’ subbito, è quello de cucì’ ll’occhio. O ppe’ ccapisse mejo, de fa infinta de cucillo; perchè sse deve pijà’ ll’ago infilato e ffa’ infinta come si uno se
ttre de dietro a le spalle, senza divve indove. Voi allora, stiracchianno er braccio a la mejo, ne pijate uno a l’inzécca. Si vve capita l’ago cor filo
cèsso. 42. L’oliva. 43. Il silenzio. 44. Le ruote della carrozza. 45. Albero di cerase. 46. L’ago. 47. Il nostro simile. 48. Lo specchio. 49. La testa
ccresceva. 13. Io ciò un ago puntuto puntuto Ch’ha ccucito un cappello di felpo felputo. Felputo me, felputo te: Chi sarà stato quel baron felputo Ch’ha
nu’ la vede. 58. Io ciò un campo tutto lavorato: Nun c’è ppassato ni bbove e ni aratro. 59. Io ciò un lenzolo tutt’arippezzato Che nì ffilo e nì ago