«coscienza sicura» nel votare, ed aprì la breccia verso la quale si precipitarono poi i cattolici in massa: tanto era oramai il contrasto realtà e le
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sue e del fratello che sembravano colpite dalla maledizione. - Apri gli occhi; i contadini sono ladri! - gli raccomandava suor Celeste quando don Lucio
anticamera. Oh! le sue rose, signor duca; - esclamò vedendolo. Appena donna Lavinia le posò sul letto della marchesa, essa si calmò, aprì gli occhi e se
alla mente tutti gli episodj della sua vita galante. Quando si fu assicurato che nulla più rimaneva nello scrigno, aprì la porta che metteva nello
del bagno, teneva gli occhi bassi; aveva veduto tutto, ma non aprì bocca. Ogni dolore di Velleda era una gioia per lei. Più tardi quando il duca e
scoprir terreno. Poco dopo il Varvaro augurò a Franco la buona notte e questi, rimasto solo, aprì la lettera del fratello. Roberto scrivevagli
lagrime gli scesero lungo le guance. Una di quelle cadde sulla mano di Velleda; ella aprì gli occhi, fissò Roberto, e gli sorrise. Oh! quel sorriso! La
quindi aprì la cassetta ove rinchiudeva il denaro e rimase allibito. Non gli restava da pagare, no; mancava a formare la somma appena un centinaio di lire
, ma al rumore dei passi aprì gli occhi e, riconosciuto nella penembra Roberto, gli sorrise. Mi sento meglio, - disse, - ma ho tanto sofferto. Mi dica
aprì uno scrigno e tolti cinque biglietti da mille lire; li rinchiuse in una scafolina di porcellana di Sèvres. E lei, Paola, non mi chiede nulla per
, dall'altro sonnecchiava una suora di carità. Il ferito con la gola fasciata fino all' altezza della bocca, pareva die dormisse. Al rumore dei passi aprì gli
il creato; a loro non può man- car nulla. - La Regina tacque, esausta di forze, e ricadde nel sonno precursore della morte. Il paggio fedele si aprì
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mise a piangere. In quel momento sentì battere forte forte alle im- poste della finestra. Aprì e vide l'aquila. - Cògli un ramoscello del dittamo del
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seguì la Fata, la quale, entrata nella stanza dove dormivano la moglie e il bambino, si avvicinò a questo e gli aprì l'occhio destro: - Avrai angustie
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da terra la so- rellina, la quale bussò lungamente. Tutt’e due, udendo quel lungo mar- tellìo, dissero: - Che cosa ci diranno quando apri- ranno la
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riveriva come se lo conoscesse. Il gatto, correndo, lo precede in un corridoio lungo lungo, che scendeva sem- pre, e alla fine aprì una porta e lo
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rena e aprì gli occhi. Si trovò in una caverna sottomarina, e quella caverna era popolata di me- duse. Sopra un trono di rami di corallo era seduto
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tratto e aprì l'uscio. Di fuori, c'era una bambinuccia pic- cina piccina. - Chi sei? - le domandò la vec- china. - Sono Miserina. - E che cosa vieni a fare
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lupi, e la neve veniva giù a turbini. Lucia aprì l'ombrello, prese a braccetto le sorelline, e via per la campagna. Camminavano senza sapere dove an
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contenuto della coppa d'onice. Subito la fanciulla si scosse, aprì gli occhi, e non mostrando nessun spa- vento alla vista dell’estraneo, mormorò, sorridendo
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. Dov'è? Con- ducimi da lui. - Non credo che oggi riceva, - ri- spose il guardiano. - Apri la porta o ti stritolo! - urlò il Gigante. Il guardiano
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sentirono dei ru- mori forti: un cane abbaiava, alcuni galli cantavano, e le finestre e le porte s'apri- vano con fracasso. I ragazzi tremavano e salivano
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