vecchio Liscari avesse comprato la giustizia. E perciò non si trattenne dell'esclamare: - C'è il tribunale che potrà stracciare questa sentenza. - C'è la
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... incompatibilità di carattere ... - C'è ben altro signor avvocato! - lo interruppe il cliente. - Dicevo cosí per non richiamarle alla memoria la sua disgrazia,.. E
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la memoria come indegna della serietà di un gran consesso scientifico. C'è dei teologi dappertutto, cioè gente che non vuol vedersi guastare le uova
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- seguito la ipotesi - di giudicare a modo mio quel che può essere accaduto nel santuario della mia famiglia. C'è stata profanazione? Sia. Ma se io non
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... Ha ragione. Non sono certa neppur io di amarlo. Infatti, se lo amassi davvero, non ragionerei, non sarei qui a esitare, a farmi la predica. C'è
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. L'amante si era stancato? C'era qualcuna che lo contendeva a Lucia? ... Questa relazione però non gli costava niente ... Egli era covato tra la
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trovasse una parola che non significhi soltanto la cosa, ma che abbia la stessa forma. - C'è: «Piantime», voce generica. Vorrei qui un fiorentino, un
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artificiale per via dell'elettricità ... ». «C'è qualche matto che già sperimenta, e che crede d'essere già su la buona via di scoprire ... ». E scrollava il
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qualche cosa di duro che la creta copriva appena. «C'è un sassolino?» domandai. «No, il cranio vien fuori ... Ho messo qui un cranio per meglio
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verso una donna! E si era sfogato con la sorella. - C'è tante femmine a questo mondo! Sciocco! Perché non me ne hai parlato prima? E suor Celeste, per
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pallone». La paternità di queste due bruttissime parole è, pur troppo, mia ... Ah! C'è la guerra, l'offesa, la difesa ai confini! Benissimo; ammettiamolo
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commossa: - Dio ti faccia felice! - C'era una gran tristezza in quelle parole. La marchesa, infatti, si era rivista giovane come sua figlia, quando sotto il
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a negare: ma era vero. In quell'istante pensavo proprio: «Oh, Dio, ella indovina». «Come avvenga non so - riprese Delia. - C'è dentro di me o una
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averti avvelenato? ... - D'accordo con lui? Oh! ... - Ti aveva promesso, sí; ed ha mantenuto ... Per finzione? C'intendevamo da lontano? Lui m'ha
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quel capo la soave indulgenza Divina. "Sai" diss'ella "ti offro subito io un'opera di carità che avrà molto merito. C'è Noemi che ha ricevuto una
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te l'ho detto io" ribatte Jeanne, aspra, senza lagrime nella voce. "Tu non puoi saperlo!" "Bon, ça!" brontolò Noemi. "C'est elle qui me l'a dit et je
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sorrideva non meno che de' suoi nemici! C'erano novità anche al ministero dell'Interno. Quali novità? Donna Rosetta stava per rispondere quando la
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! C'est ici! C'est ici!" Poi la viaggiatrice era salita nella sua camera, sorridente, ma pallida di stanchezza e di mal di capo. Giovanni aveva ripreso
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. C'era lì un panierino di albicocche ed egli ne tolse una bellissima, però un poco guasta. "Ecco" disse "un frutto guasto. Se io offro questo frutto a uno
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viso si era fatto, parlando, così augusto, ch'ella aveva finito con domandargli perdono e pregarlo di venire qualche volta da lei. C'era infatti
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bruciare nel fondo dell'inferno. Padre, noi Le baciamo le mani ma diciamo questo." "C'è un ammalato, ancora! C'è un ammalato, ancora!" gridarono dieci
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dove gli altri monaci mi ristorarono. Io me ne venni via e il monaco rimase al Sacro Speco." "E che c'entra?" fece l'ortolano. "C'entra che prima
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volte che sarebbe stato felice di avere delle rose. Allora la gobbina aveva pensato: "C'è l'uomo Santo di cui tutti parlano, che fa il giardiniere. Io
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Clemente suonò. C'era da aspettare alquanto perché alle nove o poco dopo tutte le chiavi del monastero si portano all' Abate. "Dunque mi permette
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, - disse il Lo Carmine, ma è sempre accompagnata e non bramo che le mie parole giano udite da altri. C'è forse qualche pericolo? - domandò
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abbandoni! C'era una intonazione così supplichevole in quelle parole che Roberto stese le braccia per attirarsi Velleda sul petto, ma prima di
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subito alla Casa dei Viaggiatori. Dopo colazione giungeva alla villa il Lo Carmine e si rinchiudeva con Roberto nello studio. C'è davvero un complotto
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farsi presentare da altri, come Roberto, si presentava da sé agli elettori. C'era anche li un comitato elettorale, e un presidente : il farmacista
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c' è attività, ovunque mi posso rendere utile, io sono felice, relativamente, e mi sento vivere, come qui. Bisogna che io impari da lei; voglio farmi
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C'era una volta un Conte, che aveva un bellissimo castello. Egli incuteva terrore a tutti. Ognuno gl'invidiava il suo valore in guerra, i nu- merosi
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C'era una volta un Manovale povero, ma povero, che aveva tre figliuoli. La notte che gli nacque il maggiore, in casa non c'era neppure un pochino di
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C'era una volta un Re che non sa- peva che cosa fosse soffrire. Lui era bello, lui era amato dai suoi sudditi, lui aveva una moglie che pareva un
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C'era una volta un Re che aveva un figliuolo, tanto ma tanto capriccioso. Siccome il padre suo aveva un gran regno e non aveva altro erede che lui
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C'era una volta una bambina, che non aveva nè fratelli nè sorelle, nè babbo nè mamma. Stava con una nonna vecchia vec- chia, che non faceva altro che
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C'era una volta un bimbo per nome Fiorino. Questo bimbo non avendo nè bab- bo nè mamma, nè alcun parente, fu adot- tato da una strega cattivissima
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ospiti reali, quando accadde un fatto che prova come neppure i re e le regine possano es- sere al coperto dai colpi impreveduti del destino. C'era nella
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C'era una volta una vecchina piccina, ma piccina, che stava sulla vetta di un monte alto, ma alto. Questa vecchina non aveva che una gallina piccina
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C'era una volta, in Iscozia, un Conte, che da ricco era diventato povero, ma po- vero. Aveva un tempo belle praterie dove pascolava numeroso bestiame
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C'era una volta un Re, che aveva tre figliuole: le due maggiori eran superbe e cattive, la minore, invece, era la più bella e buona creatura che ci
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C’era una volta un mercante ricco per venti, ma avaro, aiutatemi a dire avaro per cento. Questo mercante aveva moglie e tre bambine piccine
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Pagina 236
C'era una volta, in una città di que- sto mondo, una ragazza bella come il sole. Questa ragazza, per nome Rosalba, aveva un'infermità fin dalla
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Pagina 25
C'era una volta una vecchina, piccina piccina, stentata stentata, che reggeva l'a- nima coi denti. Quella vecchina aveva una casina da bambole tutta
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C'era una volta una povera bambina, che camminava nell'inverno sulla neve con i piedi nudi, e nell'estate sulla terra aridissima e infocata. Questa
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C'era una volta, nel tempo dei tempi, a Smirne, un mercante turco, che posse- deva ricchezze favolose. Ogni giorno i suoi bastimenti, che
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C'era una volta un Re vecchio vec- chio, che aveva avuto due mogli. La pri- ma gli aveva lasciato due figli: il mag- giore di questi era tanto buono
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C’era una volta un mercante ricco, ma ricco. Tutti gli invidiavano le sue ricchezze, la fortuna che aveva, la bella prole. Ma le disgrazie, che sono
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