Ma se grandi e medi imprenditori, vale a dire «quelli che per l'ampiezza della azienda agraria non esercitano il lavoro manuale ma soltanto ritengono la direzione di essa», accoppiano anche «la qualità di grandi e medi proprietari»,questa duplice veste quale efficacia dispiega sul progresso agricolo? Il pensiero ricorre ai tipi storici dei proprietari coltivatori d'Inghilterra e di Scozia, dell'Hannover, del Brandeburgo, di alcuni rampolli della nobiltà in Francia, o della potente borghesia rurale di Lombardia, dei piantatori della Virginia, ecc. Ma la funzione economica di essi non si fa palese e decisiva che nell'intreccio di queste condizioni: — che i grandi e medi proprietari-coltivatori dominino su territori particolarmente adatti alle conquiste fondiarie ed agricole del progresso scientifico (terreni di recente dissodamento, di bonifiche, di irrigazioni, colture pratensi, granarie, coloniali ecc.); — che siano muniti di copioso capitale, di scienza, di esperienza, di abitudini agrarie; — e che perciò stesso soggiornino stabilmente e attivamente in seno ai rispettivi patrimoni, assumendone personalmente la gestione tecnico-amministrativa o affidandola ad ufficiali direttori sotto la propria immediata responsabilità, caratteristica più frequente quella della media, questa della grande proprietà coltivatrice.
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Bensì alla sua introduzione e prosperità si accoppiano condizioni storico-sociali.
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Ciò più specialmente per la tecnica delle materie prime,mercé la utilizzazione dei residui per altre industrie secondarie, che completano i profitti della industria principale, come le fabbriche di candele steariche che accoppiano la preparazione della glicerina, del sapone, dell'acido solforico; quelle di raffinazione della nafta congiunte alla estrazione della parafina, della benzina, dei grassi lubrificanti; utilizzazione dei residui (almeno colla vendita) così importanti, che talune imprese riescono rimunerative soltanto in grazia di essa; appunto perché trattasi di enormi accumuli di detriti, di rifiuti, di fecce, di sanse, ecc., che altrimenti in piccole quantità andrebbero dispersi inutilmente.
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