Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

388646
Toniolo, Giuseppe 5 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Del pari, come lo spirito umano nell'indagine del vero ha d'uopo di procedere dal noto per rinvenire l'ignoto, così deve accettare come presupposti i veri forniti da scienze logicamente anteriori o superiori, per ricercare i veri propri nella dipendenza da quelli ed in armonia con essi.

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Sicché l'economia deve accettare questi istituti nella loro essenziale costituzione etica,salvo, per sua parte, di chiarirne l'efficacia utile che essi dispiegano in tutto il dominio della ricchezza, e di suggerire le modalità accidentali nel loro ordinamento, che conferiscono al miglior bene materiale.L'accettazione dei principi etico-giuridici intorno a quegli istituti è così decisiva, che alterate quelle nozioni, la fisionomia della scienza economica riuscirebbe a sua volta modificata e talora contraffatta; ed anzi dal rispetto o dal rifiuto (totale o parziale) di tali istituti fondamentali si contrassegnano le dottrine sociali economiche rispetto a quelle socialistiche.

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Le leggi sue sono fondamentali per la stessa economia,in quanto riguardano la riproduzione del fattore massimo e del consumatore unico della ricchezza. Ma l'economia le considera nella loro complessità reale e nella loro funzione superiore. Perocché tali leggi di sociale biologia sono dominate (a differenza delle specie inferiori di animali) da ragioni essenzialmente morali o spirituali, e modificate occasionalmente da altre circostanze concomitanti, fra cui le condizioni economiche. Queste leggi pertanto l'economia deve accettare dalla scienza biologico-sociale, come risultano dimostrate positivamente, — salvo soltanto di riconoscere le inflessioni che vi apportano le ragioni economiche, ossia i mezzi di sussistenza, e di porre codeste leggi di incremento della specie, in correlazione con quelle del progresso della ricchezza, per trarne deduzioni di ordine utilitario. Ma non spetta alla economia, da un punto di vista d'interesse puramente materiale, di formulare leggi, le quali sono la risultanza di fattori molteplici e che mirano a fini incomparabilmente superiori, quali sono quelli della civiltà, connessi con la diffusione del genere umano. Di qui l'origine di tutte le aberrazioni della economia malthusiana.

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La così detta scienza dell'amministrazione economica o politica economica (che per molti appartiene alla economia e ne comporrebbe la parte pratica) non riguarda che un aspetto di quella multiforme esplicazione dell'azione dello Stato a pro di tutto intero il progresso sociale, cioè quello della ricchezza.Ma i criteri di codesta azione dello Stato a favore del progresso materiale sono complessi, etici, giuridici, civili, e non soltanto economici. Lo Stato deve promuovere bensì la ricchezza, ma in armonia con tutti gli altri beni conseguibili dai cittadini e quindi non già dietro criteri soltanto di gretta utilità materiale.L'economia perciò deve accettare tutti i canoni direttivi delle scienze sociali-politiche.Solamente, essa è chiamata ad estimarne i risultati pratici nel campo della ricchezza, e ad argomentare analogamente intorno alla convenienza o meno d'introdurre in quelle, dal proprio punto di vista, le dovute correzioni.

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