della mia famiglia, sono particolarmente grato alle poche anime affini, ai cari amici che mi riconoscono, mi confortano, mi sorridono, mi accompagnano o
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italiane e piemontesi che riservava agli amici. Nel 1868, conseguita la laurea, si era inscritto nell'ufficio dell'avvocato deputato Luigi Ferraris, che
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dentro: "L'illustrissimo marchese ecc. HA L'ONORE di partecipare a V. S. l'irreparabile perdita..."? Il marchese, avvertito dagli amici, andò in
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' tuoi amici più affezionati. A. GHISLANZONI. Caprino Bergamasco, 28 novembre 1883.
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ventiquattro emicicli. Ad ogni tratto nuovi forestieri sopraggiungono. Dappertutto è un ricambiarsi di saluti, di augurii, di strette di mano. Amici e
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silenzio solenne. Gli augelli ristettero e cessarono dal canto. - Colleghi, amici, fratelli - riprese Fourrier - la scienza genera la superbia, e la
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loro chiffer nel caffè e pannera ed esclamano: - Prepariamoci alla lotta! - Rinforziamo la macchina! Esaurita la colazione, i due amici riprendono il
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sta elaborando alla confezione dello stupendo meccanismo. Ai serii cultori della scienza, ai veri amici del progresso non parrà soverchio lo spendere
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renda ragione del suo veto dinanzi al Consiglio degli Anziani. «REDENTO ALBANI». Compiuta quella formalità, i due amici si separarono. L'Albani salì
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inesplicabili. Le esortazioni, i conforti, le preghiere degli amici, nulla valeva a smuovere quello scorato dalla nefasta risoluzione. Se non che, all'ordine
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questa scabra valle, eran peso leggero alle sue scarne spalle, eran foglie di rosa. Da quell’ora (deh! amici di me non vi burlate perché siete felici
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tesoro che ci ha dato Iddìo come ci diè gli amici e la famiglia!... Oh! dimmi, quante volte ha le tue fedi un blando nuvolìo nelle sue spire avvolte
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, ch'ella è innocente... - Conte, rispose il giovinetto, non conobbi mia madre, l'inferno ho in gran dispetto, né posseggo, ch'io sappia, amici in paradiso
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tranquillo rigagnolo spargerò d'ombre tremule e fresche; degli amici - alle tresche - di foglie cantatrici - un idillio farò. Chi sa! forse l'amore oltre
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nuovo, più forte. Bisognava aprire. Finì col chiedere a voce tremante, di dentro: - Chi è? - Amici; apri, Checca, sono io, Isolina. - Ah! sei tu - disse
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Accademia della crusca
