In un popolo immigrato dall'Africa mediterranea, e fortemente stabilitosi nei paesi della Palestina, in mezzo ad altri popoli i quali, pur avendo raggiunto nella cultura e nell'organizzazione politica un grado più elevato, accoglievano un politeismo grossolano e fluttuante, la certezza che lo speciale disegno di un Dio spirituale, più forte di tutti gli altri, e che voleva essere gelosamente solo nel cuore di Israele e non avere imagini e rappre sentazioni sensibili, avesse vegliato sui suoi destini e gli confidasse una singolare missione storica, diviene, nei profeti, base di una vigorosa reazione contro il penetrare e il diffondersi dell'idolatria e del mal costume; ed alla predicazione del Dio unico si accompagna quella di un dovere di religiosità spirituale e di giustizia, in accenti che anche oggi, dopo tanti secoli, ci commuovono per la loro meravigliosa elevatezza; e questa fede nel Dio unico, nel dovere di servirlo spiritualmente e seguendo giustizia, si associa più strettamente alla fede in una grande missione religiosa del popolo ebraico e in un suo universale primato sulla civiltà e sulla storia, mediante una nuova e più visibile alleanza per la quale Uno sarà mandato che sia più grande di tutti i profeti.
Pagina 154