Santo viene! il Santo viene! Allora la caverna rigurgita gente sulla china
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dispetto del duca; ella era andata a guardare i recipienti di cucina e poi, china sopra una piccola tavola, scriveva la lista del desinare per il giorno
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, chiudo lo stabilimento e lo riapro con operai forestieri. Alcuni, intimoriti da quella minaccia, borbottarono, ma a testa china si diressero verso i
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aveva una fame.... una fame.... - Eccoci a casa mia, - disse la vec- china, fermandosi davanti alla capanna. Entrarono. In cucina c' era il fuoco
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tratto e aprì l'uscio. Di fuori, c'era una bambinuccia pic- cina piccina. - Chi sei? - le domandò la vec- china. - Sono Miserina. - E che cosa vieni a fare
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