Fa un caldo terribile, la stanza diventa una pozza sanguinosa, la bolla che si era formata all 'occhio destro occupa adesso tutta l'aria, inonda la realtà, la chiude. Nuoto nell 'assenza di sonno.
Adesso che il freddo é diventato gelo e avvinghia la città nel più crudo silenzio, adesso che la colpa di quanto sta accadendo ricade interamente su me stesso.
Ma è adesso che vengono Hitler (31 gennaio, un giorno di San Geminiano!), l 'incendio del Parlamento, le finte elezioni.
E adesso che, se non faccio in tempo a trovare parole capaci di avvicinare le due parti della mia lacerazione, una sconfitta molto simile al deserto sarà mia e mia soltanto.
Tu mi rispondi una volta, due volte, guardandomi fisso con gli occhi dai quali sono nato: ed è l'ultimo sguardo, come se non avessi mai smesso, adesso che ho due anni, dieci, quaranta e tutti gli altri, con uno sguardo terribilmente uguale- saettante, vitale - a quel primo nel nido.
Adesso c'è silenzio. So che non torna più nessuno ma che esiste una tregua: questa, ora, tra mezzogiorno e l'una.
Di buon grado, muto, vado verso l'albergo, ma qualcosa è accaduto, il cane è ancora più inquieto e adesso quelle larve (fibre vibranti appena più chiare, voci scomposto, gutturali, e strappi nella pelle del silenzio) mi sono penetrate fino in fondo: e adesso sono io, solo io, il pozzo d 'Acqua Nera, l 'istinto omicida, un senso di integrale sperdimento. Dopo, se sei capace, passala tu la notte in questo stato.