A mutazioni radicali di programma i romani si sono accomodati con disinvoltura meravigliosa. Ieri gridavano: viva il papa-re, oggi gridano: viva Roma intangibile. Ieri erano democratici-cristiani, oggi sono bancoromani. Ieri maledicevano all'Italia, oggi si occupano con ostentazione, nelle prime pagine dei loro giornali e sui manifesti al pubblico, dell'integrità, e della prosperità della patria. I giornali esteri, che in casa loro fanno professione di indipendenza politica anche di fronte al Vaticano, mandano a Roma i più adatti ad acclimatarsi all'ambien¬te ed a sopportare la «febbre romana» dalla quale saranno subito presi.
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