Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400555
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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Ma i vangeli ci parlano della resurrezione di Gesù: fatto unico nella storia, quest'uomo del quale il racconto pietoso e fedele della vita breve e della morte è seguito dal racconto della resurrezione; né il racconto è leggenda, poiché prima lo ha accolto chi lo narra; poté alcuno dubitare della sufficienza della narrazione evangelica della resurrezione ad esser presa come documento storico certo e diretto del fatto della resurrezione: ma solo un cieco fanatismo irreligioso ha potuto affermare sventatamente che il racconto fosse un trucco: quest'altro fatto storico — che è la fede degli evangelisti e degli apostoli, la fede di Pietro e di Paolo nella resurrezione di Gesù Cristo ⸺ è così evidentemente certo e provato che nessun altro fatto storico lo è più: e noi possiamo dire con tutta verità che questi primi apostoli e seguaci del Cristo hanno parlato con lui risorto, si sono raccolti intorno a lui, hanno inteso seguir lui, agire nel suo nome, cercarlo e raggiungerlo, anche essi, attraverso la morte; la fede nel Cristo risorto è evidentemente all'inizio, anzi è essa l'inizio medesimo del cristianesimo e della Chiesa.

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Quei meravigliosi luoghi di riunione, quando non sono semideserti, raccolgono gente disattenta e distratta; le parole che vi si dicono, aride e convenzionali, non scuotono e non sollevano le anime; altre voci, che il parroco finge di non intendere e alle quali sarebbe imbarazzato a rispondere, agitano e trascinano le anime; potere insidioso e nemico, di fronte alla Chiesa sorge la scuola elementare, nella quale è raro che il prete entri, e non sempre perché non vi sarebbe bene accolto; altri mezzi di diffusione di idee e di organizzazione d'uomini sono sorti e propagatisi rapidamente, e il clero o non se ne è avvisto o non ha ancora imparato a maneggiarli; molti di questi preti, incerti, timidi, passivi, si son fatti della loro sacristia un baluardo, e aspettano quivi anime ugualmente timide e passive, e se dalla loro finestra gettano lo sguardo sul mondo lo ritraggono inorridito, vedendo per tutto congiure e nemici; molti di essi passano senza aver suscitato nelle anime fremiti e commozioni, senza aver irradiato intorno luce di verità e calore di affetti e di energie religiose; l'immenso patrimonio morale accumulato dagli avi non cresce, non fruttifica, si va disperdendo rapidamente; non ostante tutta questa enorme potenza esteriore, la vita religiosa nelle anime si va facendo sempre più debole e povera, e l'influenza spirituale della Chiesa diminuisce. Io non vi dico cose che possano sorprendervi. Guardatevi intorno, nei paesi e nelle città, e voi vedrete quale piccola parte nella vita di cultura e di azione morale di questo popolo occupano la Chiesa ed il clero, se si guardi, più che alle apparenze esterne, al valore spirituale e religioso dei costumi e della vita. E questo è più notevole e più doloroso che tale parte, qualunque essa sia, diminuisce di giorno in giorno visibilmente, in Italia come altrove; e se mutamenti radicali non intervengono, — né si vede come o donde essi potrebbero ora venire — non passeranno molti anni e il cattolicismo apparirà esser divenuto la religione di una esigua e debole minoranza, esposto senza difesa alle violenze ed alle persecuzioni degli oppositori.

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